E dopo l'Anna-Schutzhaus è arrivato il momento di far visita ad un'altro luogo che ci ha fatti innamorare, dopo un lungo corteggiamento e vari ammiccamenti. Lo scorso novembre salimmo alla cima del Torkofel, salendo dalle ultime case di Goldberg. Questa volta recuperiamo la chiave della sbarra e saliamo in auto i nove chilometri di strada e mille metri di dislivello, arrivando direttamente nel cuore dello Jaukenwiesen.
Il meteo non sembra essere dalla nostra parte, grosse nuvole si addensano sulle cime, ma il sole sembra voler far capolino tra le nebbie....
Attraversiamo il grande altipiano verde in direzione dello Jauken. Il sentiero sale senza strappi velocemente in quota: con un lungo traverso in quota verso sud, raggiungendo il sito delle vecchie miniere, attive già in epoca preromana.
Dai verdi pascoli si passa bruscamente ad un paesaggio lunare, caratterizzato dai cumuli di materiale di riporto, frutto degli scavi minerari. La cima si intravede tra le nebbie: sembra lontanissima e invece in breve raggiungiamo i pendii sommittali, restando sorpresi dal dirupato versante nord, a picco sui sottostanti ghiaioni, trecento metri più in basso.
Raggiungiamo la cima e ci concediamo una lunga pausa, durante la quale la flotta di trattori di Gabriele ha il suo bel da fare a sistemare la cima erbosa dello Jaukenstockl
Il cielo piano piano si apre, squarci di blu e raggi di sole, dalle nebbie passiamo ad un trionfo di colori e di cime che prima ci erano negate.
Ci godiamo il panorama nella quiete della cima e con calma iniziamo la discesa,
Ripercorriamo i nostri passi quando lo sguardo di Nadia viene rapito da un "qualcosa", una sirena d'alta quota? Incuriositi ci incamminiamo sulla cima dello Jaucken Hohe, raggiungiamo la cresta erbosa, presidiata da un agguerrito gregge di pecore e raggiungiamo la cima... scoprendo dei simpatici arbusti!!
Poco male, bis di cime per Gabriele!
Torniamo sui nostri passi, baciati dal sole che nel pomeriggio si è fatto largo tra le nuvole grigie, regalandoci scampoli bellissimi di un panorama che amiamo.
Attraversiamo il grande altipiano verde in direzione dello Jauken. Il sentiero sale senza strappi velocemente in quota: con un lungo traverso in quota verso sud, raggiungendo il sito delle vecchie miniere, attive già in epoca preromana.
Dai verdi pascoli si passa bruscamente ad un paesaggio lunare, caratterizzato dai cumuli di materiale di riporto, frutto degli scavi minerari. La cima si intravede tra le nebbie: sembra lontanissima e invece in breve raggiungiamo i pendii sommittali, restando sorpresi dal dirupato versante nord, a picco sui sottostanti ghiaioni, trecento metri più in basso.
Raggiungiamo la cima e ci concediamo una lunga pausa, durante la quale la flotta di trattori di Gabriele ha il suo bel da fare a sistemare la cima erbosa dello Jaukenstockl
Il cielo piano piano si apre, squarci di blu e raggi di sole, dalle nebbie passiamo ad un trionfo di colori e di cime che prima ci erano negate.
Ci godiamo il panorama nella quiete della cima e con calma iniziamo la discesa,
Ripercorriamo i nostri passi quando lo sguardo di Nadia viene rapito da un "qualcosa", una sirena d'alta quota? Incuriositi ci incamminiamo sulla cima dello Jaucken Hohe, raggiungiamo la cresta erbosa, presidiata da un agguerrito gregge di pecore e raggiungiamo la cima... scoprendo dei simpatici arbusti!!
Poco male, bis di cime per Gabriele!
Torniamo sui nostri passi, baciati dal sole che nel pomeriggio si è fatto largo tra le nuvole grigie, regalandoci scampoli bellissimi di un panorama che amiamo.
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