Era là, in attesa. Un' idea che gironzolava da anni. Un'escursione sempre rimandata, ma sempre sotto gli occhi, sentinella attenta ogni qualvolta si saliva in Carnia o Canal del Ferro.
Ma come per ogni cosa il momento giusto alla fine arriva: propongo il Zuc per una bella domenica di metà novembre e la proposta viene accettata. Con riserva! "Ho visto le foto della crestina e mi piace poco, non ti arrabbi se mi fermo vero?" E sia.
Saliamo nel bosco in ombra verso il bivacco Bianchi, con noi c'è anche Stefano. Ci immergiamo nei colori autunnali in silenzio, dall'altra parte della valle la Grauzaria ci guarda severa, mentre le pieghe del sentiero ci portano in quota. Velocemente.
Arrivare al bivacco è un pò come andare a trovare un amico: un abbraccio che va dal Chiavals al Zuc dal Bor ci coccola, mentre lo sguardo si perde nelle nebbie che coprono la pianura.
Una veloce riassettata e partiamo alla volta della nostra meta, che dal bivacco pare lontanissima.
Lasciati gli ultimi scampoli di prati sopra il bivacco una colatoio con diverso detrito ci apre la porta alla cresta che ci condurrà alla cupola sommitale. Nadia non è convinta e con uno sguardo e due parole ci capiamo. Sappiamo che la montagna non scappa, al massimo crolla.
Un bacio e proseguo con Stefano, mentre Lei scende verso il bivacco baciato dal sole.
La cresta non è difficile, e vi è un solo passaggio di secondo da affrontare in discesa, per il resto lungo qualche tratto aereo e qualche cengia erbosa si raggiunge la spalla da cui si inizia il tratto in arrampicata.
Ci imbraghiamo e saliamo in libera su sfasciumi fino al diedrino dove attacca la nuova via di salita, dopo gli ultimi franamenti di qualche anno fa che hanno precluso la salita dalla normale.
Salgo per primo e una volta raggiunta la cengia un'invitante presa mi accoglie per... farmi gelare il sangue! Tutto il blocco si muove! Cerco un appiglio alternativo e supero con delicatezza il blocco: se cadesse mi spiattellerebbe il compagno in sosta! Recupero Stefano e lo incarico, una volta superato il masso, del disgaggio!
Il masso rotola giù esplodendo in mille pezzi, e facendo un casino del diavolo, tant'è che anche Nadia, che nel frattempo si godeva il sole a Forcella Chiavals lo sente!
Proseguiamo la nostra breve arrampicata e arriviamo sulla cima, accolti da una Madonnina dall'espressione triste.
Finalmente, dopo tanti tentennamenti, mi godo il grandioso panorama che questa giornata ci offre: dal Canin al Piancavallo, passando per Gross Glockner, Coglians, Antelao, Pelmo e Duranno.
Dopo un paio di foto iniziamo la discesa.. cercando dov'è la calata! La cima è tutta una pietraia instabile e la doppia è nascosta dietro un masso, per fortuna avevamo già passato la corda nell'anello di calata e dopo un attimo di smarrimento la troviamo subito.
Con due doppie da trenta metri siamo alla base, vicino al profondo intaglio che separa la cima dalla cresta. Recuperiamo la corda sperando che non si smuova niente di grosso e ripercorriamo all'inverso la lunga cresta, sospesi tra il soleggiato versante di Moggio e il freddo e ombroso vallone che scende a Ponte di Muro.
Al bivacco ritroviamo Nadia, che si gode il sole e ci racconta di aver conosciuto Giuseppina e Graziella, due "fans" del nostro blog. Il tempo scorre lento nel primo pomeriggio e con calma scendiamo verso Casera Vualt immergendoci nuovamente nel bosco autunnale.
4 commenti:
Beautifully written. As always, great pix. Looks a great time in the mountains!
il mitico zuc! vedetta maestosa e solitaria. io lo feci anni fa , quando ero giovane e forte! mi riportate un pò indietro (40 e rotti anni!!!) nel tempo spensierato senza paure e acciacchi!
ciao alpinauti
bravo cayo, mi fa piacere tornare in italia e vedere che sei sempre attivo, e più di me, che ormai dovro darmi ai funghi! ah ah
ci si vede furlani
Le "conquiste" rimandate e poi finalmente ottenute sono quelle che danno maggiori soddisfazioni, credo.
Bella salita e brava Nadia paziente ad attendervi.
un caro saluto ;-)
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