Quante volte l'avevamo osservata passando lungo la statale!
Quante volte c'eravamo chieste: ma cosa sarà? Un monumento? Un obelisco?
Poi un giorno, binocolo alla mano, l'osservazione aveva risolto l'arcano mistero! Una pietra bianca... una specie di gendarme di roccia.
Bisognava andare a vedere da vicino!
Così come per Cueste Mozze, anche di questo posto sul web non c'è praticamente nulla: dobbiamo sopperire a questa mancanza! Solo un nome sulla cartina Tabacco: Punta Furce Diame!
Sabato mattina partiamo con entusiasmo da Roveredo: dopo aver parcheggiato presso il cimitero e averlo oltrepassato, seguiamo un sentiero bollato di rosso e saliamo ad intercettare il sentiero 424, che, passando accanto ad una piccola cappella ristrutturata dagli alpini, ci porta ad attraversare lungamente a mezza costa sopra la forra del Rio Simon.
Il Zuc dal Bor è una visione bianca tra i rami mentre percorriamo il sentiero fino al Clap de Cròs, dove incontriamo il bivio con il sentiero 450.
Lasciamo la prosecuzione del 424 per future esplorazioni e saliamo velocemente fino alla bucolica radura che ospita gli stavoli di Enore e Aldo di Lavoreit, a cui vanno tutti i nostri complimenti per la cura che hanno di questo luogo!!!
Con la scusa di ammirare questi stavoli ottimamente ristrutturati, ci facciamo una bella pausa e dopo riprendiamo la ripida risalita, verso quella "punta bianca" che non ha mai smesso di osservarci e ammaliarci dall'alto!
Oltrepassato uno stavolo recintato (...guai ad entrarci!), percorriamo un tratto allo stesso tempo affascinante e desolato: alberi secchi e bianchi si stagliano verso il cielo azzurro, altri sono rovinosamente caduti a terra.
Bozzoli bianchi rigurgitano larve di processionaria che pian piano escono dal loro nido invernale e continuano a infestare e rovinare i pini tutt'attorno. Evitiamo di sfiorarle e raggiunto il bellissimo pianoro dello stavolo Breisi non possiamo trattenere un enorme "WOW"!
Il posto è davvero meraviglioso: un balcone sui monti che circondano tutta la zona, dal Montasio al Plauris! E "lei" da lassù ci osserva: ormai manca poco!
Sospinte da un venticello fresco, risaliamo gli ultimi duecento metri di dislivello e finalmente eccoci, al cospetto di Furce Diame!
Entusiasmo alle stelle, saliamo il ripido pendio che ci divide da quello sperone bianco che tanto abbiamo osservato, mille metri più in basso! E lo abbracciamo! Si, perchè dall'altro lato c'è un bel saltino!
Dietro, un piccolo cimotto erboso ci attira assai: salirci forse non sarebbe un problema... scendere però sarebbe tutta un altra cosa, così io e Barbara ci accontentiamo di starcene sedute sulla selletta tra i due, mentre il nostro piccolo stambecco Silvia non si fa di questi problemi e sale a farci il reportage dalla vetta!
Soddisfatte della nostra "conquista", scendiamo il pendio alla ricerca di un angolo al riparo del fresco venticello che soffia da nord. Lasciando la prosecuzione del 450 che continua verso forcella Vidus, prendiamo una traccia che passando sotto le pendici del Pisimoni, ci porta fin sotto un cimotto quotato 1358. Ci fermiamo qui a pranzare, sospese sopra la Val Canale, al sole, ammirando il panorama, stese sull'erba secca.
E poi di nuovo giù, ascoltando i racconti del vento tra i rami dei pini.
4 commenti:
Bielisim! ottima eslporazione..... la zona Moggio - Chiusaforte continua ad attirare attenzione !
Ingiustamente snobbata !
L'abbiamo snobbata a lungo e ora si prende la sua rivincita: ha tutta la nostra attenzione!!!
Vait su ca l'è bièl!
Mandi Luca :D
Condivido il pensiero di Luca. L'esplorazione continua e voi siete "fortissime
un saluto ;-)
Grazie Flavio,non si può che approfittare fin chè durano queste belle giornate...e fin chè ci son giri da depennare! :D
Posta un commento