Con Roberto basta poco permettersi d'accordo: ora di partenza e cosa fare. Altro non serve Poi si parte.
Partenza poco dopo le sei del mattino e direzione Creta di Collina. A Passo Monte Croce Carnico ci accoglie il solito vento fresco. Prepariamo il materiale nello zaino e ci avviamo lungo il sentiero che ci porta al bivio per la normale alla Creta, scendiamo lungo il sentiero che conduce al Rifugio Marinelli, scendendo la Scaletta e risaliamo verso la Chianevate, cercando di individuare la nostra via. Mentre saliamo veniamo raggiunti da Alfeo e Michele, che, guarda un pò, hanno la nostra stessa meta.
Risaliamo i ghiaioni del vallone fino a incrociare il sentiero 171 che ci porta all'attacco della nostra salita.
La parete sudovest è solcata da un evidente diedro che sale verso destra: la nostra meta.
foto Alfeo Lenardis |
foto di Alfeo Lenardis |
Indossiamo gli imbraghi e saliamo slegati il primo tiro, su facili risalti, fino a dove il diedro diventa più marcato. Qui facciamo sosta e si sale su roccia buona, anche se di tanto in tanto c'è qualche blocco instabile di dimensione notevole.
La via è stata recentemente spittata dagli austriaci alle soste e lungo le lunghezze di corda, ma comunque sono da integrare con protezioni veloci. Claudio Francescatto e Mario Morassi l'hanno aperta nel '84 gradandola V e VI°, ora su alcune guide di recente pubblicazione la danno di 6a. Non sto a discutere sui gradi, secondo me il grado è quello dell'apertura. Francescatto e Morassi hanno fatto una gran salita.
Il tiro chiave impegna molto Roberto che sale da primo ed altrettanto me che salgo da secondo.
Proseguiamo e sul penultimo tiro Roberto mi vola sul una fessura bagnata, avendo la gentilezza di avvisarmi prima!!
Lo strappo non è forte e nessuno si fa male. Dopo alcuni lunghi minuti riparte: dopo mi dirà di essersi pure cappottato!
Usciamo sulla sommità della parete, dove la roccia buona cede il posto a sfasciumi ed erba, a due passi dal sentiero che sale alla Creta.
Dopo un paio di mesi di inattività arrampicatoria, inframezzata da corsi, esami e uscite su ghiaccio, un buon rientro nella dimensione verticale.
Mentre aspettiamo che escano Michele ed Alfeo sistemiamo il materiale e ci attacchiamo alla bottiglia... d'acqua. Per ora una birra è solo un soave miraggio, anche se sentiamo il sapore in bocca.
Scendiamo lungo la via normale e la mente si rilassa pensando alle prossime salite.
2 commenti:
grado carnico! complimenti!!
che dire, la classe non è acqua e un "volo" ci stà vista la difficoltà.
;-)ciao
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