Il Cengio non è proprio la montagna ideale, visto dalla pianura appare come un anonimo costone roccioso che si erge sul fianco della Val d'Astico. Niente di che. Quasi invisibile.
Ma su quello strapiombo, pure banale al primo sguardo, si può camminare su un'opera dell'ingegno dell'uomo, rimasta a imperitura memoria di una delle più cruente battaglie della prima guerra mondiale.
Lassù, tra il 22 maggio e il 9 giugno la 1^ Armata Italiana comandata da Luigi Cadorna fronteggiò le truppe austroungariche impegnate nella Strafexpedition.
Combattimenti cruenti che finirono in terribili corpo a corpo, non ultimo quello che vide i granatieri avvinghiarsi al nemico e precipitare assieme verso il fondo della Val d'Astico. Episodi tremendi da cui oggi il nome di Salto del Granatiere.
Di oltre seimila uomini, non si trovò più traccia, dispersi, dilaniati dalla battaglia, rubati alla loro gente.