Saltato all'ultimo l'appuntamento con Big Roberto per un'arrampicata hard in Peralba, rispolvero una cima che mi ha visto rinunciare per manifesta inferiorità qualche anno fa, complice una memorabile "gnotolade" protrattasi fin mezz'ora prima della partenza. Ah! Gioventù sbarazzina: "ce ains!!". Disfare il letto per far vedere di aver dormito e partire per la montagna.
Tempi passati. Ma l'amore per la montagna no! Anzi , c'è un cucciolo d' uomo da "imparare"!
Questa volta cambio approccio e compagno: salita per lo spigolo NNO in compagnia di Mauro.
Partenza da Codroipo verso le sei e, dopo la sosta caffè ci involiamo verso Lovea.
Saliamo veloci nel bosco umido: le farfalle stentano a volare con le ali bagnate e il sottobosco è dominato dal profumo intenso dei ciclamini e delle resina
Arriviamo in breve al rifugio Monte Sernio mentre il sole fa capolino da sopra la dorsale che unisce la Creta di Mezzodi al Sernio.Dopo una rinfrescata nella fontana zampillante caliamo nel vallone del Rio Ambruseit e risaliamo il versante opposto verso la nostra meta.
Mentre risaliamo nel bosco verso la selletta che ci introduce alle quinte del Sernio, varcando il compatto muraglione delle Creta di Mezzodì, arriva un triste sms di Marta: il nonno Riki ci ha lasciati. Il grande Vecchio dell'alpinismo italiano si è spento nella sua casetta ai piedi dell'amata Grigna.
Un velo di tristezza cala sulla giornata mentre indossiamo il caschetto e iniziano la salita, ma certo che una bella salita è un buon modo per ricordare il Riccardo.
Troviamo subito l'attacco della via, facilitati dalla recente segnatura. Peccato però, la via è ben evidente leggendo la relazione e i bolli rossi tolgono una parte del divertimento. Saliamo lungo paretine e cengette che offrono una bella e a tratti esposta arrampicata. 400 metri di divertimento con difficolta contenute , massimo secondo grado, e con roccia buona, salita per la prima volta nel lontano 1923 dal Feruglio in buona compagnia. Come noi oggi.
Nel bel mezzo della parete ci sorprende un cespuglietto di rododendri abbarbicato in una piccola isola terrosa in un mare di calcare.
Continuaimo la divertente arrampicata, godendoci il panorama che spazia dalle lontane Dolomiti alla vicina Creta di Aip. Ben presto il sole fa capolino sopra le nostre teste, dandoci il benvenuto sulla cima.
"Come? Già finito?" Le parole di Mauro accompagnano l'uscita nei pressi della croce di vetta, ma la delusione per la fine del gioco lascia spazio alla meraviglia per il panorama che il Sernio ci riserva.
Le Giulie si aggiungono alla vista regalandoci un panorama a tutto tondo nei toni cangianti dall'azzurro al blu. Presi dal carosello di cime, neanche ci accorgiamo che una coppia di escursionisti ci ha raggiunto salendo dalla via normale.
Prima di scendere, dopo vari tentativi mal riusciti dei nostri "vicini", riusciamo ad avere una foto di vetta a ricordo della bella salita.
I colori accesi delle fioriture di questo inizio di agosto ricamano i fazzoletti verdi sparsi sulle ghiaie sommitali del Sernio e ci accompagnano lungo la discesa verso la Torre Nuviernulis.
Tagliamo per un canalone ghiaioso ed evitiamo di arrivare fino alla Forca Nuviernulis, e dopo qualche gimcana in mezzo ai mughi, raggiungiamo il sentiero che dal Foran da la Gjaline, porta alla bella Casera del Mestri.
Risaliamo nel caldo opprimente del primo pomeriggio sino alla Creta di Mezzodì, dalla cui cimetta si domina il Canale di Incarojo.
La maestosa mole del Sernio ci domina benevola mentre scendiamo verso il rifugio con un pensiero comune: una bella rinfrescata sotto la fontana! Giunti nel fresco del bosco i passi vanno leggeri tra l'erba verde e una moltitudine di farfalle variopinte.
Mentre risaliamo nel bosco verso la selletta che ci introduce alle quinte del Sernio, varcando il compatto muraglione delle Creta di Mezzodì, arriva un triste sms di Marta: il nonno Riki ci ha lasciati. Il grande Vecchio dell'alpinismo italiano si è spento nella sua casetta ai piedi dell'amata Grigna.
Un velo di tristezza cala sulla giornata mentre indossiamo il caschetto e iniziano la salita, ma certo che una bella salita è un buon modo per ricordare il Riccardo.
Troviamo subito l'attacco della via, facilitati dalla recente segnatura. Peccato però, la via è ben evidente leggendo la relazione e i bolli rossi tolgono una parte del divertimento. Saliamo lungo paretine e cengette che offrono una bella e a tratti esposta arrampicata. 400 metri di divertimento con difficolta contenute , massimo secondo grado, e con roccia buona, salita per la prima volta nel lontano 1923 dal Feruglio in buona compagnia. Come noi oggi.
Nel bel mezzo della parete ci sorprende un cespuglietto di rododendri abbarbicato in una piccola isola terrosa in un mare di calcare.
Continuaimo la divertente arrampicata, godendoci il panorama che spazia dalle lontane Dolomiti alla vicina Creta di Aip. Ben presto il sole fa capolino sopra le nostre teste, dandoci il benvenuto sulla cima.
"Come? Già finito?" Le parole di Mauro accompagnano l'uscita nei pressi della croce di vetta, ma la delusione per la fine del gioco lascia spazio alla meraviglia per il panorama che il Sernio ci riserva.
Le Giulie si aggiungono alla vista regalandoci un panorama a tutto tondo nei toni cangianti dall'azzurro al blu. Presi dal carosello di cime, neanche ci accorgiamo che una coppia di escursionisti ci ha raggiunto salendo dalla via normale.
Prima di scendere, dopo vari tentativi mal riusciti dei nostri "vicini", riusciamo ad avere una foto di vetta a ricordo della bella salita.
I colori accesi delle fioriture di questo inizio di agosto ricamano i fazzoletti verdi sparsi sulle ghiaie sommitali del Sernio e ci accompagnano lungo la discesa verso la Torre Nuviernulis.
Tagliamo per un canalone ghiaioso ed evitiamo di arrivare fino alla Forca Nuviernulis, e dopo qualche gimcana in mezzo ai mughi, raggiungiamo il sentiero che dal Foran da la Gjaline, porta alla bella Casera del Mestri.
Risaliamo nel caldo opprimente del primo pomeriggio sino alla Creta di Mezzodì, dalla cui cimetta si domina il Canale di Incarojo.
La maestosa mole del Sernio ci domina benevola mentre scendiamo verso il rifugio con un pensiero comune: una bella rinfrescata sotto la fontana! Giunti nel fresco del bosco i passi vanno leggeri tra l'erba verde e una moltitudine di farfalle variopinte.
L'odore caldo dell'erba si mescola al profumo dei fiori nel tepore del fondovalle mentre il pensiero vola ad un prossimo inverno, in cui ripetere la salita lungo la via ammantata d'ermellino. Un pò di refrigerio almeno nei pensieri.
7 commenti:
ma che girone che hai fatto. ho visto sulla cartina, un be dislivello
cayo bel giro una cima che manca pure al mio carnet in carniche.
Grande, l'Alpinfrut, complimenti!!
ci ho fatto qualche pensierino, ma a veder le foto mi sa che oserei troppo
Bravi! Davvero un bel giro Luca... una bella cima per salutare il grande Riccardo.
si una bella cima, e un bel modo di ricordare una bella persona.
a saperlo ti chiedevo di unirmi... è da una vita che lo tengo d'occhio, ma ho paura che per me sia troppo, dovrei aver qualcuno che mi accompagna. magari se ci torno con la Nadia.. ci si conosce
Bella cima quella del Sernio.Serbo il ricordo della prima e unica salita, tanti anni fa, per la cresta est, la via normale.
Bellissima la vostra via.
saluti
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