La giornata si rivela magnifica col passare dei minuti, mentre, arrivati nella conca d'Ampezzo, il termometro segna appena tre gradi. La strada che sale al Passo Falzarego è un filo nero ricamato nel manto rosso e oro del bosco, mentre le pareti che sovrastano i larici si stagliano maestose contro un cielo blu che rapisce parole e pensieri di stupore. Arrivati al parcheggio, dopo un primo, piccolo, brivido lungo la schiena, la temperatura si rivela confortevole e la giornata si preannuncia fantastica.
Saliamo lungo il sentiero al cospetto delle Torri di Falzarego, mentre il sole di metà mattina già scalda con vigore la pelle scoperta. Oltrepassato quanto rimane del vecchio ospedale militare prendiamo il sentiero che sale alla ferrata del Col dei Bos. Deviamo poco prima dell'attacco per una traccia che corre alla base della parete sud. Con un breve saliscendi raggiungiamo l'attacco della via, individuato dall'iscrizione Gaudio.
Dal piccolo pulpito alla partenza, alzando lo sguardo individuiamo subito la linea di spit che disegna la salita e partiamo. La corda scorre veloce tra le mani mentre Matthias sale e poco dopo sento la sua voce tranquilla nel silenzio che ci avvolge."Molla tutto".
Le mani stringono la roccia deliziosamente solida e tiepida in questi giorni di fine ottobre, raggiungo in sosta il compagno e si riparte con il rituale della cordata: materiale che passa di mano, corde che scorrono portandosi dietro il piacere della salita e della condivisione, mentre tutto intorno le Dolomiti splendono nell'autunno mite.
Scende pian piano il sole verso la fine della sua giornata, mentre, quasi in silenzio, scendiamo lungo il sentiero per tornare al principio della nostra giornata.
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