E ti pareva!
Succede molte volte così: quando si pensa di essere arrivati in cima, ci si accorge che la cima giusta è .....quella dopo!
Guardiamo il Guarda, che a sua volta ci osserva oltre la lunga cresta innevata che ci separa da lui. Ci vorrà come minimo un'altra mezz'ora per raggiungerlo e viste le condizioni della cresta decidiamo di lasciarlo alle sue osservazioni e ci sediamo sulla cima del monte Plagne. Gia fin qui è stata una bella sfacchinata!
Chiara arriva bella pimpante sabato mattina e assieme raggiungiamo Ilaria, Diana, Elisa e Igor che ci aspettano a Tricesimo. Imboccata la Val del Torre, raggiungiamo il Passo di Tanamea e lo sperduto borgo di Uccea, ai margini del confine Italo-Sloveno.
Trovato l'imbocco per il sentiero, parcheggiamo in un piccolo spiazzo e dopo aver messo i ramponi nello zaino, partiamo, con la salita che si presenta subito ripida e che ci porta ad attraversare il cortile "profumato" di letame e pecore di una casa dove il proprietario, un ragazzo rubicondo e sorridente, ci augura una buona gita.
Proseguiamo in un bosco di faggi, risalendo a ripidi tornatini le pendici del monte Caal, camminando su un tappeto rosso di foglie, passando accanto a stavoli diroccati, di cui la natura si sta rapidamente impadronendo.
Terminata la serie di tornantini ne iniziamo un'altra serie, con pendenza più dolce e con un pianeggiante traverso aggiriamo il monte Caal, dove il sentiero si fa ghiacciato. Calzati i ramponi,aiutiamo Elisa e Igor a calzare i loro, alla prima volta con questi indispensabili aggeggi, e presa confidenza, raggiungiamo una selletta, dove finalmente abbiamo una bella visuale sulla dorsale Guarda-Stregone. Con una breve deviazione potremmo raggiungere la casera Caal ma decidiamo di lasciarne la visita per il ritorno e poseguiamo sulla bella mulattiera che ci porta a risalire i ripidi prati del monte Banora.
Sotto di noi tutto è avvolto nella foschia che lentamente sale dal fondovalle e che divide con una linea netta i monti che ci separano dalla pianura, anch'essa ricoperta da una densa coltre di nuvole.
Perdiamo un po' di tempo in un tratto dove il sentiero è ghiacciato e che attraversiamo chi con percorso da brivido scendendo per roccette, chi come me calzando i ramponi e prendendo di petto la lingua di neve incriminata! o di rif o di raf riusciamo nel nostro intento e risaliti gli ultimi tornantini raggiungiamo la cresta e la spettacolare vista sulla Val Resia. Le Babe, il Canin, il Picco di Carnizza, il Sart, tutti li in bella mostra davanti a noi. Sotto, la lunga Val Resia, la casera Coot, il bivacco Cai Manzano che appena si scorge grazie al suo colore rosso, sotto lo sperone Mulaz.
A destra e sinistra la lunga dorsale su cui siamo, con il lato nord innevato e il lato sud pulito dal caldo sole, c'invita a percorrerla e, puntando all'elevazione davanti a noi, proseguiamo, prestando molta attenzione a dove mettiamo i piedi. Sono quasi tentata di lasciare perdere dopo uno sguardo ai ripidissimi verdi che calano giu vertiginosamente sotto di noi ma vedendo che gli altri hanno gia raggiunto la cima, mi faccio coraggio ed evitando di riguardare sotto di me vado avanti e poco dopo arrivo anche io in vetta.
Ma non è la vetta giusta!
Nelle nostre mire oggi stava il monte Guarda, ma decidiamo di accontentarci e seduti sul monte Plagne, azzanniamo affamati i nostri panini godendoci il panorama sotto il caldo sole. Mille metri sotto di noi non stanno così bene, a giudicare dalla fitta coltre di nuvole e foschia che ricopre la vallata e la pianura.
Con un dessert a base di dolcetti al cocco fatti da Chiara osserviamo lo spigoloso monte Nero e il Matajur che come un'isola in mezzo al mare, sbuca dalle nuvole. La lunga dorsale dello Stol viene rapidamente sopraffatta dalla foschia e con molta riluttanza decidiamo di rimetterci in cammino e iniziare la discesa.
Ripercorsa cautamente a ritroso la dorsale scendiamo velocemente e poco dopo ci ritroviamo avvolti dalla nebbia, che per fortuna si dirada un po' nei pressi della casera Caal che visitiamo. Rimessa a nuovo nel 2009 è davvero carina!
Un sorso di the e firmato il libro della casera, ci rimettiamo in marcia e scesa velocemente l'infinita serie di tornantini nel bosco, raggiungiamo di nuovo le nostre auto.
Anche oggi una bella scarpinata e anche se la cima non era quella che avevamo deciso di raggiungere, non possiamo non ritenerci soddisfatti: sole, panorami e amici simpatici non sono di certo mancati!
10 commenti:
e che guardi pure, belissima giornata con luci e panorami unici.
brave come sempre!
Oltre le nuvole è sempre un bel traguardo qualunque sia la cima raggiunta.
sospese tra due cieli, bello! e bella anche la crsta innevata, ha un che di fascino d'alta quota. bella sfacchinata comunque!
eccomi nel post giusto! breve ragazze, un bel giro e una bella cima al cospetto del kanin!
Vi leggo spesso, e mi piace trovare nelle vostre descrizioni qualcosa che conosco. Sono salito sul Guarda il 19 ottobre di venticinque anni fa con gli amici di dael: una bellissima gita, magari ci tornerò. Siete attivissimi e molto bravi anche a gestire il blog.
Complimenti e mandi a duc!
http://ramecrodes.blogspot.com
Anche il Plagne con il suo panorama, le foto lo dimostrano, ripaga l' escursione. Per il Guarda ci sarà un'altra occasione, magari per altra strada.
un saluto
Grazie a tutti....è stata proprio una bella gita con scenari inconsueti.
Grazie anche ad Ernesto....anche tu un bel blog!!!
era giusto l'altro giorno che pensavo che Ernesto era da un pò che aggiornava il blog e sei spuntato nel nostro!
a presto per rileggerti
ciao e saluta la Conca d'Ampezzoo
Bello! Stati ieri. Da rifare!
Ciao Walter,son contenta che ti sia piaciuto...è una bella e panoramica zona :D
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