Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 30 aprile 2018

Piombada!

Dopo aver salito il Sompalis due settimane fa, sabato decidiamo di salire il Piombada, penultima elevazione della lunga dorsale rocciosa che, iniziando proprio dal Sompalis, passando per Cima Faroppa, Cima Cjampanili, Piciat, Cuel Ribois, Bottai e Piombada, termina con il Corona Alta.
Raggiunta Sella Chianzutan, ci prepariamo e partiamo con calma, risalendo per un tratto la vecchia pista da sci. 




La giornata è calda e soleggiata, perciò ci ripariamo nella bellissima faggeta che affianca i piloni dello skilift, puntando alla stazione d'arrivo dove sappiamo, ritroveremo i bollini che ci porteranno in cima. Il verde ci avvolge, mentre risaliamo ripidamente il bosco, fermandoci spesso a riprendere fiato e a goderci i giochi di luce che filtrano tra le foglie. 



Raggiunta la vecchia costruzione, cerchiamo e poco dopo troviamo i bolli rossi che ci guidano in salita tra gli alberi, sbucando su un pendio innevato, dove pini e arbusti portano i segni di una grossa valanga. 




Risaliamo la colata bianca, sprofondando qua e là nella neve, perdendo i segnavia ma puntando alla bene meglio verso la forcella con i tanti paravalanghe. E come al solito, "o di rif o di raf", sbuffando un bel po' nell'ultima ripida risalita doverosamente a "random", raggiungiamo il primo paravalanghe e l'agognata dorsale, dove lo sguardo cade giù vertiginosamente nel vallone dove scorre il torrente Rugoni e la vicina Val d'Arzino.





Ritrovati i bolli rossi, li seguiamo, puntando alla cima, risalendo tra erba e roccette, facendo scappare una piccola vipera, per la "felicità" di Barbara, che mi cede volentieri il comando della fila! 



Un passo dopo l'altro, risaliamo la dorsale e poco dopo la vista spazia amplissima, con la conca tolmezzina ai nostri piedi! 



Il panorama è davvero da urlo, nonostante la foschia avvolga la pianura che ci concede appena di intravedere il lungo corso del Tagliamento. Le acque del lago di Verzegnis risaltano per il loro colore azzurro, mentre tutt'attorno si estende un mare di cime che ci lascia senza fiato. 





Un intaglio roccioso ci divide dalla seconda cima, più bassa e con una bella croce. Da quassù sembra affilato e incute un po' di timore, perciò decidiamo di andare a dare un'occhiata da vicino per valutare il passaggio incriminato. 



Alla fin fine, con un po' di attenzione lo passiamo e risalita anche l'ultima dorsale erbosa siamo sulla seconda cima, al cospetto del "Redentore" e con ancora panorami grandiosi! 








Sopra di noi un parapendio passa a salutarci da vicino e ricambiando felici il suo saluto, mi chiedo come dev'essere il suo punto di vista su di noi, abbarbicate quassù, su questa isolata cima. 





Lo vediamo volteggiare un po' per riprendere quota, per poi volare lontano, mentre noi rimaniamo sospese quassù, a guardarci in giro, entusiaste di tutto ciò che ci circonda!


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