Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

giovedì 7 agosto 2014

Rauchkofel

La strada verso Collina di Forni Avoltri è lunga!
Se fatta in auto sole solette... interminabile!
E oggi son sola... e mi manca chiacchierare con qualcuno!!!
Arrivo al parcheggio del rifugio Tolazzi che son quasi le otto e trenta: ci sono già parecchie auto, ma quasi nessuno in giro! Mi preparo velocemente e parto su per la sterrata, imboccando il ramo che sale al rifugio Lambertenghi. Dietro a me e poi davanti (ha preso una scorciatoia!) un altra "solitaria" sale e si ferma le mie stesse volte, tanto che manteniamo la stessa distanza, fino al rifugio, dove lei scompare al suo interno. 


Io proseguo, immersa nei miei pensieri, fino alla sella, dove posso finalmente dare uno sguardo alla mia meta: il Rauchkofel si erge come una piramide verde, dietro al rifugio austriaco, al di là del bellissimo lago di Volaia. 


Le cime del monte Capolago e del Coglians sono immerse in una coltre di nuvole che lottano per passare oltre: spero che la barriera regga, almeno il tempo di arrivare in cima e scattare qualche foto al bel panorama! Con quell'intento, scendo i pochi metri che mi separano dalla riva del lago e percorro il sentiero che in pochi minuti mi porta al Pichl hutte, immerso nel sole. 


Lo oltrepasso e raggiungo il bivio con cartelli: un occhiata al nevaio che scende dalla Valentin Thorl e opto per il sentiero di sinistra, che mi porterà direttamente alla cima del Rauckofel, seguendo il "Geo trail", tra rocce e prati riccamente fioriti. 




Dietro a me ricompare il lago di Volaia, sempre più piccolo, mano a mano che salgo. Sopra di me le nuvole lottano con il sole, minacciando a volte di nascondermi la meta, mettendomi premura di raggiungerla prima che il sipario cali e rimanga solo grigiore! Saluto la mucca che mi guarda con pietà ma che si mette subito in posa per uno scatto fotografico: scuote la testa e ricomincia a brucare, lasciandomi alle mie silenziose fatiche! 


Quanto mi manca il "babare" delle amiche: con loro non c'è tempo per sentire la stanchezza... siamo troppo impegnate nell'arte "oratoria"!!! Tra pause e partenze la croce di vetta si avvicina e scopro pure di non essere la sola che cerca di raggiungerla: davanti a me una coppia, che arriverà in cima pochi minuti prima di me. L'ultimo tratto è attrezzato con cavo corrimano, ma il sentiero si mantiene abbastanza largo e alla fine il cavo è solo d'aiuto nella "spinta" finale, per ritrovarsi al cospetto della grande croce di vetta. 


Un saluto alla coppia che scoprirò essere di Udine e all'austriaco che aspettava che salissi per scendere e mi guardo per bene in giro: le nuvole alla fine sono riuscite a circondare anche questa cima, ma di tanto in tanto il sipario si apre e ampi spazi e vallate appaiono qua e là, in un continuo gioco a nascondino: il nome "cima fumo" calza a pennello!




Mi faccio scattare una foto, prima che la coppia fugga, timorosa del brutto tempo. Io invece me la godo in solitaria ancora per un po', fino all'arrivo di mamma e figliolo austriaci che mi salutano con un sonoro "Berg heil!". 


Contraccambio e dopo avergli scattato una foto e firmato il libro, li lascio e inizio a scendere. Un' occhiata anche al vicino cimotto e mi ritrovo a tu per tu con "miss vanity" marmotta, che circondata da "non ti scordar di me" si alza in piedi e mi osserva curiosa: la furba aspetta cibo! L'accontento con un paio di crakers e un bel po' di scatti fotografici e mi avvio giù per il sentiero. 



Sono quasi arrivata al rifugio austriaco, quando alcune gocce iniziano a cadere dal cielo. Si faranno sempre più fitte, fino a diventare una bella pioggerella estiva, che creerà un fuggi fuggi generale, tanto che mi ritroverò in coda ad una lunga e variopinta fila indiana di giacche antipioggia colorate! 


Un paio di tuoni danno lo "sprint" giusto ai più lenti ma alla fine, quando finalmente uno spiazzo consentirà il "sorpasso" le ultime gocce lasceranno posto di nuovo al sole e il ritorno sarà più tranquillo. 
Oggi ho pure inaugurato lo zaino nuovo: una "benedizione" dall'alto ci voleva! 

3 commenti:

montagnesottosopra.blogspot.com ha detto...

sempre detto di andare e mai andato.... però che bello!


ben, disniciat il zaino con quatri gotis di salut !

Mandi

Unknown ha detto...

Una bella meta piena di incontri; "solitaria"... ma poi, in realtà da soli non si è mai e questo è un bene.
Il testo non è "giustificato" ma il racconto fila per il verso giusto e si legge tutto d'un fiato! tiè blogger ahahah

ciao

Nadia ha detto...

Ciao Luca, anche io l'avevo già da un po' in lista, alcune amiche c'erano già state e non volevano tornarci, così ho preso l'occasione al balzo e ci sono andata in "solitaria". Fateci un pensierino!!!

Ciao Flavio..le mie solitarie le cerco sempre in luoghi molto frequentati..speravo in un po' più di compagnia umana sul percorso, ma per fortuna non è mancata in cima, ne al ritorno! ;)