Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 2 febbraio 2009

DonneAvventura a zonzo in Val Venzonassa

06:35 di sabato mattina.
La dolce melodia del cellulare di Luca si diffonde nel buio della nostra camera e ci risveglia dolcemente. Mica come la mia sveglia, che sarà si di ottima marca, ma a quanto a suoneria lascia molto a desiderare!
L'Alpinauta si alza pigramente e inizia i suoi preparativi montani, mentre io poltrisco sotto le coperte: l'appuntamento con Enrica e il nostro giretto sulle Prealpi è per le 8.30. Posso prendermela comoda anche se so gia che non mi riaddormenterò, anzi: l'Alpinauta dopo essere uscito si ripresenta alla porta dopo due minuti e con bussare impaziente chiede di rientrare!
Cosa avrà dimenticato stavolta??? E le chiavi che gli ho dato che fine hanno fatto?!
Mi alzo rassegnata e il mistero è risolto: nella toppa ci sono le mie e le sue dall'esterno non entrano! Luca si precipita in camera e, afferrato un pile scappa all'incontro con il compagno di pazzie odierne!
Oramai che sono in piedi inizio anche io i miei preparativi e cerco di ricordare qual'è stata l'ultima volta che io ed Enrica abbiamo fatto un'uscita a due. Sarà stata quella volta del Corbellini? Chi se lo ricorda!
Enrica.
La incontrai per la prima volta cinque anni fa ad una gita del Cai sulle Apuane.
Entrambe novelle iscritte, con un matrimonio fallito alle spalle e un figlio maschio della stessa età, scoprimmo in Toscana di abitare a pochi chilometri l'una dall'altra. Passammo due belle giornate assieme al Cai e una volta rientrate ci ripromettemmo di fare qualche uscita tra di noi con e senza i pargoli.
Così è stato e molteplici sono state le nostre avventure assieme, tanto che ci siamo affibiate il soprannome di DonneAvventura!
Tre anni fa l'incontro per entrambe con i nostri baldi e amati uomini e da allora le nostre avventure a due hanno subito un brusco stop! Accompagnate sempre dai nostri compagni o da altri amici abbiamo fatto molte uscite assieme ma mai più da sole.
Fino ad oggi.
Mi presento a casa sua con un quarto d'ora d'anticipo e la osservo mentre fa colazione con Claudio. Entrambe siamo state molto fortunate a trovare due ometti che ci vogliono bene e che condividono con noi la stessa passione.
Claudio magari si lascia catturare dalla pigrizia ogni tanto ed Enrica lo deve spronare un po' mentre io ho il problema opposto: ogni tanto devo calmare l'eccesso di sicurezza dell'Alpinauta nei miei confronti e riportarlo ai miei livelli alpinistici!
Salutato Claudio e caricato il necessario, partiamo alla volta di Venzone.
Date le recenti nevicate, la mia gravidanza e il mal di schiena di Enrica, optiamo per una bella scarpinata su strada sterrata e senza eccessivi dislivelli, che ci porterà a scoprire un po' la Val Venzonassa. Entrambe non ci siamo mai state e, dopo un veloce sguardo alle indicazioni sulla guida, manchiamo letteralmente l'entrata giusta e arriviamo fino a Portis!
Mannaggia! Non c'è nessuna indicazione per Borgo Sottomonte!
Giro e torno indietro e, destreggiandomi tra le viuzze di Venzone, azzecco al primo colpo la strada che si addentra nella valle.
La strada sale stretta e con poche barriere ed Enrica guarda apprensiva la profonda forra che si apre sotto di noi: "se caschiamo lì siamo morte" se ne esce! Ma va la!!
Arriviamo a Borgo Costa e una scritta "divieto di transito" sul guard rail ci costringe a parcheggiare.
Ma è valido un divieto scritto sul guard rail? boh, meglio non rischiare!


Ci prepariamo e iniziamo il primo tratto di strada..in discesa! Enrica, che si è dopata con un bell'antidolorifico, mi guarda e mi dice uno dei tanti "Nadia, ti copi!" della giornata. E sì, perchè sulla cartina tutti quei saliscendi della strada mica erano evidenti! Per fortuna che da brave donnine babiamo tutto il tempo e le controrisalite alla fin fine passano inosservate!



Il Plauris sbuca a tratti dalle nuvole, mentre arriviamo al vero divieto con tanto di segnale e, attraversata un'ampia e sgocciolante galleria, giungiamo ai ruderi spettrali di borgo Maieron. Le alte mura delle case giacciono abbracciate da alberi e edera e ci osservano silenziose mentre continuiamo verso Borgo Prabunello.
Un uomo e una ragazzina ci sorpassano velocemente e assieme al loro cagnolino ci seminano in un battibaleno con la loro andatura veloce.
Arriviamo al piccolo borgo, composto da tre case in pietra ristrutturate e salutiamo due vecchietti intenti nel loro lavoro di pulizie. Ci osservano ricambiando il saluto e poco più in alto decidiamo di imboccare un sentiero che taglia un ampio tornate e che ci porterà in trenta minuti al Plan di Frassin.
Sono un po' titubante, avendo letto sulla guida che il sentiero attraversa una cengia scoscesa, ma, stufe della monotona strada, cedo alle insistenze di Enrica di cambiare scenario.

Il sentiero parte ben definito, per poi scomparire per una ventina di metri nell'erba alta! Da brave DonneAvventura decidiamo di inventarcelo e poco dopo ricompare per poi interrompersi bruscamente a causa di un enorme albero caduto! Impossibile passarci sopra o sotto: le alternative sono tornare indietro o risalire il ripido pendio fino alle radici e ridiscendere dal lato opposto.
Enrica mi guarda e dice entusiasta: Donneavventura!
Alzo gli occhi al cielo e inizio a risalire l'umido pendio stando attentissima a non scivolare! Per fortuna qualcun'altro ci ha preceduti e ha lasciato delle profonde impronte che uso come gradini. Salendo penso a quale altra matta, incinta di quasi quattro mesi, farebbe altrettanto!
Aggiro le enormi radici dell'albero e scendo cautamente dal lato opposto seguita da un entusiasta Enrica: l'antidolorifico ha fatto effetto!
Arriviamo così al tratto più bello del nostro itinerario: uscendo dal bosco il sentiero diventa roccioso e franoso e divalla verso l'alveo dove scorre il Rio Bruschie che attraversiamo su un ponticello inerbito.


Il posto è davvero carino con diverse cascatelle dalle acque azzurrissime!

A malincuore lasciamo questo fresco angolino e riprendiamo la salita nel bosco del versante opposto e in breve raggiungiamo il panoramico Plan del Frassin e la sua blindata casera.



Il sole fa per un po' capolino tra le nuvole e ci permette di ammirare gli ampi pendii alle falde delle cime innevate del Plauris e del Lavara.
Decidiamo di proseguire per casera Navis e pranzare li.
Ennesima discesa e, dopo quaranta minuti, come recita il cartello, scorgiamo nella boscaglia, il tetto della ristrutturata casera Navis, una cui parte è stata adibita a bivacco.

Firmiamo il libro del bivacco e ci accomodiamo ai tavoli con panche posti all'esterno. Il sole si è definitivamente nascosto tra le nuvole e l'aria è fresca. In mezz'ora terminiamo il nostro pranzo e ci rimettiamo subito in marcia per il lungo rientro.


Riguadagnato il Plan del Frassin, decidiamo di seguire la strada in alternativa al sentiero di salita e sbuffando per l'ennesima controrisalita raggiungiamo un trattore che ci sbarra la via e sette baldi uomini intenti a caricare pesanti tronchi su un carro con la sola forza delle braccia!
Dopo divertenti battute del più anziano sul fatto che è logico che le donne scappino e facciano le corna agli stanchi uomini, li salutiamo e ridendo raggiungiamo di nuovo borgo Prabunello.
Da un vicino fosso un fumante profumo sale da un nero agglomerato che scopriamo essere vinaccia e i due vecchietti, con voce molto alticcia, ci invitano insistentemente ad entrare in casa loro per un caffè e una buonissima grappa appena distillata!


A quanto pare gli effluvi hanno avuto il loro pesante effetto sui due e praticamente scappiamo ridendo dai loro richiami insistenti.
Siamo quasi arrivate all'auto che ci raggiungono con la loro Panda: affiancateci dicono a malincuore che "chi non vuol non merita" e prendendoci bonariamente in giro per i bastoncini, "sarete mica delle vecchiette?", con un sorriso ci salutano e ripartono a tutta birra, o in questo caso a tutta grappa, giù per i tornanti della strada!


Ridendo raggiungiamo l'auto e ritenendoci soddisfatte della giornata, degli incontri e della scoperta di un nuovo angolo del nostro Friuli, facciamo rientro a casa dai nostri baldi uomini. Chissà come sarà stata la loro giornata? Quella delle DonneAvventura è stata davvero divertente!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ce ne fossero di matte così!!
Brava Nadia! e io che pensavo che la venzonassa fosse quella che porta al bellina.
certo che i due vecchietti... Spiritati!!

Anonimo ha detto...

che spazi ampi ha la venzonassa. non ci sono mai stata e a vederla dalla statale sembrava più angusta. andremo a curiosare.
Ma l'alpinauta e il robertone... qualcosa di più tranquillo no?
ah! questi alpinisti!

Anonimo ha detto...

che spontaneità nel raccontare il proprio privato: si vede che hai raggiunto un benessere interiore invidiabile.
In venzonassa io sono salita alla Confin, passando per la chiesetta sulla sinistra anni fa. ma un pensiero in primavera lo faccio di nuovo.

Anonimo ha detto...

che bello una gita tra girls! sbabazzare e camminare!!
ma ancora non ti fermi???

Anonimo ha detto...

Hi, hi, hi....il loi è tornato.... ma solo virtuale..e il tuo articolo è il primo che leggo da 5mesi! Complimenti a tutte le donneavventura e...non vi fermate per favore!! altrimenti poi cosa gli rimane da raccontare la sera, in bar, ai vari distillatori che trovate per strada? Scherzi a parte...in gamba come sempre e.. anche di più!!!
Mandi a ducju

Anonimo ha detto...

miiii... ma sei ancora vivo???? mamma mia che emozione, mi trema la tastiera!
Mr. Loi is Back!

Marco Berri ha detto...

foto spettacolari!!! complimenti!!!!