"Passo di Lanza chiuso"!
Il cartello rosso sulla strada ci coglie momentaneamente impreparati: certo è mercoledì, e forse fervono ancora lavori di manutenzione dopo la tempesta Vaia, ma eravamo convinti che l'avremmo trovato aperto dal lato di Pontebba.
Okay, urge piano B! L'ora è già tarda e dopo un veloce consulto della cartina, puntiamo l'auto in direzione Ugovizza e la val Uqua. Valutate le tempistiche, decidiamo di salire verso Sella Pleccia e la piccola chiesetta della Madonna della Neve. Dopo un primo tratto su sterrato, un piccolo cartello ci indica la via in salita, in mezzo al bosco.
Camminare in un fitto bosco di abeti ha qualcosa di magico. Con il vento che sussurra tra le fronde degli alberi, saliamo lentamente, assaporando la pace che quel fruscio sa trasmettere. La magia della musica della foresta ci sorprende ad ogni passo.
Pian piano entriamo in sintonia con essa, ad ogni passo diventiamo sempre più una cosa sola. Essa ci circonda, sfioriamo le sue radici, camminiamo abbracciati dai sui rami , protesi sul sentiero e, come dei bambini che cercano lo sguardo della mamma, alziamo gli occhi verso le cime dei suoi abeti, per scoprire l'azzurro dei suoi occhi, con cui ci guarda benevola.
Ogni tanto il bosco lascia spazio a piccole distese d'erba assolate, per poi riprendersi la scena, cambiando direzione. La foresta ci insegna che il tutto è vita e morte. Le radici vive sorreggono il nostro cammino, mentre i rami secchi del sottobosco ci riportano l'abbraccio delle persone care che non ci sono più, ed i rami verdi e giovani, flessuosi sotto il respiro della terra, tendono al cielo, alla ricerca del futuro.
Fate una camminata nel fitto della foresta: vi rigenererà, sia che siate tristi o felici; il suo abbraccio vi porterà a star meglio, e sentirete l'abbraccio che vi manca, il profumo delle persone che continuano a vivere accanto a noi, anche se sono andate avanti.
Usciamo dal bosco, e saliamo verso la sella, che ci accoglierà con ampi prati erbosi e cavalli al pascolo.
L'attenzione è talmente attirata dalla loro presenza che manchiamo il sentiero per la Madonna della Neve. Poco male, perché comunque la sterrata che porta a Sella Bistrizza è davvero panoramica e, intercettando il sentiero poco più in alto, alla fine ci arriviamo lo stesso.
I rintocchi della piccola campana echeggiano nella vastità che ci circonda: posta sul margine inferiore della dorsale del Gozman, la bianca chiesetta si affaccia sulle Alpi Giulie e sulla vicina Carinzia, abbracciando in un solo sguardo Italia e Austria.
Seduti ad un tavolo li accanto, Gabriele azzanna affamato i suoi panini, mentre ci godiamo la tranquillità di questi posti.
Terminato il pranzo, saliamo lungo un sentiero dietro alla chiesetta e raggiungiamo in successione, tutte e tre le piccole quote del Gozman.
Un bunker della Grande Guerra attira la nostra curiosità e, dopo averlo esplorato, torniamo sui nostri passi, oltrepassando di nuovo la chiesetta e questa volta, imboccando il sentiero giusto che ci riporta a sella Pleccia per poi riimmergerci nel magico canto del bosco del Gozman, che ci farà dono di un piccolo tesoro: la vista di un giovane cervo che si abbevera nel torrente Pleccia.
Post scritto a due mani: Nadia&Luca
Camminare in un fitto bosco di abeti ha qualcosa di magico. Con il vento che sussurra tra le fronde degli alberi, saliamo lentamente, assaporando la pace che quel fruscio sa trasmettere. La magia della musica della foresta ci sorprende ad ogni passo.
Pian piano entriamo in sintonia con essa, ad ogni passo diventiamo sempre più una cosa sola. Essa ci circonda, sfioriamo le sue radici, camminiamo abbracciati dai sui rami , protesi sul sentiero e, come dei bambini che cercano lo sguardo della mamma, alziamo gli occhi verso le cime dei suoi abeti, per scoprire l'azzurro dei suoi occhi, con cui ci guarda benevola.
Ogni tanto il bosco lascia spazio a piccole distese d'erba assolate, per poi riprendersi la scena, cambiando direzione. La foresta ci insegna che il tutto è vita e morte. Le radici vive sorreggono il nostro cammino, mentre i rami secchi del sottobosco ci riportano l'abbraccio delle persone care che non ci sono più, ed i rami verdi e giovani, flessuosi sotto il respiro della terra, tendono al cielo, alla ricerca del futuro.
Fate una camminata nel fitto della foresta: vi rigenererà, sia che siate tristi o felici; il suo abbraccio vi porterà a star meglio, e sentirete l'abbraccio che vi manca, il profumo delle persone che continuano a vivere accanto a noi, anche se sono andate avanti.
Usciamo dal bosco, e saliamo verso la sella, che ci accoglierà con ampi prati erbosi e cavalli al pascolo.
L'attenzione è talmente attirata dalla loro presenza che manchiamo il sentiero per la Madonna della Neve. Poco male, perché comunque la sterrata che porta a Sella Bistrizza è davvero panoramica e, intercettando il sentiero poco più in alto, alla fine ci arriviamo lo stesso.
I rintocchi della piccola campana echeggiano nella vastità che ci circonda: posta sul margine inferiore della dorsale del Gozman, la bianca chiesetta si affaccia sulle Alpi Giulie e sulla vicina Carinzia, abbracciando in un solo sguardo Italia e Austria.
Seduti ad un tavolo li accanto, Gabriele azzanna affamato i suoi panini, mentre ci godiamo la tranquillità di questi posti.
Terminato il pranzo, saliamo lungo un sentiero dietro alla chiesetta e raggiungiamo in successione, tutte e tre le piccole quote del Gozman.
Post scritto a due mani: Nadia&Luca
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