"C'è sempre un piano B" (Anonimo)
"Vengo anch'io?" la tentazione di rispondere in maniera colorita è forte, ma mi astengo e anche Stefano fa parte della comitiva: assieme a Raffaele è un ragazzo che dà soddisfazione come compagno di salite.
Si parte per la Via dei Triestini alla Cima dei Preti, via salita dal grande alpinista Giorgio Brunner, gran compagno di Comici negli anni trenta, anni in cui realizza questa gran cavalcata sulla seconda cima delle nostre Dolomiti. Quelle selvagge! Quelle dure da masticare.
Nel tardo pomeriggio di martedì partiamo dal parcheggio di Pian Fontana alla volta della Casera Laghet de Sora. La salita nel bosco è tranquilla, calda e afosa. Nelle ultime luci del pomeriggio ci si sente come animali liberi. L'aria è densa di sapori forti.
Nel tardo pomeriggio di martedì partiamo dal parcheggio di Pian Fontana alla volta della Casera Laghet de Sora. La salita nel bosco è tranquilla, calda e afosa. Nelle ultime luci del pomeriggio ci si sente come animali liberi. L'aria è densa di sapori forti.
Arriviamo poco prima delle otto alla casera e ci sistemiamo per la notte, scoprendo, al momento della cena, che la casera è posseduta!
Non certo da demoniache presenze (scapperebbero di fronte a quanto sappiamo fare), ma da un'indefinito numero di piccoli roditori che ci faranno compagnia per tutta la sera, ora rovistando tra la legna da ardere, ora grattugiando qualcosa dietro le perline. Una notte lunga..
Non certo da demoniache presenze (scapperebbero di fronte a quanto sappiamo fare), ma da un'indefinito numero di piccoli roditori che ci faranno compagnia per tutta la sera, ora rovistando tra la legna da ardere, ora grattugiando qualcosa dietro le perline. Una notte lunga..
Mercoledì mattina la sveglia suona verso le sei: il sole accenna spruzzi rosati sulla coltre azzurra dell'alba.
Il cielo è in parte coperto, e la cima è avvolta dalle nebbie mattutine. Iniziamo a salire verso la forcella Val del Drap, lungo il percorso dell'Alta Via dei Silenzi. L'aria è fresca e umida, si insinua sotto i vestiti.
Man mano che saliamo mi assale qualche dubbio, che svanisce quando volgo lo sguardo verso la forcella dei Frassin, da cui ci strizza l'occhio un fazzoletto di cielo azzurro. Ma i dubbi prendono consistenza come le nuvole che avvolgono decise la cima: davanti a noi un muro grigio.
Man mano che saliamo mi assale qualche dubbio, che svanisce quando volgo lo sguardo verso la forcella dei Frassin, da cui ci strizza l'occhio un fazzoletto di cielo azzurro. Ma i dubbi prendono consistenza come le nuvole che avvolgono decise la cima: davanti a noi un muro grigio.
Rapido consiglio di "spedizione" e decidiamo di optare per il Piano B.
Ripercorriamo i nostri passi fino alla casera per proseguire lungo l'Alta via alla volta della Forcella Spe e del Bivacco Gervasutti.
Risaliamo alla forcella Pedescagno e l'intaglio di Forcella Spe ci appare lontanissimo, un fantasma tra le brume che risalgono dal fondo della Valle di Santa Maria.
Continuiamo tra silenzi impensabili, raggiungendo il verde vallone della Misera: al di la del crinale che protegge il Gervasutti spunta come un fantasma la cima Cadin degli Elmi, con le sue guglie a fare da comari alla possente Cima Cadin di Toro.
Continuiamo tra silenzi impensabili, raggiungendo il verde vallone della Misera: al di la del crinale che protegge il Gervasutti spunta come un fantasma la cima Cadin degli Elmi, con le sue guglie a fare da comari alla possente Cima Cadin di Toro.
Forcella Spe ci accoglie fredda e ventosa: una piccola tacca di segnale ci da una pausa dal nostro silenzioso isolamento, giusto un aggiornamento sulle nostre intenzioni.
Il bivacco è a dieci minuti: "e se andassimo al Pordenone?" non serve spendere troppe parole e l'idea passa. Piano B 2.0!
Ci avventuriamo lungo il sentiero Marini, dopo che un cartello ci avvisa che è riservato ad alpinisti esperti e dotati di attrezzatura completa!
Il sentiero Marini è una selvaggia accozzaglia di ghiaie sospese dove pare impossibile passare. Dopo qualche peripezia raggiungiamo la cengia che corre sotto Cima Talagone e Guglia di San Lorenzo. Guardandosi dietro non si individua la traccia che ha guidato il nostro passaggio.
Proseguiamo verso il Col Cadorin, e passiamo sotto le sconosciute Cime le Gorde: sembra mancar poco al Rifugio, ma questo si fa desiderare dietro un paio di coste boscose che ci ingannano, finché contenti arriviamo al secondo belvedere sul Campanile. Ora manca davvero poco!
I profumi della cucina di Marika ci guidano nel bosco. Superiamo le pietraie che scendono dalla Val Montanaia e pregustiamo le panche e le birre del rifugio, in che ordine non lo sappiamo!
I profumi della cucina di Marika ci guidano nel bosco. Superiamo le pietraie che scendono dalla Val Montanaia e pregustiamo le panche e le birre del rifugio, in che ordine non lo sappiamo!
"Heilà com'è?" tuona Ivan da dietro il banco, "Eravamo dalle parti di Laghet de Sora, e visto come cucina Marika abbiamo pensato di venire a trovarti! E poi sapendo come sei gentile sapevamo che ci avresti dato uno strappo fino a Pian Fontana!!". Un breve silenzio condito da un sorriso e "Combinemo, devo portar giu tre tedeschi fra un oretta!"
Intanto ci diamo sotto di forchetta e riviviamo sulla carta il giro appena fatto.
Due birre sono andate e la panca sotto il sedere inizia a scottare, salutiamo Ivan e Marika e ringraziandoli per la gentilezza, c'incamminiamo verso la macchina.
Due birre sono andate e la panca sotto il sedere inizia a scottare, salutiamo Ivan e Marika e ringraziandoli per la gentilezza, c'incamminiamo verso la macchina.
La Cima dei Preti sonnecchia ancora sotto le coltri di nuvole, e una volta arrivati alla macchina il foro sulla cresta dei Triestini ci strizza l'occhio: alla prossima!
3 commenti:
Complimenti davvero! Foto stupende come al solito! Ale
abbandono subito l'idea del sentiero Marini.
Mandi
Luca, che dire.. è un pò selvaggio!
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