Il cielo è terso. Un azzurro intenso cinge le cime che si propongono da Pian Fontana. La nostra è là, davanti agli occhi, sovrasta il sentiero che sale la Val di Santa Maria. L'idea è di percorrere la magnifica cresta salita per la prima volta da Brunner e compagni nel lontano 1931. Una via che sa di leggenda.
Tralasciamo il sentiero che risale la Val dei Frassin e porta a casera Laghet de Sora e imbocchiamo una traccia nascosta tra erbe e mughi che risale la Val dei Cantoni, fino ad incontrare l'opera del Tracciatore Mascherato, che ha per missione il rendere agevole la frequentazione di luoghi impervi e solitari, onde evitare se ne perda la memoria.
La traccia, seppur a volte labile, non necessita della sua discutibile opera e proseguiamo oltre, guidati dagli ometti in pietra e da sbiaditi segnavia biancorossi. Il sole di fine agosto batte con violenza ed il caldo si fa sentire: la fronte s'imperla di sudore e il desiderio d'acqua non si placa. L'avventura di oggi da i primi segni di una svolta imprevista. Complice il caldo e una valutazione errata dei tempi vediamo la cima allontanarsi.
Il dislivello per arrivare all'attacco della via per molti rappresenta il culmine della giornata, e pare che lo sarà anche per noi oggi.
Ormai in prossimità della forcella, incontriamo uno stambecco che ci guarda incuriosito, prima di tornare a dedicarsi all'erbetta. Il caldo si fa opprimente e il desiderio di un bagno rinfrescante nelle marmitte dei giganti non sarebbe tanto strano: il termometro segna 28 gradi a quasi duemila metri. Il caldo rallenta il passo, e, ormai, si è fatto mezzogiorno quando arriviamo in prossimità della finestra naturale che indica l'attacco della via.
Con lo sguardo perso verso la Pala Anziana rimuginiamo sul da farsi.
La voglia di cima si confronta con il tempo che ancora richiede la salita. Lo sguardo sale verso la cresta, ne percorre il saliscendi fino alla Cima dei Preti, poi, sconsolato e colpevole, torna silenzioso a consolarsi con il panorama che ci circonda, dalle Postegae al GrossGlockner, passando per il vecchio Nile, che mimetizzato tra le crode se la ride della nostra condizione.
Cercando la traccia lungo i prati di Pala Anziana si palesa la rinuncia e iniziamo la discesa verso il bivacco di Laghet de Sora.
Il sentiero scende velocemente di quota e ad ogni svolta ci ricorda quanto ci siamo persi. Camminiamo nelle erbe alte dei pascoli dimenticati e silenziosi. Le superbe crode di Cima Sella si mostrano in tutta la loro bellezza mentre raggiungiamo il piccolo bivacco alla testa della Val dei Frassin.
Seduti sulla panchina ci godiamo un pò di frescura all'ombra, mentre il sole del primo pomeriggio non attenua la sua morsa e i mughi ci attendono con il loro caldo abbraccio. Non è andata come volevamo, ma poco importa, come sempre la montagna comunque riserva sorprese inaspettate e appaganti.
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