Doveva essere le Crode dei Longerin la meta, ma il tempo instabile, una volta nei pressi di Dignano ci dirotta verso la Val Cimoliana.
"Là ci voglio andare senza nuvole! Voglio godermi il panorama!"
E cosi arriviamo a Ponte Compol e paghiamo il pedaggio: la sbarra di legno si alza e ci apre le porte del regno delle crode più solitarie e selvagge delle nostre montagne. Un luogo che mi da sempre la sensazione di entrare in casa e stare tranquillo tra le mie cose.
Le nuvole già si rincorrono tra le cime mentre arriviamo al parcheggio del rifugio Pordenone.
Il piano B ci vedrà salire lungo la val Monfalcon di Cimoliana e divallare in Val Montanaia: siamo presto, ci prepariamo con calma e iniziamo a salire verso il rifugio.
"Questi due me par de conosserli", con una stretta di mano vigorosa ci saluta Ivan. "Dove andate?" Esposto il nostro piano B ci dice che la discesa dalla Forcella Cimoliana è intasata da due metri di neve: intanto ordiniamo due caffè, poi pensiamo al da farsi.
Quello no, quell'altro no, quest'altro neanche.
"Hai una corda?" sbotta Ivan, " potresti andare a fare il Micheluz!": La corda non c'è, ma l'idea intriga e la teniamo buona per un'altra volta. Bevuto il caffè optiamo per salire al bivacco Marchi Granzotto per la forca del Leone. Salutati Marika e Ivan li lasciamo ai lavori del rifugio e imbocchiamo il sentiero 349.
Il primo tratto nel bosco ci sorprende per il numero di rospi che incontriamo: nella frescura umida del mattino invadono il sentiero e dobbiamo fare attenzione a non calpestarli. Ma ben presto rospi e frescura cedono il passo a grave e calura.
La parte inferiore della Val Monfalcon di Cimoliana è un'ansa calda e lunare, che ti fa penare un pò prima di concederti il piacere dei suoi tappeti di muschi, erbe e eriche, delicati ancheggiamenti in netto contrasto con le crode grigie, nere e rosse che ci sovrastano, con il loro arditi pinnacoli, che stuzzicano la fantasie con le loro forme.
La forcella del Leone si svela all'ultimo momento, dopo un lungo traverso su neve la si raggiunge. La neve è davvero molto per la stagione ormai inoltrata e fa le veci di climatizzatore naturale.
La forcella del Leone si svela all'ultimo momento, dopo un lungo traverso su neve la si raggiunge. La neve è davvero molto per la stagione ormai inoltrata e fa le veci di climatizzatore naturale.
Un veloce ed intenso brivido freddo mi percorre mentre la raggiungo e osservo la discesa verso il bivacco: il catino superiore della val Monfalcon di Forni è ricolmo di neve. Nadia mi raggiunge e iniziamo la discesa: con qualche attenzione arriviamo al bivacco e ci godiamo la solitudine della vallata.
Sotto di noi ancora neve, cerchiamo di indovinare il sentiero per la discesa e qualche segnale sbiadito ci indica la via, ben presto entriamo nel caldo abbraccio dei mughi; le crode ci guardano silenziose, austere, mai maligne, finchè sfuggiamo al loro sguardo, al riparo nel bosco tranquillo, raggiungendo velocemente la val Meluzzo.
Il pianoro che ci porta a Casera Meluzzo sembra più lungo di altre volte che l'abbiamo percorso. Un vento caldo ci alita sul viso: guardo Nadia e provo piacere nel sentirla a fianco percorrendo questa solitudine, questo pianoro deserto che ci porta verso le risate e le parole che troveremo fra poco.
Poco dopo la casera imbocchiamo il sentiero che risale al Pordenone.
"Tornato? Perso nessun per strada? Perchè ogni tanto qualcuno la dimentica la femena per i monti!"
Ci perdiamo invece nella torta di Marika e in due birrette fresche!
Il pianoro che ci porta a Casera Meluzzo sembra più lungo di altre volte che l'abbiamo percorso. Un vento caldo ci alita sul viso: guardo Nadia e provo piacere nel sentirla a fianco percorrendo questa solitudine, questo pianoro deserto che ci porta verso le risate e le parole che troveremo fra poco.
Poco dopo la casera imbocchiamo il sentiero che risale al Pordenone.
"Tornato? Perso nessun per strada? Perchè ogni tanto qualcuno la dimentica la femena per i monti!"
Ci perdiamo invece nella torta di Marika e in due birrette fresche!
7 commenti:
Non sapevo cosa fossero le "crode", poi ho capito. Bellissimo, e scritto davvero con amore per le vostre montagne!
Mandi Alpinauti. rivedo con piacere i luoghi dello stesso giro fatto nel 2010. Percorso lungo ma sempre piacevole, anche se noi al posto della neve abbiamo preso la pioggia .
ambiente da favola...forse i rospi aspettano la loro principessa!
Oggi siete stati voi il re e la regina di un regno fatto di "crode silenti"
Bello, bello.
ciao ;-)
Grazie Marco,in effetti,li amiamo molto questi nostri monti,e anche i loro silenzi! :D
Al bivacco Marchi Granzotto sono sempre arrivato da Forni di Sopra. L'ultima volta in particolare è stata una super giornata di fine ottobre passando per forcella del Cason e scesi per la forcella de las Busas dopo aver dato un'occhiata ai giganti dolomitici dalla vicina forcella Monfalcon di Forni. Una volta scesi ed incrociato il sentiero rifugio Giaf - forcella Scodavacca siamo andati a (ri)vedere anche questa belissima forcella. Insomma quattro forcelle in un colpo solo. Però da sud non ci sono mai stato e come sempre aspetto ottobre-novembre date le mie note origini istriane. Ciao
@Luca e Flavio: l'ambiente è bellissimo e solitario, come piace a noi! e speriamo lo resti a lungo
Bruno, ti conviene aspettare quei mesi anche per la calura che si soffre salendo da sud lungo il primo tratto di ghiaie dietro il rifugio Pordenone!!! La scorsa volta era fine ottobre..e si è sentita la differenza, credimi!!! ciaoo
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