Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 10 agosto 2015

Cima Socede - Laghi dei Lasteati - Laghetto del Cengello

Una bella dormita ci voleva dopo la sfacchinata di ieri sul Stellune!
C'è un piano A e un piano B per oggi, ma non vogliamo strafare e decidiamo per qualcosa di "soft" e tranquillo: il piano B prevede di raggiungere la facile cima di Socede e i laghi dei Lasteati. Poi si vedrà...
Dopo una bella colazione, lasciamo l'auto nel parcheggio del rifugio e risaliamo a piedi verso Ponte Conseria, utilizzando il rilassante "sentiero dell'acqua", che costeggia il torrente Maso di Spinello. 

Questa volta imbocchiamo il sentiero 326 che con una serie di tornantini ci fa prendere quota velocemente nell'umido bosco e ci porta in meno di un ora al panoramico ripiano dove sorge il rifugio di Malga Conseria. 



Ci concediamo una sosta "merenda" con la scusa di chiedere informazioni al rifugista e poi ripartiamo, risalendo il pendio erboso dietro il rifugio, oltrepassando una croce monumento a ricordo dei caduti in guerra e arrivando poco dopo al passo Cinque Croci. 




Un cartello indica il museo all'aperto della Prima Guerra Mondiale di Cima Socede: seguiamo la traccia che risale il pendio e poco dopo siamo in cima, da dove si gode un bellissimo panorama! In giro, filo spinato, trincee e resti di baraccamenti ci ricordano che in questi luoghi così belli si è combattuto e trovato la morte; un solo pensiero, una sola speranza... "mai più!!!" 







Aiutiamo una coppia un po' incerta a percorrere una traccia che destreggiandosi lungo la cresta ci porta sul sottostante sentiero 326 e da li al passo dei Lasteati. Li salutiamo mentre noi ci fermiamo per pranzo presso i laghi dei Lasteati. Il sole va e viene tra le nuvole di passaggio e noi ce ne stiamo qui tranquille e rilassate a goderci questi luoghi meravigliosi. 



Guardiamo la cartina, alla ricerca di una prossima meta: il baito e il laghetto del Cengello ci attirano, anche perchè da li, una traccia "nera" ci riporterebbe al rifugio Carlettini, chiudendo il giro ad anello. Una famigliola del luogo ci accompagna in "fuori pista" giù per tracce e cespugli di mirtilli, ad intercettare il sentiero sottostante presso una bella cascata e dopo averli salutati proseguiamo da sole verso il laghetto del Cengello. Le nuvole ci avvolgono, poi se ne vanno, poi ritornano, accompagnandoci fino ad un pianoro verde disseminato di roccette e rigagnoli, dove troviamo il baito del Cengello, una piccola casetta in legno adornata con bandierine tibetane. 


Poco più in là, nascosto tra gli alberi,scopriamo l'omonimo laghetto, all'inizio avvolto dalle nebbie, spettrale e silenzioso in questa atmosfera ovattata. Poi per fortuna la nebbia si dirada e il sole ci regala splendidi riflessi sulla superficie del lago. 




Il posto merita una lunga sosta rilassante e per un po' ce la concediamo, ma l'ora si fa tarda e ci rimettiamo in cammino alla ricerca di quella famosa traccia nera che dovrebbe riportarci a valle. Complice la nebbia, ritornata a complicare le cose, girovaghiamo in lungo e in largo, tra roccette e folti cespugli di rododendri e mirtilli, trovandola all'inizio, ma perdendola presso una profonda forra. Non c'è nulla da fare... bisogna tornare indietro e ripercorrere il sentiero fatto all'andata. La solita pioggerella pomeridiana ci sorprende a metà strada, ma per ora che arriviamo di nuovo alla malga Conseria, il peggio è sceso a fondovalle. 


Ritroviamo la famigliola incontrata ai laghetti e scendiamo assieme di nuovo a valle chiacchierando di questi bei posti. 
Arriviamo all'auto che sono le 17:00 passate e ci aspetterà un lungo rientro, grazie alle tante baruffe con il navigatore!!! Ma ormai sappiamo la strada: il Lagorai ci rivedrà ancora!!!!

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