In un fine settimana che non prometteva granchè dal punto di vista meteo, lancio l'esca a Giovanni e Marco sapendo di andare a colpo sicuro: "andiamo a vedere com'è la ferrata sulla Clampil?" a breve arriva la conferma e quindi la cosa è fatta!
Non so perchè ma dopo la bella stagione di ghiaccio stento a partire sulla roccia: fatto i corsi e accompagnati gli allievi lungo le ascensioni ho momentaneamente messo in stand by ferramenta e corda fino alla nascita dell'Alpinfrut.
Una specie di fioretto? Boh.Intanto però il richiamo del verticale ogni tanto si fà sentire e allora bisogna assecondarlo. E una ferratina (le tanto odiate ferrate ogni tanto tornano comode, devo riconoscerlo) è un buon compromesso.
Domenica mattina il ritrovo è sotto un cielo grigio. Saliamo a passo Pramollo e parcheggiamo la macchina vicino al lago. Mentre ci prepariamo inizia a piovigginare. Marco ha una faccia dubbiosa "tranquillo è di passaggio, in caso andiamo giusto a vedere dov'è l'attacco no?".
La rassicurazione sembra non essere troppo convincente ma comunque sia partiamo. Io, Giovanni e Marco verso la torre Clampil, mentre Nadia, Nik, Claudio, Enrica Giovanna ed Elena si inviano, dopo varie raccomandazioni al nostro indirizzo, verso la Tresdorfer Alm.
Imbocchiamo il sentiero 403 che in poco tempo ci porta in cima al monte Madrizze. O almeno a quello che ne resta: una decisa opera di spianamento (a vedere cosa è stato fatto quassù i progetti della Promotour sembrano fatti da Mountain Wilderness ) ne ha modificato la cima, a servizio di impianti di risalita e megabar panoramico. Individuiamo sulla parete nord della Clampil il tracciato e scendiamo verso il laghetto artificiale (con tanto di barca a vela... manca solo Jack Sparrow...) da cui parte il sentiero che porta all'attaco della ferrata.
Risaliamo il ghiaione fino all'attacco, dove ancora persiste una lingua di neve, a mò di crepaccia terminale.Indossiamo gli imbraghi e con l'elmo di Scipio ben calcato sulla capoccia andiamo all'attacco della ferrata "estremamente difficile". Parole pesanti! Sono proprio curioso di vedere cosa si sono inventati i cugini austriaci!
I primi 40-50 metri di salita sono piacevoli:il cavo ben tirato (efficienza asburgica!!) e la roccia articolata offrono una progressione divertente. Dopo si inizia a traversare in obliquo a destra, su staffe e placconate fino a raggiungere una piccola cengia a circa metà parete.Da qui la ferrata sale verticale su placche liscie e molto povere di appigli naturali: pura arte circense senza logica alpinistica. Si sale lungo strapiombi addomesticati da staffe e con passaggi atletici. Ma che divertimento...
A guardarsi in giro, tanto a destra che a sinistra della via, c'era ben qualche camino o parete più interessante da bardare con cavi di acciaio, ma gli ideatori della via hanno puntato su dritto seguendo qualche illuminazione di filosofia spicciola da superuomo (Nietzsche che dice? Boh!)
A pochi metri dall'uscita dalla parete si entra in uno stretto e breve camino che offre qualche metro di arrampicata interessante. A mio parere rovinato dai fittoni e dalle staffe.
A pochi metri dall'uscita dalla parete si entra in uno stretto e breve camino che offre qualche metro di arrampicata interessante. A mio parere rovinato dai fittoni e dalle staffe.
Usciti dal camino il cavo ci accompagna lungo il pendio erboso verso la cima della torre.
La vista sul vallone del Winkel è magnifica e ripaga della mediocrità della salita.
Sulla parete del Cavallo "Gocce di Tempo" mi strizza l'occhio: è da un pò di tempo che non ci si vede, magari in breve tornerò sui tuoi calcari.
Ci giungono voci portate dal vento dalla cima del Cavallo, c'è traffico lassù. Guardo in basso verso il canalone che sale verso la Contin. a guardarlo da quassù sembra scendere a precipizio verso il fondovalle. Sorrido mentre mi torna in mente Nadia che mi dice "la prossima volta che mi vengono idee del genere mandami a quel paese" durante l'invernale sulla Contin di un paio d'anni fa.
Dopo una breve sosta scendiamo verso l'intaglio tra la Clampil e la Winkel e raggiungiamo la cima di quest'ultima, prima di proseguire la discesa verso il Madrizze attraverso l'altra via ferrata che sale sulla parete est, percorrendo ripidi verdi e roccette.
In breve siamo nei pressi del laghetto artificiale, dove togliamo imbraghi e caschetti. Risaliamo il fianco del Madrizze scendiamo lungo le piste da sci verso Pramollo dove ci aspettano gli altri.
Che dire della ferrata?
Boh! Boh!