"Se fai qualcosa il 24 io ci sono!"
Enrica si "prenota" con due settimane d'anticipo e pure Diana mi fa sapere che è libera per qualche avventura!
Il meteo che ad inizio settimana sembrava volgere al brutto, migliora di giorno in giorno e alla fine, dopo averlo rimandato per molto tempo, decidiamo di salire sul monte Cuzzer, in Val Resia.
Fissata la partenza alle 7:00, raggiungiamo Diana a Gemona e puntiamo verso Resiutta, dove parcheggiamo in un piccolo spiazzo a Lischiazze.
Partiamo, imboccando la strada che in poco tempo ci porta alle case Gost e all'inizio del sentiero dedicato all'alpinista Claudio Vogric.
Guadato con un po' di equilibrismo un piccolo rivolo ingrossato dalle recenti piogge, iniziamo la lunga e ripida risalita della Scarbina Grande. Il sentiero sale con pendenza costante, alternando serie di tornantini a brevi tratti lineari che fanno riprendere fiato e concedono di godere del panorama che di tanto in tanto si apre tra gli alberi.
Voci dietro a noi annunciano che non siamo le sole a faticare quest'oggi e poco dopo due visi "noti" sbucano sul tornante sottostante: sono Enrico e Giovanni, due "Orsi" del Cai di Codroipo. Li lasciamo passare "salvandoli" dal nostro incessante "bla bla bla" e con un "arrivederci in cima", continuiamo a salire, fino ad un ripido pendio nel bosco che richiede attenzione per l'enorme quantità di fogliame e il sottobosco bagnato.
Raggiunta
la dorsale la vista si apre sul sottostante Canal del Ferro e
proseguendo per un tratto in falsopiano nella faggeta e risalendo un
paio di rampe rocciose, finalmente arriviamo in vista del cupolotto
finale e della croce di vetta, dove Enrico e Giovanni ci aspettano,
fino a pochi attimi prima immersi nella nebbia!
Ma si sa, gli
diciamo, le donnine portano sempre il sole! E infatti splende e
riscalda sulla piccola e panoramica vetta mentre sorridenti scattiamo
la foto di gruppo.
Mentre pranziamo gli Orsi ci salutano, per
proseguire verso casera Rio Nero, mentre noi opteremo per la discesa
per il versante opposto, seguendo il Rio Secco. La voglia di fermarsi
a lungo sulla cima è tanta ma Enrica scalpita e Diana la segue,
lungo la cresta che scende dal lato opposto.
Non mi resta che un
ultimo sguardo al bel panorama e proseguo anche io, mentre i Musi,
fino ad allora coperti da nuvole, fanno la loro comparsa e il sole
riscalda la nostra traversata verso la forca Tasacuzzer.
Passato un
canalino attrezzato raggiungiamo la quota 1451 e dopo un ultimo
saluto al Cuzzer caliamo giù definitivamente nella faggeta fino alle
tabelle che segnalano il bivio per Casera Rio Nero e Lischiazze.
La
discesa sul sentiero 707 all'inizio si svolge in ambiente selvaggio e
solitario tra i dirupati versanti del Cuzzera per poi infilarsi in
una bella faggeta che tramite il sentiero 703 ci porta alla sterrata
che conduce al fontanone Barman e da qui a Lischiazze.
Son
solo le 14:30 e ci concediamo un bel the con strudel in un bar di
Resia e una veloce visita alla sede del Parco.
E' stata una bella giornata, su una cima il cui ampio panorama ripaga della fatica fatta per salirla! L'unico rammarico, il fatto di esser stata poco in cima! La prossima volta zavorrerò con pietre lo zaino delle amiche!!!!
2 commenti:
eh queste amiche! E' bello sostare in vetta, ma le giornate sono corte... e poi non c'è più il tempo per lo strudel ed il the. :-D
ciao
Se la metti così Flavio, quasi quasi mi convinco! in effetti quello strudel...non era mica male!!! ;oD
Posta un commento