Una Madonnina, un panorama e un nome: Monfredda.
Dopo aver visto la foto postata tempo fa su Facebook, giovedì inizio a cercare freneticamente informazioni su questo "misterioso" piccolo monte posto sopra l'abitato di Feltrone. A parte un sentiero Cai che risale verso gli Stavoli Nolia, sulla cartina non c'è che una traccia nera, che s'interrompe però lungo la sua dorsale. Mi pento di non aver chiesto prima maggiori delucidazioni all'autore della foto, ma ormai è tardi: domani andremo a vedere di persona!
Venerdì mattina, con un assonnato Gabriele, partiamo con calma e puntiamo l'auto verso Enemonzo, dove iniziamo la lunga risalita sulla stretta rotabile che ci porta ai Pani di Raveo. Per accorciare i tempi scartiamo infatti l'idea iniziale di salire da Feltrone e optiamo per una gita tranquilla, con partenza nei pressi degli Stavoli della Congregazione.
Parcheggiata l'auto presso la stradina d'accesso agli stavoli, c'incamminiamo con calma sotto un cielo azzurro punteggiato da nuvolette bianche, circondati da prati verdi e piccoli stavoli, alcuni ripristinati a bucoliche casette.
La stradina, in lenta salita, s'insinua tra altissimi abeti, le cui fitte chiome oscurano il sottobosco. Mangiucchiando lamponi, cerchiamo l'accesso a quella "traccia nera" disegnata sulla cartina, che troviamo dopo una curva della strada, accanto ad un cartello con su scritto "grancaccia": un ragazzo del luogo incontrato lungo il sentiero ci informerà che l'indomani si terrà, lungo questi sentieri, una caccia al tesoro.
Il sentiero è incredibilmente ben battuto e segnalato da segnavia bianco azzurri, che ci guidano in dolce salita in mezzo agli alberi. Camminiamo al fresco, con qualche breve strappo in salita, raggiungendo il margine della dorsale, dove da una staccionata possiamo volgere lo sguardo sulla vallata sottostante.
Ancora un po' e siamo al belvedere con la Madonnina vista in foto dove, sotto ad un albero adornato di bandierine nepalesi, troviamo una panchina e il libro delle firme! La visuale sulla conca ampezzana e la Val Tagliamento è davvero meravigliosa, nonostante la modesta quota di questa "piccola" cima.
Sapendo dell'esistenza anche di una croce di vetta, confermata dal ragazzo incontrato, proseguiamo ancora per un po' in salita, giungendo in un pianoro alberato, dove al suo margine scorgiamo un piccolo prato: la croce in ferro è posta qui, affacciata sulla vallata, con il suo bel panorama.
E chi lo avrebbe detto che una cima così "ignota" ci avrebbe regalato queste piacevoli visuali! Dopo essere ritornati al belvedere e aver pranzato in tranquillità, su suggerimento del ragazzo incontrato prima, prendiamo il sentiero che ci porterà alla Forca di Pani e da lì, chiudendo ad anello lungo la strada asfaltata, faremo rientro all'auto.
Alla fine, non conta la notorietà di una cima, nemmeno la sua altezza: conta la soddisfazione e le emozioni che ti ha lasciato dentro!
Venerdì mattina, con un assonnato Gabriele, partiamo con calma e puntiamo l'auto verso Enemonzo, dove iniziamo la lunga risalita sulla stretta rotabile che ci porta ai Pani di Raveo. Per accorciare i tempi scartiamo infatti l'idea iniziale di salire da Feltrone e optiamo per una gita tranquilla, con partenza nei pressi degli Stavoli della Congregazione.
Parcheggiata l'auto presso la stradina d'accesso agli stavoli, c'incamminiamo con calma sotto un cielo azzurro punteggiato da nuvolette bianche, circondati da prati verdi e piccoli stavoli, alcuni ripristinati a bucoliche casette.
La stradina, in lenta salita, s'insinua tra altissimi abeti, le cui fitte chiome oscurano il sottobosco. Mangiucchiando lamponi, cerchiamo l'accesso a quella "traccia nera" disegnata sulla cartina, che troviamo dopo una curva della strada, accanto ad un cartello con su scritto "grancaccia": un ragazzo del luogo incontrato lungo il sentiero ci informerà che l'indomani si terrà, lungo questi sentieri, una caccia al tesoro.
Il sentiero è incredibilmente ben battuto e segnalato da segnavia bianco azzurri, che ci guidano in dolce salita in mezzo agli alberi. Camminiamo al fresco, con qualche breve strappo in salita, raggiungendo il margine della dorsale, dove da una staccionata possiamo volgere lo sguardo sulla vallata sottostante.
Ancora un po' e siamo al belvedere con la Madonnina vista in foto dove, sotto ad un albero adornato di bandierine nepalesi, troviamo una panchina e il libro delle firme! La visuale sulla conca ampezzana e la Val Tagliamento è davvero meravigliosa, nonostante la modesta quota di questa "piccola" cima.
Sapendo dell'esistenza anche di una croce di vetta, confermata dal ragazzo incontrato, proseguiamo ancora per un po' in salita, giungendo in un pianoro alberato, dove al suo margine scorgiamo un piccolo prato: la croce in ferro è posta qui, affacciata sulla vallata, con il suo bel panorama.
E chi lo avrebbe detto che una cima così "ignota" ci avrebbe regalato queste piacevoli visuali! Dopo essere ritornati al belvedere e aver pranzato in tranquillità, su suggerimento del ragazzo incontrato prima, prendiamo il sentiero che ci porterà alla Forca di Pani e da lì, chiudendo ad anello lungo la strada asfaltata, faremo rientro all'auto.
Alla fine, non conta la notorietà di una cima, nemmeno la sua altezza: conta la soddisfazione e le emozioni che ti ha lasciato dentro!
1 commento:
la frase finale mi a molto colpito ,aspetto sempre di poter salire il Pisimoni in vostra compagnia anche se adesso vedo sei presa dalle belle arrampicate mandi miziouec
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