Domenica sgambatina verticale con Raffaele, dopo un pò bisogna rifarsi sotto anche con la roccia. Inizio soft con una classica delle nostre montagne: la parete nordovest della Zermùla.
Con noi ci sono anche Cip e Ciop, che saliranno Meledes, mentre noi andremo sulla via della Slavare.
In tanti anni che arrampico non ho mai salito questa linea, e visto che Raffaele preferisce qualcosa di tranquillo per rompere il ghiaccio , cade giusto a fagiolo.
Alla sommità dei ghiaioni ci dividiamo da Cip&Ciop e attacchiamo la parete sotto la grande placca che dà il nome alla via.
La salita è varia e divertente, le difficoltà contenute: c'è tutto lo spazio per divertirsi.
Di fronte a noi sale la ferrata della Zermùla ed è tutto un vociare ed uno sciamare di colori lungo il cavo.
Dalla nostra parte di montagna solo silenzio e vento, dall'altra traffico e voci. Due volti della stessa medaglia.
Continuiamo a salire, poche parole, poi un silenzio lungo un'intera corda, nel mezzo tanti pensieri.
Usciamo poco sotto l'anticima est. Di Cip&Ciop non c'è traccia.
Arrivati sul sentiero li chiamiamo. Lunghi squilli. Un velo di preoccupazione. Non sono neanche a metà via. Tornate indietro, ci vediamo giù.
L'attesa sarà lunga, ma alla fine nessuno si sarà fatto male, e l'importante è quello. Avranno modo di imparare a leggere le pieghe della montagna.
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