Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 31 ottobre 2017

Somp Selve

La Val Venzonassa è silenziosa mentre imbocchiamo il sentiero che ci porterà verso la chiesetta di Sant Antonio Abate. Da lì saliremo alla Cresta Cavallo, già salita assieme a Barbara tempo fa. 
Il cielo sopra di noi è leggermente velato, il sole si fa largo di tanto in tanto, illuminando la via e rallegrando gli animi. Sarà una ripida salita, cerchiamo di prenderla con calma.


Passiamo il bivio per la chiesetta, tralasciando di raggiungerla e ci innestiamo al sentiero 705 che da Mastrui sale verso casera Ungarina. 


Come la scorsa volta, ci mettiamo un po' a trovare la traccia che ci porterà sulla Costa Cavallo, ma una volta individuata, iniziamo la salita su un ampio sentiero, raggiungendo il margine dei prati, dove la traccia tende a perdersi in mezzo a folti ciuffi di ginestre. Ma sappiamo la strada e puntando sempre in su, aggirando saltini rocciosi, giungendo infine sulla spalla erbosa denominata Cresta Cavallo. 





L'ometto che avevamo costruito è crollato: lo sistemiamo mentre facciamo una breve pausa per rifocillarci e ammirare il panorama. Saliamo gli ultimi metri di pendio che ci collegano al sentiero della Traversata delle Prealpi Giulie e puntiamo verso il bivacco Coi, camminando lungamente in costa sotto la lunga e verde dorsale che dalla cima di Somp Selve porta al Plauris. Il panorama sulla valle del Tagliamento, nonostante avvolta dalla foschia che copre la pianura, è semplicemente fantastica e ce la godiamo per tutta la traversata, che ci consente per un po' di riprendere fiato. 




Le informazioni che abbiamo parlano di una traccia che si stacca nelle vicinanze del bivacco Coi, che individuiamo presso il bivio con il sentiero che sale da Portis Vecchio. In effetti è il punto di minor pendenza e la traccia che seguiamo sale lungo un costone erboso, che diventa via via più ripido mentre si sale, perdendosi in alto, sui ripidi verdi che precedono la cima. 






Ma la via è ovvia, dobbiamo solo puntare alla cima! Tra sbuffi e soste per riprendere fiato, finalmente la raggiungiamo e la vista si apre ampia e splendida verso tutti i monti e le vallate che ci circondano! 




Costruiamo un doveroso ometto di vetta per onorare questa cima, un bel po' trascurata per il vicino e più famoso Plauris e ci scattiamo una foto ricordo. Non ci resta che sederci accanto a dei mughi che riscaldano e riparano da un leggero e fresco venticello che spazza via le nuvole e ci regala il tepore del sole. 







Come al solito la sensazione è che il tempo quassù si fermi, mentre la vita laggiù, da dove arriviamo, scorra veloce, nella vita frenetica quotidiana. Ci godiamo questi attimi, pranzando e chiacchierando, rimandando il più possibile il momento di scendere. 



Ma sappiamo che abbiamo un lungo rientro e dopo un oretta di pausa ci rimettiamo in cammino, scendendo con cautela il ripido pendio e, puntando al bivacco Coi, lo raggiungiamo e facciamo un'altra pausa, contemplando i tantissimi grifoni che, volteggiando sopra le nostre teste, ci osservano speranzosi!!!





Il rientro sarà silenzioso e rilassato, accompagnato dal tepore degli ultimi raggi del sole, prima del tuffo tra le foschie che avvolgono il fondovalle.


"Lassù provammo quel fascio quasi inestricabile di sentimenti, che si suole chiamare il senso della vetta. Il mondo esterno, l'interno e il cosmico si compenetrano a vicenda."
Eugene Guido Lammer 

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

bella cimetta, non ha capito un acca per dove si sale ma va ben distes !

Nadia ha detto...

Noi siamo salite dalla Val Venzonassa, passando accanto alla chiesetta di Sant'Antonio, intercettando una traccia che porta sulla Cresta Cavallo e poi alla Traversata delle Prealpi Giulie, arrivando nei pressi del bivacco Coi e salendo con una traccia fino in cima. Insomma....ci piace ravanare! ahahhahahah