La prima forma di controllo antidoping risale alle Olimpiadi classiche, dove c'era un ometto preposto ad annusare il fiato degli atleti e controllare l'eventuale assunzione di vino, vietato agli atleti in quanto vasodilatatore. Cosa c'entra con le Dolomiti?
Niente, ma durante la salita a Forcella Giau, i sei-sette tajus della Festa del vino di Bertiolo mi inducevano tali ricordi legati alle chiacchierate con Enrico, mentre salivo verso i 2360 metri della forcella e i gradi dell'alcol cercavano la via d'uscita dal mio corpo. Ci vuole allenamento anche a bere, ed evidentemente non lo possiedo. Almeno non più. Dopo questo divino preambolo le gambe iniziano a uscire dall'impallatura ed il ritmo inizia ad essere quello giusto.
Saliamo verso la forcella Giau e il magnifico panorama ci induce a frequenti soste fotografiche.
Mentre Nadia si sta incamminando verso il Giaideit, io, con Marco, Giovanna, Giovanni, Elena e Gianpietro, salgo sotto le bastionate dei Lastoni di Formin, in direzione della Croda da Lago e del rifugio Palmieri. Arrivati a forcella Giau il Mondeval e il Pelmo ci si parano davanti, meravigliosi. Uno spettacolo che toglie letteralmente il fiato. Il bianco della neve, l'azzurro del cielo, i rossi e i grigi della dolomia si fondono in un'estasi che quasi non ci meritiamo, piccoli alpinisti in questa immensità.
Proseguiamo lungo l'alta via numero 1 in direzione di forcella Ambrizzola, continuando a meravigliarci ad ogni passo della giornata che stiamo godendo. La forcella ci accoglie con un vento sferzante e una vista mozzafiato sulla conca d'Ampezzo: Croda da Lago, Tofane, Pomagagnon, Fiames, Tre Cime, Cristallo, Antelao, Becco di Mezzodi fanno da regale corona a Cortina. Scendiamo in direzione del rifugio Palmieri con calma, ammirando con leggera invidia le tracce lasciate dagli sciatori scendendo dalla forcella Rossa. Arriviamo al rifugio cullati dal sole, e ci rilassiamo un attimo circondati da tutta questa bellezza.
Ripartiamo e costeggiamo il lago di Federa. Il sentiero inizia un lungo traverso ai piedi della Croda da Lago, fino a quando non inizia a scendere deciso nel bosco dopo aver svoltato a sinistra ai piedi del Ciadenes. Caliamo rapidamente nel Cason de Formin e in breve ritorniamo alla rotabile che sale a passo Giau.
Una giornata stupenda, lontana dalle folle. Quattro stelle meritate.
Niente, ma durante la salita a Forcella Giau, i sei-sette tajus della Festa del vino di Bertiolo mi inducevano tali ricordi legati alle chiacchierate con Enrico, mentre salivo verso i 2360 metri della forcella e i gradi dell'alcol cercavano la via d'uscita dal mio corpo. Ci vuole allenamento anche a bere, ed evidentemente non lo possiedo. Almeno non più. Dopo questo divino preambolo le gambe iniziano a uscire dall'impallatura ed il ritmo inizia ad essere quello giusto.
Saliamo verso la forcella Giau e il magnifico panorama ci induce a frequenti soste fotografiche.
Mentre Nadia si sta incamminando verso il Giaideit, io, con Marco, Giovanna, Giovanni, Elena e Gianpietro, salgo sotto le bastionate dei Lastoni di Formin, in direzione della Croda da Lago e del rifugio Palmieri. Arrivati a forcella Giau il Mondeval e il Pelmo ci si parano davanti, meravigliosi. Uno spettacolo che toglie letteralmente il fiato. Il bianco della neve, l'azzurro del cielo, i rossi e i grigi della dolomia si fondono in un'estasi che quasi non ci meritiamo, piccoli alpinisti in questa immensità.
Proseguiamo lungo l'alta via numero 1 in direzione di forcella Ambrizzola, continuando a meravigliarci ad ogni passo della giornata che stiamo godendo. La forcella ci accoglie con un vento sferzante e una vista mozzafiato sulla conca d'Ampezzo: Croda da Lago, Tofane, Pomagagnon, Fiames, Tre Cime, Cristallo, Antelao, Becco di Mezzodi fanno da regale corona a Cortina. Scendiamo in direzione del rifugio Palmieri con calma, ammirando con leggera invidia le tracce lasciate dagli sciatori scendendo dalla forcella Rossa. Arriviamo al rifugio cullati dal sole, e ci rilassiamo un attimo circondati da tutta questa bellezza.
Ripartiamo e costeggiamo il lago di Federa. Il sentiero inizia un lungo traverso ai piedi della Croda da Lago, fino a quando non inizia a scendere deciso nel bosco dopo aver svoltato a sinistra ai piedi del Ciadenes. Caliamo rapidamente nel Cason de Formin e in breve ritorniamo alla rotabile che sale a passo Giau.
Una giornata stupenda, lontana dalle folle. Quattro stelle meritate.