Uno sguardo alla cartina ci rivela che l'unico stavolo che c'è nei paraggi è quello Pala dei Larici e il bivio per la Via Alta sta un bel po' sotto!
Il fatto che il bosco porti gli indelebili segni dell'esteso incendio di due anni fa non ci ha aiutato: i segnavia sugli alberi sono letteralmente "arsi" assieme ai loro tronchi e solo quelli sulle rocce qua e là han resistito. Per il resto abbiamo seguito la traccia sul terreno impervio e magari ci siamo distratte un attimo; forse presso degli alberi caduti, chi lo sa. Di certo è che dobbiamo scendere se vogliamo percorrere un tratto di quella via.
Partite da Chiout Cali con il sentiero 641, saliamo nel bosco, sempre in vista della strada che percorre la sottostante Val Raccolana. Oltrepassato il greto del rio Malimberg, che nasconde una bella cascata, raggiungiamo il Rio Pliz, dove una corda "aiuta" a scendere il piccolo salto per oltrepassare la forra dove scorrono le sue acque.
Un tratto roccioso sale a strette serpentine e ci fa guadagnare velocemente quota, depositandoci di nuovo tra gli alberi arsi, alla ricerca di quella traccia che pian piano va scomparendo. E poi quello stavolo. Certo, come al solito stavamo chiacchierando, ogni tanto la traccia scompariva e c'era da cercare, ma quel bivio... possibile che l'abbiamo veramente mancato? Segnavia Cai continuano più in alto, ma se siam giuste vanno verso il Cimone.
Intanto mangiamo qualcosa e poi torniamo giù, decidiamo, mentre conosciamo meglio Tiziana, incontrata via Facebook e new entry di oggi! Certo non facciamo una bella figura con lei: il posto messo così non è proprio dei migliori, il meteo nuvolo non aiuta; se perdiamo anche i sentieri per strada... cosa può pensare???
Per fortuna la ragazza è tosta e non si perde di sicuro d'animo... almeno finchè ci sono i segnavia...
Ripercorriamo all'inverso il sentiero fatto in salita: otto occhi scrutano, cercano, ma di quel sentiero, nessuna traccia! Sarà franato con l'incendio, scomparso... chi lo sa..
Sappiamo solo che siamo di nuovo sul greto del rio Pliz e non sappiamo cosa fare ora! Buttare la giornata così? L'ora è tarda e l'idea di salire da Patoc viene scartata. Silvia e Tiziana si fanno intanto un giro esplorativo all'interno della forra del Pliz, mentre io inizio a studiare la cartina. Proprio non mi va giù: la prima "incompiuta" dell'anno! Guardo la cartina in cerca di opzioni B nei dintorni e l'occhio mi cade su quelle tracce nere che si staccano un po' più in là di dove stiamo e che si collegano alla Via Alta. Silvia nel frattempo è tornata e studiamo entrambe: già il sentiero bollato si vedeva poco, figuriamoci quella traccia nera! Ma non abbiamo nulla di meglio da fare ora, perciò magari... giusto un occhiata, tanto dobbiamo passare di lì!
Risalito il saltino, aggiriamo il costone e... "ti sembra una traccia quella?".
"Si si... è proprio una traccia... appena visibile... ma pur sempre una traccia!" Io e Silvia siamo entusiaste, in coda al gruppetto scende il silenzio! Enrica non si fa di certo pregare, perciò a Tiziana rimane ben poca scelta!!! Chissà cosa le passa in testa in quel momento!!! Con un entusiasta "tranquilla, sappiamo noi", partiamo su per quella che si rivelerà una "direttissima" per la Via Alta! La traccia sale a stretti tornantini tutto un costone bruciato e roccioso....come direbbe Luca, un autostrada!!!
La fame però si fa sentire, la salita non molla e ogni tot ci fissiamo una meta: per Enrica la parola fine sarà presso dei faggi, la mia un po' più in là, su quel grosso masso dove possiamo mangiare in pace. Sarà un po' oltre, sul pianoro boscoso che ospita ciò che resta di una baracca.
E da dove possiamo finalmente individuare sulla parete rocciosa che ci sta di fronte il tracciato della Via Alta! Un dosso boscoso ci divide da essa, una cinquantina di metri più su, scopre Silvia, andata avanti in avanscoperta! Un autostrada la definisce! Pranziamo con calma e poi ripartiamo... con calma! Le gambe si sa, a forza di ravanare su sentieri impervi esigono rispetto! E poi eccoci, sulla Via Alta finalmente!!! Tiziana tira un sospiro di sollievo... finalmente di nuovo su sentieri segnalati!!! In che stato di conservazione non si sa, ma pur sempre segnalati!!!
La tranquillizziamo: Donneavventura son sempre tornate a casa... tardi, ma son tornate! Raccontandole le nostre passate avventure, procediamo sulla cengia, in ambiente molto selvaggio e tormentato, raggiungendo poco dopo la bellissima cascata del rio Pliz.
Il luogo è davvero incantevole e ci ripaga di tutta la fatica fatta in salita. Un tratto del sentiero successivo è crollato sotto una piccola frana, che aggiriamo con cautela dall'alto, riuscendo a proseguire sulla cengia a tratti rocciosa, a tratti spettrale.
E alla fine eccolo, il bivio che avevamo tanto cercato! La tabella Cai è fusa e accartocciata ma ancora leggibile, il palo annerito sta su per miracolo! Lasciamo la prosecuzione verso il Cimone e scendiamo allo stavolo che avevamo raggiunto in mattinata: abbiamo fatto solo una parte della Via Alta che ci eravamo prefissate oggi, ma siamo superfelici, torneremo!
L'arcano mistero di quello che all'inizio pensavo essere un madornale errore della Tabacco che riportava lo stavolo sopra il bivio lo scoprirò solo una volta casa: quello che abbiamo raggiunto non era lo stavolo Pala dei Larici, ma lo stavolo Le Selve che non è nemmeno segnato sulla cartina! Poco importa ormai: come si dice, "abbiamo fatto allenamento", esperienza su terreni non segnati ed impervi, prova di perseveranza negli obbiettivi da raggiungere! E abbiamo dato un bell'assaggio a Tiziana di cosa vuol dire andare in giro con il gruppo "Donneavventura"!
Della serie: se non scappa, benvenuta nel gruppo!
4 commenti:
esiste sempre una via più difficile :-) !
Luca...toste son toste le Ravangirls! ;-))
ciao ragasse
Ciao Flavio,ieri pensavo a quanto mi mancheranno i tuoi commenti e oggi apro la mail e lo trovo...
L'hai scritto il giorno prima della tua ultima salita...
Grazie,per questo tuo pensiero,non sai che piacere averlo letto ora: è stato per me come un regalo inaspettato.
Ciao ragasso, sarai sempre in cima con noi!!!
Ciao Luca,scusa,ho dato la precedenza a Flavio,ma so che non ti arrabbierai,anzi...
Una via più difficile? Penso che questi ultimi due giorni ne abbiamo percorsa una difficilissima. Ma con il tempo diventerà più facile, più lieve.
Flavio rimarrà nei nostri ricordi e sarà con noi sulle cime che saliremo e i sentieri che percorreremo.
Un abbraccio
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