Il tempo cambia, modifica, diluisce.
Cambia la percezione, modifica le rocce, diluisce i ricordi.
Una via non sembra la stessa via impegnativa di vent'anni fa. Affrontata nelle giornate subito dopo la fine del corso roccia, piene di entusiasmo e voglia di fare, senza tanto buon senso e spirito di conservazione. Con un paio di chiodi e due nut che rendevano siderali le distanze tra di loro, lungo i tiri di corda.
La parete si sgretola, si spezza, si trasforma. La roccia diventa molto più liscia, o molto più friabile, Si insinua nei canaloni della montagna, come migliaia di sassolini. Assiepandosi instabile, come una moltitudine di persone in attesa di vedere qualcosa, sporgendosi al limite, fino a cadere, vittima della gravità o dell'imponderabile rottura dell'equilibrio.
I ricordi si slavano, si sfilacciano e ti raccontano solo le cose belle. E così alla domanda"com'è la via?" rispondi "bella!", senza esitare, poi ti addentri su belle placche che ti fanno riaffiorare ricordi bellissimi di tempi che puoi già ricordare memorabili. E mentre ti sforzi di far riaffiorare quei giorni spensierati e leggeri ti trovi ad arrampicare su crepe sbriciolate, dove tutto è in attesa.
Alla fine, nonostante tutto scopri con piacere, che il tempo non ha cambiato il sottile brivido che ti regala l'incertezza, lasciandoti in fondo al cuore l'incoscienza fresca dei vent'anni.
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