Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 14 gennaio 2019

Urazza e Banera

Sabato mattina il ritrovo è fissato a Tarcento: destinazione Val Torre e l'isolato paesino di Uccea.
Lo raggiungiamo, parcheggiando presso la chiesa con il suo piccolo cimitero: tutto in giro regna il silenzio.
Dopo aver già salito il Guarda, il Plagne, il Chila e il Nische-Stregone, l'unico tratto che ci manca è l'Urazza- Banera, perciò iniziamo a salire verso il monte Caal e l'omonima casera. 


Rinunce... a pochi metri dal Jof di Dogna

Rinuncia.
Era da un po' che questa parola non entrava a far parte di una nostra uscita montana.
La mano stretta attorno a un ramo di mugo guardo Luca davanti a me, nella mia stessa posizione precaria, su un'esile striscia di neve ghiacciata che precipita ripidamente a valle.
Davanti a noi, ormai a pochissima distanza, oltre un altro traverso mugoso ed esposto, il cupolotto pulito dello Jof di Dogna sembra volgerci le spalle, indifferente ai nostri tentativi di raggiungerlo.
Non ci aspettavamo di trovare simili condizioni e con i soli ramponcini ai piedi, rischiare non ne varrebbe la pena. L'incolumità di entrambi, vien ben prima di una qualsiasi vetta, anche se la rinuncia avviene a pochi metri di distanza!


martedì 8 gennaio 2019

Palis d'Arint

Il freddo vento che soffia da nord mi porta echi di ghiaccio alla mente, che vola libera, immaginando le gocce che scendono dalle cime ma che non riescono ad aver la forza di raggiungere la terra, abbracciate l'una all'altra, sospese nel tempo. Vorrei andare a scalfire questi intensi abbracci ma gli occhi della mia compagna di avventure hanno altre mire. Gli sguardi si incontrano, fiammeggianti, come sempre scattan scintille, e poi decidiamo di andare a vedere le Palis d'Arint, sperando entrambi in una veste invernale. Le cascate posson aspettare, in fondo ci siamo stati pochi giorni prima. In fondo l'importante è fare assieme quello che ci piace.

Tenevamo gli occhi fissi nel cielo, e mi pareva che le anime nostre si parlassero
attraverso l'epidermide delle nostre mani e si abbracciassero nei nostri sguardi che
s'incontravano nelle stelle. (Giovanni Verga)


venerdì 4 gennaio 2019

L'albero di Natale del monte Faeit

Dopo un Capodanno trascorso in tranquillità, il secondo giorno del 2019 decidiamo di passarlo naturalmente in montagna, riprendendo pian piano l'andar per monti. Assieme a Gabriele, optiamo per una tranquilla escursione al riparo del vento gelido previsto in arrivo per oggi e la scelta cade sul Mont di Anduins per vedere "La Mari dal Friul".
L'uscita ci fa godere del sole e della quiete del lento andare, fino al piacevole arrivo, prima alla bianca chiesetta della Madonna della Neve, poi più in là, alla dolcissima rappresentazione su mosaico della "Mari dal Friul", sul mont di Anduins.


Nel frattempo, già da un po' di giorni, sul gruppo "Donnavventura" si discute sul fare una notturna proprio stasera: l' incognita però è il meteo che dà forti folate di vento gelido: l'idea di congelarci al buio non mi esalta tanto e lascio la decisione finale all'amica Elena.