Durante la salita al Rifugio Vallaccia, mentre facevamo merenda in un bel prato verde tra i larici, col binocolo scrutavo le cime che ci circondavano. Carta alla mano studiavo la bella cresta davanti a noi, mentre Nadia mi spiegava che li sopra correva l'alta via Bruno Federspiel, o alta via dei Monzoni. Percorso aereo in cresta che attraverso vecchi camminamenti di guerra collega la forcella della Costela a Passo Selle.
"Vai a farla domani no?" lancia Nadia.
L'idea mi tentava. Rimandando la decisione alla sera, ricominciamo la salita verso il rifugio Vallaccia.
Al mattino, dopo un bacio a Nadia, esco dal rifugio poco dopo le sette. Il sole spunta da dietro la Marmolada nell'aria fredda di questo mattina.
Il sentiero sale lentamente verso la forcella della Costela, inarcandosi nell'ultimo tratto, quasi a voler disarcionare chi lo percorre. Arrivando alla forcella mi accoglie uno strano sibilo e subito dopo, come lampo-tuono, un movimentato galoppo! Una bel gruppo di caprioli s'invola sul pendio sottostante, fermandosi a distanza di sicurezza per vedere chi è mai il mattiniero disturbatore.
Il sentiero sale lentamente verso la forcella della Costela, inarcandosi nell'ultimo tratto, quasi a voler disarcionare chi lo percorre. Arrivando alla forcella mi accoglie uno strano sibilo e subito dopo, come lampo-tuono, un movimentato galoppo! Una bel gruppo di caprioli s'invola sul pendio sottostante, fermandosi a distanza di sicurezza per vedere chi è mai il mattiniero disturbatore.
Le tabelle indicano quattro ore di cammino per il Passo Selle, e poco dopo, un cartello rosso avverte che si tratta di un sentiero attrezzato per esperti.
M'incammino sul sentiero guadagnando la cresta. Subito c'è qualcosa di strano, che non mi torna, ma continuo senza badare a quella sensazione di cui non comprendo l'origine.
Poi le mani sulla roccia e lo sguardo che vede ciò che prima non vedeva:"ma la dolomia??? qui c'è granito!"
Mi guardo perplesso in giro: un'isola di granito tra prati e vette dolomitiche. Incuriosito dal fatto mi riprometto di andare ad indagare, intanto però mi godo il panorama che spazia dal Latemar al Catinaccio, al Cristallo, passando per Sassolungo, Sella e Marmolada. Uno spettacolo nello spettacolo.
La prima cima che raggiungo è il Malinvern, punto d'incontro dei Monzoni con le Pale Rabiose. Continuo sospeso tra i verdi prati a sud e gli scuri strapiombi che cadono verso il Valacia fino alla Sforcella de Ricoleta. da qui il sentiero passa a nord dello Spiz de Tariciogn, con alcuni passaggi aerei agevolati da passamani.
E' questo il punto più difficile di questo cavalcata in cresta, in un ambiente particolare, prati che si rincorrono a graniti in una solitudine quasi surreale. Poche persone percorrono questo percorso e la prima persona che incontro è sulla Punta Alochet, nei pressi del Passo Selle, da dove è facilmente raggiungibile in poco più di venti minuti.
Percorro la Cresta delle Sele che mi porta in breve alla fine della cavalcata: eccomi di nuovo nelle Dolomiti affollate e chiacchierone. Al passo Selle mi aspetta un piccolo compendio di umanità: escursionisti di partenza per la Bepi Zac, turisti sfiancati dalla calda passeggiata sui prati della Campagnacia. Nessuno che ripercorre i miei passi. Raggiunte le postazioni dell'Alochet tornano tutti indietro, e questo aumenta il piacere dell'escursione appena conclusa.
Imbocco il sentiero che scende verso il rifugio Taramelli e la Val Monzoni.
E verso Nadia e Gabriele.
Una volta arrivato a casa il tarlo della curiosità rodeva e allora sono andato alla ricerca di spiegazioni per questa anomalia, scoprendo che i Monzoni, poco sono interessanti per gli alpinisti, lo sono molto per i geologi. "Sede dei fenomeni più svariati e meravigliosi" come lascio scritto un geologo tedesco al rifugio Taramelli leggo sul web.Sono una piccola anomalia di rocce intrusive: monzoniti, sieniti e graniti. Questa strana formazione ha aperto una questione molto dibattuta negli ambienti geologici.
Poi le mani sulla roccia e lo sguardo che vede ciò che prima non vedeva:"ma la dolomia??? qui c'è granito!"
Mi guardo perplesso in giro: un'isola di granito tra prati e vette dolomitiche. Incuriosito dal fatto mi riprometto di andare ad indagare, intanto però mi godo il panorama che spazia dal Latemar al Catinaccio, al Cristallo, passando per Sassolungo, Sella e Marmolada. Uno spettacolo nello spettacolo.
La prima cima che raggiungo è il Malinvern, punto d'incontro dei Monzoni con le Pale Rabiose. Continuo sospeso tra i verdi prati a sud e gli scuri strapiombi che cadono verso il Valacia fino alla Sforcella de Ricoleta. da qui il sentiero passa a nord dello Spiz de Tariciogn, con alcuni passaggi aerei agevolati da passamani.
E' questo il punto più difficile di questo cavalcata in cresta, in un ambiente particolare, prati che si rincorrono a graniti in una solitudine quasi surreale. Poche persone percorrono questo percorso e la prima persona che incontro è sulla Punta Alochet, nei pressi del Passo Selle, da dove è facilmente raggiungibile in poco più di venti minuti.
Percorro la Cresta delle Sele che mi porta in breve alla fine della cavalcata: eccomi di nuovo nelle Dolomiti affollate e chiacchierone. Al passo Selle mi aspetta un piccolo compendio di umanità: escursionisti di partenza per la Bepi Zac, turisti sfiancati dalla calda passeggiata sui prati della Campagnacia. Nessuno che ripercorre i miei passi. Raggiunte le postazioni dell'Alochet tornano tutti indietro, e questo aumenta il piacere dell'escursione appena conclusa.
Imbocco il sentiero che scende verso il rifugio Taramelli e la Val Monzoni.
E verso Nadia e Gabriele.
Una volta arrivato a casa il tarlo della curiosità rodeva e allora sono andato alla ricerca di spiegazioni per questa anomalia, scoprendo che i Monzoni, poco sono interessanti per gli alpinisti, lo sono molto per i geologi. "Sede dei fenomeni più svariati e meravigliosi" come lascio scritto un geologo tedesco al rifugio Taramelli leggo sul web.Sono una piccola anomalia di rocce intrusive: monzoniti, sieniti e graniti. Questa strana formazione ha aperto una questione molto dibattuta negli ambienti geologici.
6 commenti:
Solo una curiosità: non è che quelli che scappavano sulle pale fossero camosci più che caprioli, che amano il folto del bosco?
La gita è davvero bella, e per fortuna almeno lassù non cìè la solita folla!
Simpri Plui Biel al Vuestri Blog.Mandi
non so Ernesto, sembravano caprioli da lontano, ma posso essermi sbagliato. Mandi
interessante la scoperta granitica, non la sapevo. Ottimo giro, mandi all'Alpinfamily
fino alla Punta Alochet ci sono arrivato ma in senso contrario al tuo :-(
però dal rifugio Vallaccia sono andato sulla Cima Undici :-)
Bella AltaVia
ciao
Bellissimo fare questi percorsi poco frequentati mentre magari a poca distanza c'è il mondo. Su queste "isole" granitiche ricordo che anche al passo Ombretta, quello dove c'è il bivacco Dal Bianco c'è un piccolo gruppo di rocce "estranee" al calcare.
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