Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

sabato 26 dicembre 2020

Da Baita Polo a Casera Palussa, lungo i sentieri di Giais

Ultimo fine settimana per poter andare per monti quest'anno!
Un nuovo lockdown ci terrà rinchiusi fino a dopo le festività e il meteo non è granché. Evitando di andare troppo lontano e in alto, propongo alle amiche la salita alla Cima Valfredda, già salita da me nove anni fa.


Peccato che intoppi e malanni dimezzino il gruppo iniziale e alla fine, al ritrovo di Dignano, ci siamo solo io e Diana. Il meteo non sembra malaccio, pure la neve è andata parecchio via e, raggiunto il punto di partenza a Selva di Giais, iniziamo a salire lungo il Troi I Vuolth. 



Nuvole salgono dalla pianura creando giochi di luce con i raggi del sole, mentre saliamo con percorso aperto e panoramico, lasciando dietro di noi boschetti di alberi spogli, giungendo infine al pianoro che ospita la Baita Polo. 











Qui, un gruppetto di persone che ci precedeva, ne ha già preso possesso e, memori delle regole sul distanziamento, non ci fermiamo, raggiungendo poco dopo il bivio con il sentiero che sale a casera di Giais e alla Cima Valfredda, per ora ancora libera dalla densa nuvolaglia che va coprendo le cime più alte. 



Passo dopo passo, senza premura, saliamo verso casera di Giais, iniziando a pestare neve, fermandoci quando la coltre di nuvole avvolge del tutto anche la nostra iniziale destinazione. Non ci rammarichiamo troppo, la cima non scappa e ci torneremo un'altra volta, assieme alle amiche che oggi non sono potute venire con noi. 









La scorsa settimana, assieme a Luca e Gabriele, avevo notato un cimotto senza nome, che ora vediamo bene, proprio sotto di noi: ecco, quella sarà la nostra cima odierna! 


Scendiamo lungo il pendio erboso, abbandonando il sentiero principale e puntando alla dorsale che si protende verso la pianura e che culmina con l'anonimo cimotto, che raggiungiamo dopo una breve lotta con le ramaglie di un boschetto. 





Le campane di Giais suonano a mezzogiorno proprio mentre ci sediamo a pranzare. La pianura è avvolta dalla coltre di nuvole ma ancora raggi di sole filtrano qua e là, mentre ci incamminiamo verso Casera Palussa, anche oggi immersa nel silenzio. 






Ripercorrendo i passi di domenica scorsa, scegliamo di scendere seguendo il Troi de Rut, per la felicità di Diana, piacevolmente colpita dal suo bel percorso. 




Lo abbandoniamo a metà, scegliendo di percorrere una variante che lo raccorda al sentiero salito in mattinata, che ci porta prima in leggera discesa a raggiungere una valletta alberata, poi in salita, ritrovandoci subito dopo sul Troi I Vuolth, chiudendo così ad anello il giro di oggi!



Nonostante tutto ci siamo mosse e rimane ancora domani, per un giro assieme a Luca e Gabriele. Dopo di che sarà di nuovo lockdown e per noi della pianura, giorni di astinenza montana. 

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