"No! No! No! Io non vengo!"
E' sabato mattina e Gabriele proprio non ne vuole sapere di alzarsi dal letto!
Certo, come ha detto Elena, con il freddo che fa, oggi ci vuole proprio una forte motivazione!
Per me e Luca è non sprecare una giornata che, nonostante il gelido vento da nord-est, si preannuncia limpidissima! Il dubbio rimane se, la "piccola meta montana" scelta nella lista di Gabriele, sarà o non sarà riparata dalle forti raffiche di vento dalle vicine "sorelle maggiori".
Per sicurezza lasciamo Gabriele al caldo del suo letto e, usciti di casa, ci tuffiamo nell'era glaciale. Per fortuna ci siamo vestiti bene e, raggiunto Moggio Udinese e l'attacco del nostro sentiero, scendiamo dall'auto. Una gelida calma regna ai piedi del Zouf di Muez: bene, le "sorelle maggiori" stanno facendo il loro dovere, proteggendoci dal forte vento. Il terreno scricchiola sotto i nostri scarponi, mentre saliamo nel bosco e raggiungiamo una bellissima radura.
La grossa mole del Pisimoni cattura lo sguardo, la sua cima sferzata da forti raffiche di vento a giudicare dalla neve che si alza verso l'azzurro. Cerchiamo tra gli alberi il proseguo del sentiero, i ricordi della scorsa volta che ci sono stata, ormai sbiaditi dal tempo.
Li ritroviamo oltre un'altra radura, proseguendo ora su sentiero più definito di quello appena percorso. L'impegno del gruppo bikers locale ha fatto meraviglie in queste zone, ripristinando e ripulendo vecchi sentieri, ora percorribili da chiunque voglia avventurarsi in questa zona.
E al riparo dal vento sembra quasi primavera!
Il sole ci accompagna occhieggiando tra gli alberi, a volte in ripida salita, a volte con percorso più tranquillo, portandoci a gettare lo sguardo dal belvedere sui tetti di Moggio, mentre le campane suonano il mezzogiorno.
Non manca molto alla cima : chiazze di neve gelata vanno via via aumentando di volume, fino a ricoprire tutta la radura che ospita la piccola croce di vetta e la lapide dedicata al Tenente Oscar Clemente.
Un'isola di primavera questa, circondata dal mare agitato di un inverno che quest'anno si è fatto sentire e vedere con grandi quantità di neve e un freddo pungente. Visi al sole, pranziamo nella tranquillità rotta solo dal vivace cinguettio tra gli alberi e l'ululato del vento che soffia molto più in alto. Lasciamo questa oasi solitaria per scendere verso nord, lungo la stretta dorsale a cavallo tra la Val Aupa e la Val Alba.
La luce calda del pomeriggio filtra tra le fronde degli alberi, le loro cime agitate dal vento: ma qua sotto tutto è calmo e tranquillo, mentre raggiungiamo la sterrata che, invertendo bruscamente la nostra rotta, ci riporta a valle, con splendide viste sulla Grauzaria.
Le vie di Moggio ci accolgono deserte e silenziose, mentre rientriamo al punto di partenza, presso il ponte sul fiume Aupa.
La gente è rintanata al caldo delle proprie case e chissà, forse a loro sembriamo proprio un po' matti! Ma da un anno a questa parte, a causa del Covid, ogni fine settimana è un'incognita, perciò sì, oggi eravamo fortemente motivati!
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