L'appuntamento è con Silvia, alle cinque, a Dignano.
Lei è già li che mi aspetta e mentre i galli iniziano i loro "chicchirichi" mattutini, carico tutto sulla sua auto e puntiamo verso Longarone, Belluno, Agordo e Falcade, dove ci fermiamo a fare colazione con caffè e brioche in una fornita pasticceria! Prendiamo due paste per la merenda e ripartiamo, direzione passo Valles e la Val Venegiota. Sono le 7:50 e un dubbio ci coglie sul pagare o no il parcheggio della malga Venegia: il tachimetro segnala il pagamento dalle 8:00 in poi! Per sicurezza paghiamo, onde evitare multe, dal momento che vi lasceremo l'auto fino a domani. Il ragazzo del parcheggio ci informerà poi che non serviva! Amen, abbiamo "donato" 6 euro all'ente parco.
Ci prepariamo e alle 8:10 siamo in cammino verso la vicina malga Venegia dove risuonano assordanti i campanacci delle mucche al pascolo. La oltrepassiamo, salendo proprio dietro di essa, in un bel bosco, che più in alto lascia spazio a estesi prati verdi e ampi panorami! Raggiunta la forcella Venegia, puntiamo verso la prima cima in programma per oggi: Cima Valles o Venegia.
Risaliamo il pendio verde e dopo un non proprio bell'incontro con i resti di una pecora in decomposizione, ne raggiungiamo la panoramica cima.
Foto con la croce, un occhiata giù al sottostante passo Valles e ci rimettiamo in cammino, alla ricerca di un posticino dove non ci siano troppe mosche, attirate dal fetore della povera bestiola. Mangiamo le nostre paste poco più giù, lungo il crinale, osservando la gente che sale utilizzando il più breve sentiero che parte direttamente dal passo.
La incontriamo poco dopo, ripassando dalla forcella: bikers, boy scout, escursionisti vari, che pian piano sorpassiamo, passando accanto alla piccola cima Caladora (era nella lista odierna, ma soprassediamo) e poco dopo, nei pressi di un piccolo laghetto immerso in prati colmi di fiori colorati.
Lo lasciamo poco sotto di noi per puntare verso la successiva meta in lista, la Cima della Venegiota. Una traccia non segnalata sulla cartina, sembra salirvi in cima, ma sarà l'incertezza, sarà la pigrizia, decidiamo di rimandare la salita a quando incroceremo il sentiero che parte dal lato opposto. Proseguiamo così, lungo le sue pendici, abbassandoci lungo il sentiero dell'Alta Via delle Dolomiti 2 e risalendo poi verso il Passo di Venegiota. Qui il sentiero vero e proprio sale in cima con un centinaio di metri di dislivello, ma un occhiata a Silvia e passiamo oltre, lasciando la cima al folto gregge di pecorelle che vi pascola sopra.
Con ampi panorami sulla sottostante valle del Biois, cambiamo versante, abbassandoci verso il passo dei Fochet di Focobon, che raggiungiamo con brevi e facili tratti attrezzati con cordino passamano.
Il sentiero dapprima roccioso e all'ombra delle pareti del Mulaz, lascia qui spazio ad estesi prati fioriti, punteggiati da enormi massi su cui pranziamo ammirando le incredibili Pale di San Martino che si stagliano aguzze in un cielo limpidissimo!
Il caldo inizia a farsi sentire per bene, specie nel successivo tratto roccioso, che risaliamo con brevi tratti attrezzati. Ce la prendiamo comoda, con doverose soste, sotto il sol leone che picchia sulle nostre teste, attraversando un altopiano roccioso che sembra il deserto del Sahara, risalendo poi un canalino attrezzato che passa accanto ad un piccolo arco roccioso e ci porta in vista del rifugio Mulaz, dove pernotteremo.
Ma prima di raggiungerlo, mi lascio tentare da un breve sentiero che si stacca da quello principale, appoggio lo zaino a terra, risalgo le facili roccette e raggiungo la cima del Sasso Arduini, seguita a breve distanza da Silvia.
Foto di vetta, un altro sguardo all'ampio panorama e scendiamo verso il rifugio, brulicante di gente seduta ai tavoli esterni. Sono le 15:00 e un ragazzo ci accompagna su per le scale, per mostraci dove dormiremo. So già dalla prenotazione che il rifugio è pieno e saremo messe nel sottotetto: ciò che non ci aspettiamo è la torrida temperatura che ci aspetta in cima alle scale!!! "Ah ma poi rinfresca, non preoccupatevi!" ci dice sorridendo il ragazzo, dopo averci indicato una stanzetta a otto posti ricavata in una parte di tetto a cui si accede tramite contorsionismi vari. E per me che son alta, una cozzata al trave è d'obbligo e massaggiandomi la testa raggiungo ridendo e strisciando Silvia, che si lancia a spalancare la piccola finestrella per far passare un po' d'aria! Ci saranno 40° quassù!!
Prepariamo i letti e scendiamo per una birretta ristoratrice sedute ai tavoli esterni, osservando le altre persone che pernotteranno stasera: un numeroso gruppo del Cai di Ravenna, un gruppetto di greci, poi bolognesi, veneti e perfino friulani, due addirittura del Cai di Codroipo, che portavano in montagna Luca quando era ragazzino!
La cena è per le 18:45 e dibattiamo se salire sul Mulaz ora o domani mattina presto, per evitare la calca! Sono le 16:00...si potrebbe salire ora, che ci siamo un po' riposate! Saliamo di corsa in camera per prendere giusto la macchina fotografica e i documenti e alle 16:20 siamo in cammino! Risaliamo le roccette dietro il rifugio e poco dopo troviamo le prime indicazioni per la cima.
Saliamo non troppo velocemente...la birretta ha i suoi effetti su sudorazione e gambe, seguendo i grandi bollini rossi che segnalano i tratti più agevoli tra le numerose tracce presenti tra le rocce. Mazzi di margherite, papaveri gialli e cuscinetti di fiorellini azzurri, bianchi e rosa tappezzano qua e là le rocce: pennellate di colore nel grigio che ci circonda.
Tra pause e foto varie, una improvvisa arsura ci coglie e aneliamo ad una chiazza di neve residua, che fortunatamente troviamo poco più su. Certo non disseta molto, ma ci da la carica per l'ultimo tratto di facile sentiero che alle 17:28 ci porta in cima!!!
Un sogno si è avverato, la felicità è enorme! Specialmente nel constatare che siamo solo in cinque in cima!!! E gli altri tre ragazzi se ne vanno poco dopo averci scattato la foto di vetta, lasciandoci beatamente da sole in cima!!!!
Mai avrei immaginato una cosa simile, tanto è frequentata questa montagna! Da sole, con il sole che non batte più così forte, con un arietta che soffia leggera e ci fa godere del panorama estesissimo che si può ammirare da quassù! Sotto di noi, la Val Venegiota, con l'omonima malga, il Castellaz che vorremmo salire domani, il luccichio del lago di Paneveggio, e oltre, la Marmolada, le Tofane, il Civetta, il Pelmo! Dietro a noi le onnipresenti Pale, con la Cima del Focobon, di Val Grande, dei Bureloni e i vari campanili omonimi! La dorsale verde del Cimon della Stia e molte, molte altre cime tutt'attorno!
Rimaniamo su fino alle 18:10, poi dobbiamo scendere, la cena in rifugio ci aspetta! Ripercorriamo a ritroso il sentiero e con cinque minuti di ritardo, ci sediamo al nostro tavolo, in compagnia di tre bolognesi e una coppietta di Venezia, arrivata qui dal rifugio Pradidali!!!!..al Rosetta non avevano posto ci dicono!!! Alla faccia della sgambatina!!!
Pulizia e poi nanna, nel nostro "attico" che finalmente presenta temperature più consone alla zona dove ci troviamo, tanto che dormiamo con ben due coperte!!!
Domani giro tranquillo...o così pensavamo!!!
4 commenti:
Da quello che vedo non avete visto il tramonto poco fuori il rifugio verso le Torri delle Farangole, non sai cosa ti sei persa. Comunque bella salita e secondo me avete fatto bene a farla il pomeriggio, probabilmente il mattino dopo c'era tutto il rifugio su. Vedo che c'è ancora molta neve sotto il passo delle Farangole e quindi immagino che ci sia qualche difficoltà per proseguire verso il rifugio Rosetta per il sentiero delle Comelle. Ultima annotazione, il posto letto che avevate era molto simile a quello che ho avuto io quando ho pernottato al Fonda Savio ma il mio era un po' più scomodo dato che a dieci centimetri dal torace c'era una trave e appena sveglio ho dovuto far mente locale per non alzarmi di colpo. Ciaociao
Ciao Bruno,il tramonto non è stato rosato...siam state attente durante la cena,tenevamo d'occhio le Pale dalla finestra.;)
I ragazzi che son arrivati dal Pradidali han trovato ancora parecchia neve sul pianoro dietro le Farangole,ci han fatto vedere le foto. E il passo delle Farangole peggiora sempre di più,così ci han detto,dato che questa era la quarta volta che lo percorrevano!
Ho perso il conto delle cime fatte e fattibili... ottima la decisione di salire il Mulaz a quell'ora. La foto di vetta parla più di mille parole:gioia pura!!!
ciao e brave ;-)
Si Flavio..gioia pura!!e se non l'hai salito, merita!!!
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