Caldo! L'ombra di un albero sul sentiero ci appare come un agoniata oasi nel deserto.....in questo caso il deserto della Val Fiscalina alle 12:30 di giovedì scorso!
Il fatto di lasciare Gabriele dai nonni ad un ora decente, ci costringe a una partenza "tarda" secondo gli standard montani. E arrivare al parcheggio del Piano Fiscalino alle 11:30 e trovarlo pieno con sei auto già in attesa non è il massimo! La mia mente inizia a frullare e gli orari che mi sono prefissata a saltare! Tre delle auto davanti a noi per fortuna rinunciano e dopo un tempo che sembra interminabile riusciamo ad entrare e parcheggiare. Caricati gli zaini partiamo che sono le 12:18....un 'ora in ritardo sulla mia tabella di marcia!
Luca suda e non proferisce parola: mi confesserà dopo che nel primo tratto "mi odiava!"
Che tenero!
Il caldo è incredibile, pure in montagna in questo periodo e solo dopo avere superato il rifugio Fondo Valle e risalito un bel tratto del sentiero 103 abbiamo la grazia di un po' d'ombra data dall'incombente mole della Cima Uno.
Non che qui si sudi di meno, ma almeno non vediamo miraggi! Più in alto si aggiunge la seconda grazia...un bel venticello che arriva dal vallone della Croda dei Toni e che ci accompagnerà fino all'affollato rifugio Comici dove pernotteremo. Sono le 14:15 e incredibilmente siamo quasi "rientrati" nella mia tabella di marcia: merito delle "tirate" senza tanti "bla bla bla" di Luca! Certo che stargli dietro....che fatica!
Non che qui si sudi di meno, ma almeno non vediamo miraggi! Più in alto si aggiunge la seconda grazia...un bel venticello che arriva dal vallone della Croda dei Toni e che ci accompagnerà fino all'affollato rifugio Comici dove pernotteremo. Sono le 14:15 e incredibilmente siamo quasi "rientrati" nella mia tabella di marcia: merito delle "tirate" senza tanti "bla bla bla" di Luca! Certo che stargli dietro....che fatica!
"Negata" la richiesta di lasciare un po' del peso nello zaino in rifugio, viene "accolta" quella di mangiucchiare qualcosa prima del secondo "tiro" fino al rifugio Pian di Cengia. Seduti sui verdi all'esterno del rifugio Comici, addentiamo famelici un tramezzino, giusto per non appesantire troppo le gambe! Ripartiamo veloci e tornantino dopo tornantino, passando sotto l'incantevole Croda dei Toni, raggiungiamo il Passo Fiscalino e con un bel sentiero in cengia il bucolico rifugio Pian di Cengia, affollato pure lui in questa luminosa giornata.
Le nostre mete finali, le Crode Fiscaline, gia da un po' ci osservano e si fanno osservare. Fatto di corsa il timbro del rifugio, imbocchiamo il sentiero che parte subito dietro di esso e, sarà il bellissimo ambiente, sarà il venticello fresco che tira quassù, sarà la vista della croce di vetta che ci aspetta, e la stanchezza che fino ad ora attanagliava le mie gambe scompare!
Circondati da vestigia della grande guerra e attraversando una buia ma breve galleria, raggiungiamo la base della cima di mezzo e risalitala per ghiaie ne tocchiamo la vetta che sono da poco passate le 16:00.
In cima papà e bimbo di sette anni di Mestre a cui facciamo una bella foto con la croce: il piccolino si è fatto tranquillamente più di 1200 metri di dislivello! Grande! Ci complimentiamo con lui e ci auguriamo che anche Gabriele faccia altrettanto un domani! Firmo il libro e il bimbo con candore mi chiede cosa sto scrivendo: lo "iniziamo" così alla "doverosa firma del libro di vetta" e dopo che il papà ci ricambia il favore della foto con la croce, ci lasciamo per salire anche quella che erroneamente credo essere la cima est delle Crode Fiscaline....una cima con una bella croce di vetta li vicino...per così dire visto il baratro che ci divide da lei! L'inesistente vera cima est è quella su cui poggiamo i piedi e quella con la croce scopriamo essere in realtà Cima Uno!!!
Per un gioco di distanze sembrava essere ad un passo! La lasciamo "tranquillamente" al di là del baratro e ci sediamo a mangiare il secondo tramezzino, godendo dell'arietta e dei bellissimi panorami che ci circondano illuminati della calante luce pomeridiana.
Le nostre mete finali, le Crode Fiscaline, gia da un po' ci osservano e si fanno osservare. Fatto di corsa il timbro del rifugio, imbocchiamo il sentiero che parte subito dietro di esso e, sarà il bellissimo ambiente, sarà il venticello fresco che tira quassù, sarà la vista della croce di vetta che ci aspetta, e la stanchezza che fino ad ora attanagliava le mie gambe scompare!
Circondati da vestigia della grande guerra e attraversando una buia ma breve galleria, raggiungiamo la base della cima di mezzo e risalitala per ghiaie ne tocchiamo la vetta che sono da poco passate le 16:00.
In cima papà e bimbo di sette anni di Mestre a cui facciamo una bella foto con la croce: il piccolino si è fatto tranquillamente più di 1200 metri di dislivello! Grande! Ci complimentiamo con lui e ci auguriamo che anche Gabriele faccia altrettanto un domani! Firmo il libro e il bimbo con candore mi chiede cosa sto scrivendo: lo "iniziamo" così alla "doverosa firma del libro di vetta" e dopo che il papà ci ricambia il favore della foto con la croce, ci lasciamo per salire anche quella che erroneamente credo essere la cima est delle Crode Fiscaline....una cima con una bella croce di vetta li vicino...per così dire visto il baratro che ci divide da lei! L'inesistente vera cima est è quella su cui poggiamo i piedi e quella con la croce scopriamo essere in realtà Cima Uno!!!
Per un gioco di distanze sembrava essere ad un passo! La lasciamo "tranquillamente" al di là del baratro e ci sediamo a mangiare il secondo tramezzino, godendo dell'arietta e dei bellissimi panorami che ci circondano illuminati della calante luce pomeridiana.
Ritornati sui nostri passi, dopo avere girovagato un po' tra le trincee della zona, ritorniamo al Pian di Cengia e, incuriositi da un cartello accanto a una scalinata intagliata nella roccia, scopriamo il bellissimo percorso attrezzato della guerra 15-18 che porta verso forcella Dodici, così recita il cartello.
Abbandoniamo momentaneamente i bastoncini da trekking e risaliamo la gradinata intagliata all'interno di un ripido canalino. Sbucati su un terrazzino seguiamo il cavo corrimano in una serie di cenge esposte che percorrono tutto il fianco del monte: sotto di noi il laghetto di Cengia brilla al sole che lentamente tramonta dietro al monte Paterno.
L'idea era solo di dare un' occhiata ma la cengia è così bella che Luca decide di tornare indietro e recuperare i bastoncini per percorrere la ferratina fino al suo termine. Rimango sola sulla cengia e tenendo ben stretto il cavo con una mano, uso l'altra per fare una bella foto panoramica a cio che mi circonda.
Di tanto in tanto guardo il punto dove Luca è sparito e mentre i minuti passano attendo ansiosa che ritorni, sperando che nella fretta non sia volato giu! Ma poi eccolo di nuovo recuperare lo zaino lasciato sulla cengia, dove proprio sopra la sua testa un bel masso enorme sta in equilibrio da chissà quanto: "fossi in te non starei tranquillo in quel punto" gli urlo sorridendo dalla mia "sicura" postazione.
Continuiamo lungo il costone roccioso e aggiratolo con l'aiuto di alcune passerelle in legno percorriamo l'ultimo tratto ghiaioso fino al Passo de Collarena che prende il nome dall'omonimo monte li vicino, una piccola e sabbiosa collinetta arrotondata in netto contrasto con la cresta rocciosa appena percorsa e con l'incombente parete della Croda dei Toni.
Gli passiamo accanto raggiungendo così la forcella Dodici (o forcella Croda dei Toni). Sotto di noi il rifugio Comici, illuminato da un ultimo raggio di sole, appare ora deserto e scesi lungamente per il ghiaione sottostante, risaliamo per verdi e lo raggiungiamo in tempo per una rinfrescatina prima dell'abbondante cena!
Una telefonata a casa per rassicurarsi che tutto fila liscio con Gabriele e possiamo ritirarci per la nanna: domani ci aspetta la Strada degli Alpini, forse la Zandonella alla Croda Rossa e il lungo rientro fino al parcheggio!
Abbandoniamo momentaneamente i bastoncini da trekking e risaliamo la gradinata intagliata all'interno di un ripido canalino. Sbucati su un terrazzino seguiamo il cavo corrimano in una serie di cenge esposte che percorrono tutto il fianco del monte: sotto di noi il laghetto di Cengia brilla al sole che lentamente tramonta dietro al monte Paterno.
L'idea era solo di dare un' occhiata ma la cengia è così bella che Luca decide di tornare indietro e recuperare i bastoncini per percorrere la ferratina fino al suo termine. Rimango sola sulla cengia e tenendo ben stretto il cavo con una mano, uso l'altra per fare una bella foto panoramica a cio che mi circonda.
Di tanto in tanto guardo il punto dove Luca è sparito e mentre i minuti passano attendo ansiosa che ritorni, sperando che nella fretta non sia volato giu! Ma poi eccolo di nuovo recuperare lo zaino lasciato sulla cengia, dove proprio sopra la sua testa un bel masso enorme sta in equilibrio da chissà quanto: "fossi in te non starei tranquillo in quel punto" gli urlo sorridendo dalla mia "sicura" postazione.
Gli passiamo accanto raggiungendo così la forcella Dodici (o forcella Croda dei Toni). Sotto di noi il rifugio Comici, illuminato da un ultimo raggio di sole, appare ora deserto e scesi lungamente per il ghiaione sottostante, risaliamo per verdi e lo raggiungiamo in tempo per una rinfrescatina prima dell'abbondante cena!
3 commenti:
la bella e il despota in luoghi fantastici
posti belli e nei rifugi c'è sempre folla. Ma si può sopportare pur di "naufragare" tra simili spettacolari montagne.
ciao
Questo posto merita un ampia visita e per fortuna la "massa" si ferma nei rifugi!
Grazie Annarita...anche dal "despota" ;oD
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