La mole grandiosa della Torre Trieste si bilancia all'orizzonte con il massiccio Agner. L'uno di fronte all'altra, come due titani che si studiano prima della battaglia. Noi nel mezzo, resi ancora più piccoli dalle note silenziose dell'inverno.
Risaliamo il letto ghiacciato del rio, mentre alle nostre spalle fa capolino la linea slanciata della Torre Venezia, in breve siamo alla base della prima parte della cascata. I preparativi sono veloci, pian piano Carlo diventa un eco lontano, inghiottito dal silenzio delle pareti.
Superata la prima parte ci aspetta una lunga sezione dalle difficoltà contenute, che saliamo slegati e veloci, rincorrendo brevi risalti divertenti, mentre la luna ci saluta, tuffandosi nel blu alle spalle delle Pale di San Lucano.
Dopo una lunga cavalcata sul nastro argentato arriviamo alla parte finale, uno stretto imbuto che ci porta alle mura del castello di ghiaccio, contornato da grandiose pareti di roccia. Grandioso è l'unica parola che descrive bene l'ambiente in cui ci stiamo muovendo, e dove il silenzio, ancora, regna sovrano sull'inverno.
Un breve traverso sulla sinistra ci porta alla traccia che scende a valle, seguendo per un pò il flusso della cascata, per poi deviare decisa a destra e scendere attraverso una ripida faggeta, fino ad un risalto che si supera con una calata in corda doppia. In breve si scende lungo le ghiaie del canalone, fino a incontrare il rio di Val Rugaros, che scendiamo disarrampicando alcuni tratti verticali fino a attraversare nuovamente il torrente Corpassa.
Dopo una lunga cavalcata sul nastro argentato arriviamo alla parte finale, uno stretto imbuto che ci porta alle mura del castello di ghiaccio, contornato da grandiose pareti di roccia. Grandioso è l'unica parola che descrive bene l'ambiente in cui ci stiamo muovendo, e dove il silenzio, ancora, regna sovrano sull'inverno.
Un breve traverso sulla sinistra ci porta alla traccia che scende a valle, seguendo per un pò il flusso della cascata, per poi deviare decisa a destra e scendere attraverso una ripida faggeta, fino ad un risalto che si supera con una calata in corda doppia. In breve si scende lungo le ghiaie del canalone, fino a incontrare il rio di Val Rugaros, che scendiamo disarrampicando alcuni tratti verticali fino a attraversare nuovamente il torrente Corpassa.
Il sole del pomeriggio illumina le Torri del Camp, erte sopra al castello di ghiaccio, mentre gli ultimi raggi del giorno si allungano. leggeri e freddi, sulla valle.
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