Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 27 febbraio 2020

Furlanova e Otmarjeva pot... di nuovo sul Gradiska Tura

Stairway to Heaven...
Le parole mi vengono in  mente mentre guardo in su, lungo la linea di staffe che salgono dritte dritte verso il cielo azzurro.


Il tempo vola! Dieci anni fa percorsi per la prima volta la ferrata Furlanova, per ben due volte nel giro di pochi mesi. 
Sabato, attirati dalle foto di una coppia di amici, ci torniamo per percorrere anche la nuova ferrata Otmarjeva. 


Guidati nell'ennesima variante stradale del navigatore (mai una volta che rifacciamo la stessa strada!!!), arriviamo nella silenziosa Vipava e poi nell'affollato parcheggio del campeggio Tura di Gradisce. 



Zaino in spalla e partiamo, destreggiandoci nell'intricato groviglio di tracce e sentieri, arrivando all'attacco dell'ormai conosciuta Furlanova pot, che saliamo senza patemi, se non per le due ragazze che, senza casco ne set da ferrata, tra un selfie e l'altro, salgono con cautela e facce apprensive dietro di me... mah!!!!






Immaginandomi un loro ipotetico volo dall'esposto spigolo, salgo veloce dietro a Luca, uscendo sul belvedere che abbraccia la bellissima valle del Vipacco. 


Il sole non ha fatto ancora capolino oltre le rocce, mentre al bivio scendiamo lungo la via normale, per poi giungere ai piedi della prima verticale e strapiombante placconata che caratterizza la partenza della Otmarjeva pot. 



Una lunga fila di staffe sale lungo la liscia e aggettante parete iniziale, giungendo al punto massimo di pendenza presso un campanellino attaccato alla staffa che, nonostante lo sforzo, non tralascio di far tintinnare. Si sa mai che sia per segnalare a qualcuno che scende da sopra!!! 



Mando mentalmente a "quel paese" Luca che mi chiede di fermarmi per una foto proprio in quel punto e passo oltre, accontentandolo in "territorio" più comodo, sulla staffa successiva. 


Un altro campanellino è posto proprio qui e, dopo aver fatto tintinnare pure questo, proseguo in su, aspettando lo sbucare di Luca oltre il tetto incriminato. 



Da qui in poi, nonostante la forte esposizione, la ferrata si fa più "tranquilla" e, abbracciati finalmente dal sole, saliamo tra rocce disseminate di fossili, ammirando il panorama e godendoci la salita in insperata solitudine. 


















La croce di vetta ci aspetta su un pulpito roccioso, accarezzata da un lieve venticello che ci fa optare di pranzare poco oltre, tra le rocce di una piccola dorsale. 





Con un ultimo sguardo alla vallata sotto di noi, scendiamo per un ripido sentiero che, velocemente ci riporta al punto di partenza e alla fine di questa bella giornata assieme.






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