Ogni tanto ho l'impressione che la montagna sappia chi ha davanti, chi la stia salendo e lo accoglie nel modo più appropriato. Proprio come accade nella vita di ogni giorno, quando basta un'occhiata con la propria compagna per intendersi al volo.
E cosi mi accoglie nuovamente la Val Cimoliana: avvolgendo con eteree brume le sue cime ed i suoi pinnacoli, una scenografia che mi affascina da quando vidi il film "L'uomo di legno". Spettrali danze che ti fanno fantasticare e alleviano la fatica del salire.
La meta di oggi è il sentiero alpinistico dedicato dagli amici della Scuola Val Montanaia alla memoria di Luciano Micheluz. un itinerario alpinistico che abbraccia le Cime Meluzzo e Montanaia e la Croda Cimoliana.
Risaliamo la Val Montanaia fino al cospetto del Campanile, e poco prima imbocchiamo il sentiero che, attraversando i mughi, porta sotto le pareti della Cima Meluzzo.
Indossati i caschetti passiamo sotto le erte pareti e raggiungiamo la cresta della cima e aprendo la vista sulla Val Meluzzo, e il gruppo del Pramaggiore.
Iniziamo a percorrere un sistema di canali friabili e cengette che ci introducono in un mondo silenzioso e solitario, nel cuore della montagna.
Il percorso non è difficile, ma neppure agevole o semplice. Piede sicuro e assenza di vertigine per questo percorso che meriterebbe maggior attenzione e frequentazione.
A cavallo tra Val Montanaia e Val Monfalcon di Cimoliana, il sentiero regala continui scorci magici sugli abissi che si aprono sotto i nostri passi.
Superiamo il tratto chiave del nostro giretto, una breve paretina di terzo grado che ci introduce ad un canale franoso, che risaliamo per intero fino ad una evidente cengia che si stacca sulla destra. Percorriamo la cengia e arriviamo al belvedere di Forcella della Croda, tra le cime Montanaia e Croda Cimoliana, con un'insolita vista laterale sul Campanile.
Dopo un veloce break (si è fatto mezzogiorno ormai..) riprendiamo il cammino sul lato est della Croda Cimoliana. Risaliamo L'intaglio che porta a Forcella Cecilia e successivamente a un breve camino lungo il quale ci caliamo in corda doppia.
Ormai siamo alla fine del nostro giro per crode: proseguiamo lungo una cengia franosa che ci conduce poco sopra Forcella Cimoliana.
Ora ci si cala lungo un canale franoso con due brevi corde doppie. Arriviamo nei pressi del bivio tra le due forcelle, giusto in tempo per incuriosire alcuni escursionisti che sentiamo chiedersi "ma quelli li da dove vengono?"
Una volta sistemato tutto nello zaino scendiamo verso il bivacco Perugini, che in questa assolata domenica di metà settembre sembra una succursale di Lignano. Passiamo oltre egli sguardi salgono al "monte più illogico che esista" come lo definì Compton.
Nel primo pomeriggio ci sono ancora escursionisti sbuffanti come treni a vapore che salgono verso l' "urlo" di Napoleone.
Noi scendiamo. Le avventure di oggi sono già un ricordo.
Il percorso non è difficile, ma neppure agevole o semplice. Piede sicuro e assenza di vertigine per questo percorso che meriterebbe maggior attenzione e frequentazione.
A cavallo tra Val Montanaia e Val Monfalcon di Cimoliana, il sentiero regala continui scorci magici sugli abissi che si aprono sotto i nostri passi.
Superiamo il tratto chiave del nostro giretto, una breve paretina di terzo grado che ci introduce ad un canale franoso, che risaliamo per intero fino ad una evidente cengia che si stacca sulla destra. Percorriamo la cengia e arriviamo al belvedere di Forcella della Croda, tra le cime Montanaia e Croda Cimoliana, con un'insolita vista laterale sul Campanile.
Dopo un veloce break (si è fatto mezzogiorno ormai..) riprendiamo il cammino sul lato est della Croda Cimoliana. Risaliamo L'intaglio che porta a Forcella Cecilia e successivamente a un breve camino lungo il quale ci caliamo in corda doppia.
Ormai siamo alla fine del nostro giro per crode: proseguiamo lungo una cengia franosa che ci conduce poco sopra Forcella Cimoliana.
Ora ci si cala lungo un canale franoso con due brevi corde doppie. Arriviamo nei pressi del bivio tra le due forcelle, giusto in tempo per incuriosire alcuni escursionisti che sentiamo chiedersi "ma quelli li da dove vengono?"
Una volta sistemato tutto nello zaino scendiamo verso il bivacco Perugini, che in questa assolata domenica di metà settembre sembra una succursale di Lignano. Passiamo oltre egli sguardi salgono al "monte più illogico che esista" come lo definì Compton.
Nel primo pomeriggio ci sono ancora escursionisti sbuffanti come treni a vapore che salgono verso l' "urlo" di Napoleone.
Noi scendiamo. Le avventure di oggi sono già un ricordo.
4 commenti:
"Ogni tanto ho l'impressione che la montagna sappia chi ha davanti, chi la stia salendo e lo accoglie nel modo più appropriato"
Non ti sbagli, è proprio così =)
Complimenti, e un saluto!
Un giro molto bello, in un contesto altrettanto bello. Non per tutti... ;-)
ciao
robis par salvadis !
Chapeu! Bello davvero, Luca, complimenti per la scelta; un "giretto" non proprio alla portata di tutti, direi, di grande sensazione. Per intenditori! ciao Luca e un saluto a Nadia! Lauretta
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