Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

domenica 27 settembre 2015

Un libro per Vildiver

Un déjà vu!
Agosto del 2003.... mi ero fermata nello stesso punto!
Solo che quella volta c'era il cugino Manuel ad andare in avanscoperta, mentre oggi c'è Silvia, che dopo la sua perlustrazione decreta il "non si passa"!
Enrica già da un po' lamenta il suo "non mi piace"e si ferma ad aspettarci poco oltre la galleria. Io, Barbara e Diana guardiamo pensierose il tratto successivo e sinceramente non ci ispira gran che fiducia!
La cengia che unisce le due cime dei Due Pizzi già la prima volta era molto rovinata... i tanti anni passati non l'hanno di sicuro migliorata... anzi!!!
Per fortuna al ricovero Bernardinis abbiamo letto che gli alpini sistemeranno pian pianino tutto il percorso e a noi non rimane che aspettare quelle migliorie, che speriamo permetteranno di ripercorrere questi bellissimi sentieri in sicurezza.
Ma per ora si fa dietrofront!


L'idea di salire le cime del Due Pizzi era già da tempo nelle nostre teste. Finalmente viene anche il suo turno e sabato mattina imbocchiamo il sentiero 648 che con percorso prima nel bosco, poi, oltre il bivio per il Piper, su belle cenge e sfasciumi, raggiungiamo in meno di due la Forchia di Cjanalot.








Il cielo sopra di noi è nuvolo, ma le cime, almeno quelle che ci interessano, sono libere e ci invitano a proseguire. Raggiungiamo il ricovero Bernardinis e dopo una veloce merenda, saliamo alla Cima Vildiver. Foto di vetta per l'iniziativa del Cai Artegna "70 cime per 70 anni" e fuggiamo via dal fresco venticello che soffia quassù!



Raggiunto l'ingresso della lunga e buia galleria che dà accesso alla cengia tra le due cime, ci prepariamo indossando l'imbrago, anche se sappiamo già che ci sarà ben poco dove "assicurarsi"! Sbuchiamo sulla cengia e seguiamo quel che resta del cavetto corrimano, oltrepassiamo un ponticello crollato passando su un unico tubo superstite, giriamo l'angolo e diamo un occhiata alla prosecuzione del sentiero.







E alla fine torniamo indietro! 
Non avremo fatto la Cima Alta... ma la Cima Vildiver ci accoglie volentieri di nuovo, anche perchè c'è un libro di vetta da posizionare!!!



E il cielo pian piano si sta rischiarando... ora ce la godiamo un po' più di prima!







Pranziamo al ricovero Bernardinis e poi riprendiamo il cammino verso valle: il sole che finalmente è uscito a "riscaldarci" sembra dire: "brave... perchè rischiare, quando si può salire da nord?"
E così faremo! 

2 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

Non capisco quelli che vorrebbero togliere libri e croci dalle cime ........ meno male che ogni tanto c'è anche qualcuno che li mette :-) !

Nadia ha detto...

Grazie Luca,speriamo che non passi di li un "purista" della montagna e lo butti di sotto!!! Io la penso come te e mi piace trovare qualcosa in cima, che sia una croce, una Madonnina o anche solo un ometto di sassi...e il libro di vetta naturalmente. La gente lascia la firma ma anche bellissimi pensieri e aneddoti che è un piacere leggere.
Poi se c'è pure il timbro, ancora meglio!!!
Passa un giorno lassù a firmare... e anche sul Palon di Lius!!! ;-)