Le creste, siano affilate cornici bianche, o seghettate e affilate rocce o anche più o meno docili dorsali erbose, racchiudono in se l'essenza della ricerca. Un orizzonte da cavalcare, sospesi tra luce e ombra, tra cielo e terra. Un filo d'Arianna che si srotola sotto ai nostri passi conducendoci verso l'infinito che non vogliamo mai trovare pur anelando a esso.
In una bella giornata d'autunno prendiamo spunto dall'amico Sottosopra e saliamo a Sella di Rioda. I colori dell'autunno ci accompagnano lungo la strada e ci invitano a proseguire lungo il sentiero.
I larici formano quinte dorate, oltre le quali i Brentoni si innalzano superbi e solitari; un lungo tratto in piano ci porta ad un piccolo intaglio alla base del Monte Palone, in cui il sentiero s'infila docile, puntando il Monte Rioda.
E qui che la magia dell'autunno si compie. Il sentiero 206 corre a mezza costa, verso la sella di Festons.
Ma la piccola cima del Rioda e la cresta che da essa prende forma, attira la nostra attenzione, come la schiena sinuosa di un dragone verde si allunga verso est, invitandoci ad una emozionante cavalcata, sospesi tra i solari pascoli di Sauris e le ombre della Val Pesarina, su cui precipitano le cime rocciose delle Terze, dei Clap e del Siera.
I ripidi verdi del Rioda vengono domati con facilità, ora siamo in sella al Dragone Verde e iniziamo una lunga cavalcata!
La dorsale corre sinuosa dal Rioda all'Oberkofel, con vari saliscendi, gettando le ombre del primo pomeriggio sui pascoli di Casera Rioda, e perdendosi all'orizzonte, cercando di sfuggire allo sguardo.
Dalla cima dell'Oberkofel il Monte Festons sembra invitarci a fargli visita. Il Dragone Verde si desta dal torpore e riprende la sua corsa verso il fondovalle, per tuffarsi nel mare di brume che sale dalla pianura. Lo insguiamo, con calma, assaporando i colori ed i profumi dell'autunno.
Monte Festons, finalmente il Drago è stato domato e si accuccia ai piedi di Gabriele. Possiamo finalmente tornare indietro, inseguendo il Sole sui sentieri che portano al crepuscolo. Raggiungiamo la sella di Festons mentre lo sguardo sale per un breve attimo alla bella croce del Morgenleit, che salutiamo da lontano, prima di scendere lungo la strada che porta al bivio con il sentiero che ci riporterà all'inizio del nostro andare.
Mentre le nebbie della pianura abbracciano il fondovalle, il cielo si colora delle tinte calde del tramonto. Il respiro della montagna si fa fresco e silenzioso, mentre i nostri passi si perdono nelle ombre che abbracciano i larici dorati.
I larici formano quinte dorate, oltre le quali i Brentoni si innalzano superbi e solitari; un lungo tratto in piano ci porta ad un piccolo intaglio alla base del Monte Palone, in cui il sentiero s'infila docile, puntando il Monte Rioda.
E qui che la magia dell'autunno si compie. Il sentiero 206 corre a mezza costa, verso la sella di Festons.
Ma la piccola cima del Rioda e la cresta che da essa prende forma, attira la nostra attenzione, come la schiena sinuosa di un dragone verde si allunga verso est, invitandoci ad una emozionante cavalcata, sospesi tra i solari pascoli di Sauris e le ombre della Val Pesarina, su cui precipitano le cime rocciose delle Terze, dei Clap e del Siera.
I ripidi verdi del Rioda vengono domati con facilità, ora siamo in sella al Dragone Verde e iniziamo una lunga cavalcata!
La dorsale corre sinuosa dal Rioda all'Oberkofel, con vari saliscendi, gettando le ombre del primo pomeriggio sui pascoli di Casera Rioda, e perdendosi all'orizzonte, cercando di sfuggire allo sguardo.
Dalla cima dell'Oberkofel il Monte Festons sembra invitarci a fargli visita. Il Dragone Verde si desta dal torpore e riprende la sua corsa verso il fondovalle, per tuffarsi nel mare di brume che sale dalla pianura. Lo insguiamo, con calma, assaporando i colori ed i profumi dell'autunno.
Monte Festons, finalmente il Drago è stato domato e si accuccia ai piedi di Gabriele. Possiamo finalmente tornare indietro, inseguendo il Sole sui sentieri che portano al crepuscolo. Raggiungiamo la sella di Festons mentre lo sguardo sale per un breve attimo alla bella croce del Morgenleit, che salutiamo da lontano, prima di scendere lungo la strada che porta al bivio con il sentiero che ci riporterà all'inizio del nostro andare.
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