Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 17 novembre 2009

Festa!

Festa! Si, una festicciola per la stagione che sta finendo e che ci introduce alle gioie dell'inverno, per alcuni cjaspe, per altri sci e pelli e per altri ancora piccozze e ramponi! Festeggiare.. ma dove? Il progetto originale prevedeva le Piccole Dolomiti, poi la neve ci ha messo lo zampino. Poi via con il pensiero verso Arco, ma il meteo ci invitava a starcene a casa. E allora? Allora le care vechhie pareti di casa, quelle che conosci a memoria. Quelle che il piede li, la mano là, e il passaggio è risolto.Ok, niente avventura, niente novità, ma però c'è la compagnia, c'è il piacere di stare assieme e di fare quattro chiacchiere.E così domenica mattina muoviamo alla volta di Passo Monte Croce Carnico. Io, Robertone, Bepi, Alessandro, Federico, Raffaele, e, beata tra gli uomini, Lucilla.

Al passo c'è il sole e non tira un filo di vento. Va là che abbiamo una giornata stupenda sulla porta di casa!
Sullo Spigolo de Infanti c'è una cordata alle prese con il gelo e la roccia bagnata, ma noi preferiamo il sole che pare scaldare i contrafforti orientali del Cellon e andiamo a salutare una vecchia amica: la Bella Venexia.
Per alcuni si tratta di una nuova conoscenza, che non fa rimpiangere pareti lontane.

Parte Bepi, con Lucilla e Federico, dietro Ale e Raffaele e io e Robertone a chiudere. La roccia è fredda e l'aria pure. Siamo un pò intirizziti all'attacco e la voglia inizia a venir meno, Inizia pure a tirare un pò di vento e il sole si nasconde dietro le nuvole: un disco freddo che scalda ben poco.
Comunque partiamo. Robertone sale il primo tiro da primo e io parto da secondo con addosso i guanti. Mi piace il freddo, ma in questa giornata non ero mentalmente disposto a questo clima. Raggiungo Robertone in sosta intirizzito, aspetto che parta Raffaele e poi parto anch'io. Arrivo alla seconda sosta e aspetto che partano Lucilla e Federico per approntare la sosta. Intanto guardo in su: la parete è bagnata, la vede anche Robertone da sotto.

Che fare? si potrebbe salire sulla destra con qualche friend e traversare, ma non è il caso di andar in cerca di pericoli.

Gridiamo a Bepi di attrezzare una doppia alla terza sosta e di iniziare a scendere. Roberto raggiunge gli altri in sosta al terzo tiro, mentre io mi calerò da li. I piedi nelle scarpette sono freddi e il sole sta per scendere dietro le cime. Guardo la mole del Pal Piccolo alla ricerca dei due che salivano. mmmh.. ne hanno ancora un pò! Staranno freschi!

Scendo veloce lungo la doppia, e l'ultimo tratto è nel vuoto! Che bello!
Raggiungo gli altri e aspettiamo Robertone ed Alessandro. Quando ci raggiungono, siamo duri come "cuargnui"! Ci cambiamo e riponiamo l'attrezzatura poi andiamo a finire degnamente la giornata, comunque soddisfatti di quanto fatto, seppur poco per la voglia che avevamo!
Scendiamo a valle, ai laghetti è tutto chiuso e allora ci fermiamo in paese, da Otto. Entriamo e veniamo accolti amichevolmente: il locale palpita di emozioni, le carte accendono gli animi. Che bella la vita di osteria.
Ordiniamo e i generosi piatti di Otto ci scaldano il cuore: la festa continua. E che bella festa!

4 commenti:

Carlo de Ts ha detto...

aaaaaaaaaah cayo! ma nell'ultima foto eran congelati i due dietro di te?
peccato per le rinunce ma il gioco è questo no?
e comunque la festa l'avete fatta!
Ciaooo

Piero ha detto...

Con il freddo che c'è di solito al passo siete stati coraggiosi. Già fa freddo d'estate..
mi associo ai complimenti a Otto!

Antonella ha detto...

ma non fa freddo? con le mani sull roccia... brividi!!!!!!!1

Annarita ha detto...

Boh, io già a camminare di questa stagione patisco freddo , non so come fate con quelle scarpine