Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 22 febbraio 2010

Un monte per Gabriele

Domenica mattina il brutto tempo ci concede una tregua e un accenno di sole, tra qualche residua nuvoletta, ci fa ben sperare per la giornata. Raggiunti da Enrica e caricati i bimbi in auto, partiamo alla volta di Palmanova dove ad attenderci ci sono Ilaria e Matteo. Oggi si va in Slovenia, sopra Nova Gorica, a testare uno dei tanti percorsi descritti sull'ultima guida che ho acquistato e visto che oggi Gabriele compie sette mesi, perchè non festeggiare sul monte San Gabriele (Skabrijel)? La guida che ho preso è recentissima e descrive l'escursione ad anello come facile e ben segnalata: ottima per portare Gabriele per la prima volta nello zaino! Raggiungiamo Nova Gorica e seguiamo le indicazioni della guida che però gia si scontra con i rinnovamenti stradali, visto che i due semafori che dobbiamo passare sono stati sostituiti da altrettante rotonde (ma non era recentissima? boh!). Poco male, dopo qualche titubanza raggiungiamo il punto di partenza rappresentato dal rifugio-gostilna Planinski dom Kekec. Parcheggiate le auto ci prepariamo: Luca si carica un interessato Gabriele sulle spalle e, dopo un momento d'incertezza sulla giusta stradina da imboccare ci mettiamo in marcia.

          

       
        

Arivati ad un bivio con una presa d'acqua prendiamo il ramo di sinistra, lasciando quello di destra per il ritorno e poco dopo svoltiamo a destra iniziando la risalita del fianco occidentale del San Gabriele. Il sentiero sale ripido nel bosco gocciolante per lo sciogliersi della neve caduta negli ultimi giorni e man mano che saliamo si fa viscido e melmoso: beh, per fortuna che non dobbiamo scendere da qui!





In poco tempo raggiungiamo la cima che si presenta boscosa e segnalata da un cippo ai caduti della guerra 1915/18.


Un alta torretta metallica di quindici metri è stata eretta li vicino, un'obrobrio se non fosse che, risalite le molteplici scale, dal pianerottolo sommitale si gode di un ottimo panorama dalle Alpi al mare!




                                                                
Ridiscesi, firmiamo il libro di  vetta e pranziamo. Gabriele che si era addormentato sulle spalle del suo papà, si sveglia e reclama subito una sgambettata sulla sua cima!


Altri escursionisti ci raggiungono, tra cui due signore che hanno con loro la mia stessa guida: sorridiamo mentre entrambe la consultiamo per capire da che parte scendere essendoci più di un sentiero che si stacca dalla cima. Individuato, ci rimettiamo tutti in marcia e tra una chiacchiera e l'altra percorriamo un bel po' di strada prima di cominciare ad avere dubbi sulla via intrapresa.



Anche le due signore non sono tanto convinte e ripresa la guida rileggiamo l'itinerario: "costeggiato il gran trincerone austriaco scavato nella roccia si scende al valico di Vratca". Quale gran trincerone? Qui ci sono solo fianchi boscosi e qualche pietra qua e là! Porca loca...proseguire o ritornare sui nostri passi? Decidiamo di andare avanti ancora un po' ma i dubbi ci attanagliano, dove abbiamo sbagliato? Riconsulto le due signore e alla fine, loro decidono di proseguire e noi di ritornare sui nostri passi. Ritornati alla selletta sotto la cima, Luca scorge una traccia laterale da cui sta giungendo una ragazza con il suo cane: interpellatala ci rassicuriamo e scendiamo da dove è salita lei. Scendiamo e scendiamo sul sentiero viscido stando attenti a non ruzzolare sul pantano che ci appesantisce gli scarponi. Arrivati ad una strada asfaltata fatichiamo non poco con le indicazioni date dalla guida, non avendo con noi una cartina dettagliata della zona..non che fosse di grande utilità quella 1:50.000 vista in mano alle due signore di prima! Il provvidenziale incontro con una coppietta ci salva dalla nostra indecisione dandoci in uno stentato italiano indicazioni per il rientro al rifugio-gostilna. Meno male che l'itinerario era facile e ben segnalato! Irritati per la totale assenza di qualsiasi indicazione procediamo arrivando ad un piccolo borgo di case e incontrando altre deviazioni che ci creano ancora insicurezze sulla giusta direzione da prendere. Pultroppo le case sono al momento disabitate e ancora una volta ci tocca decidere sulla giusta direzione da prendere! Per fortuna quella che prendiamo risulta essere quella giusta, conferma che ci viene anche data dal proprietario di una casa che incontriamo sulla nostra strada. Arriviamo così finalmente al bivio presso la presa d'acqua incontrato all'andata e da li in breve al rifugio. Tolti dalle spalle gli zaini e il pesante Alpinfrut non ci resta che riprenderci dall'irritazione con una birra ed una bella palacinka!

7 commenti:

Lorenzo ha detto...

Mal comune, noi ci siamo persi sul Mrzovez con la stessa guida ma con la neve è un'altra storia.

frivoloamilano ha detto...

...7 mesi! Bravo Gabriele ne hai fatte di montagne e tra un pò finisce la pacchia dello zainetto sulle spalle di papà,...ma sei già più allenato di me ;-)

un saluto

Carlo de Ts ha detto...

bravissimo cayetto! cosi si fa!
e quanto pesavi sulle spalle di papà?
ah ah ah

Laura ha detto...

ninino lui!!!!!!!!!!!

Antonella ha detto...

nininissimo! belle le foto dei tronchi con la neve. la torre sembra brutta, ma se la cima è boscosa è un'ottima soluzione trovo.

Piero ha detto...

eh! la guida è un pò approssimativa, per le carte so che stanno redigendo della carte tipo tabacco al 25mila, e saran pronte per inizio 2011. ma con un pò di pazienza se ne vien fuori. sulla alpi slovene sono più segnalati. nella zona collinare c'è anche il problema delle forestali, che spuntamo come funghi, come da noi zona gjaideit: un macello

Ilenia Zigaina ha detto...

bellissimissimo il tato! ha ragione Piero, per quanto riguarda le stradine che sbucano come funghi, ma non troppo.ciao belli