Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

mercoledì 14 settembre 2011

C-orsi e ric-orsi

Davanti a una birretta a fine giornata la butto a Fabrizio "domani con il meteo variabile ce la facciamo a fare il multipitch?" in risposta ottengo un "satu ce ca mi pice?" (sai cosa mi prude?)
La buttiamo in ridere e ci gustiamo la meritata bevanda in compagnia degli allievi del corso di arrampicata libera, dopo una calda giornata sui calcari del Pal Piccolo.
Ore di arrampicata letteralmente volate tra una battuta e un rinvio, seppur concentrati a far le cose per bene ed in sicurezza.
Ormai e ora di rientrare e di concentrarsi sugli impegni della domenica.


La compagnia è ben ispirata ed un ultimo caffè la risveglia prima delle fatiche della giornata che ci vedranno all'opera sulle vie tracciate sui grigi calcari delle placche di Val di Collina.

La valle del But ci accoglie eterea, mentre le leggere brume si alzano dal fondovalle riscaldato dal sole. Ci prepariamo velocemente e iniziamo a salire. Si controllano i nodi, si chiudono le ghiere dei moschettoni e iniziamo a divertirci.
Ormai le conosciamo intimamente queste grigie pareti: le si accarezza come una persone cara. Arrampicare qui è come danzare. Le scarpette fanno bella presa e rassicurano chi è alle prime armi, mentre accompagnano in un giro di valzer chi è più esperto. Le mani salgono senza stringere, senza afferrare gli appigli. Tutto è dolce quassù. Il sole ci accarezza forte, come il giorno prima, e le nuvolette dispettose che ce lo nascondono, ci fanno un fresco piacere. Facciamo tiri (pitch) corti e cosi prolunghiamo le danze. Alla terza sosta Stefania mi fa "ma sei tu l'Alpinauta?" Il casco mi ha tradito e mi ritrovo in cordata con una assidua lettrice. 
Continuiamo la salita e in breve raggiungiamo la sommità della parete, mentre assicuro la salita del mio secondo un moscardino  fa capolino da una fessura, guardando curioso le mie manovre. Eccoci tutti: la lezione è finita!
Riordiniamo le corde ed i materiali e ci prepariamo alla discesa. Aspettiamo per un pò il resto del gruppo, poi le nuvolette dispettose sono diventate nuvolotte poco rassicuranti e decidiamo di iniziare la discesa lungo il sentiero.
Raggiungiamo la auto mentre ancora qualcuno deve uscire dalla parete, e dopo esserci liberati dagli imbraghi, nuovamente baciati dal sole, stiamo a guardare le loro ultime fatiche.
Mentre scendiamo lungo la forestale, verso Timau penso al filo che ci lega a queste pareti, dopo tante salite, con i corsi e per diletto, sono quasi uno di famiglia. I primi gialli colorano il bosco, penso proprio che ci tornerò con i colori dell'autunno.

1 commento:

Carlo de Ts ha detto...

ah ah ah, quel topolino sembrava terrorizzato! avrà pensato che l'Alpinauta se lo voleva mangiare!