Doveva essere le Crode dei Longerin la meta, ma il tempo instabile, una volta nei pressi di Dignano ci dirotta verso la Val Cimoliana.
"Là ci voglio andare senza nuvole! Voglio godermi il panorama!"
E cosi arriviamo a Ponte Compol e paghiamo il pedaggio: la sbarra di legno si alza e ci apre le porte del regno delle crode più solitarie e selvagge delle nostre montagne. Un luogo che mi da sempre la sensazione di entrare in casa e stare tranquillo tra le mie cose.
Le nuvole già si rincorrono tra le cime mentre arriviamo al parcheggio del rifugio Pordenone.
Il piano B ci vedrà salire lungo la val Monfalcon di Cimoliana e divallare in Val Montanaia: siamo presto, ci prepariamo con calma e iniziamo a salire verso il rifugio.
"Questi due me par de conosserli", con una stretta di mano vigorosa ci saluta Ivan. "Dove andate?" Esposto il nostro piano B ci dice che la discesa dalla Forcella Cimoliana è intasata da due metri di neve: intanto ordiniamo due caffè, poi pensiamo al da farsi.
Quello no, quell'altro no, quest'altro neanche.
"Hai una corda?" sbotta Ivan, " potresti andare a fare il Micheluz!": La corda non c'è, ma l'idea intriga e la teniamo buona per un'altra volta. Bevuto il caffè optiamo per salire al bivacco Marchi Granzotto per la forca del Leone. Salutati Marika e Ivan li lasciamo ai lavori del rifugio e imbocchiamo il sentiero 349.