Alcuni anni fa lessi su un giornale locale la lettera di un escursionista che, orgogliosamente, annunciava di avere "liberato" una montagna dalla sua ingombrante croce, divelta precedentemente da un fulmine, e di averla scagliata giù dalla cima!
La cosa m'infastidì parecchio, non tanto per l'idea di molti alpinisti che le montagne sono nate nude e così devono rimanere, ma per il fatto che con quel gesto, l'orgoglioso escursionista, aveva sì "ripulito" la vetta ma anche contribuito a "sporcarne" le pendici rendendo difficile se non impossibile il recupero della croce!
Io appartengo invece all'altra "metà" di quelli che vanno in montagna: quelli a cui fa invece piacere trovare in cima una Croce a cui rivolgere un pensiero di ringraziamento, una Madonnina alla quale sfiorare accarezzando il viso, o una campana, da cui far risuonare alcuni lievi rintocchi.
La cosa m'infastidì parecchio, non tanto per l'idea di molti alpinisti che le montagne sono nate nude e così devono rimanere, ma per il fatto che con quel gesto, l'orgoglioso escursionista, aveva sì "ripulito" la vetta ma anche contribuito a "sporcarne" le pendici rendendo difficile se non impossibile il recupero della croce!
Io appartengo invece all'altra "metà" di quelli che vanno in montagna: quelli a cui fa invece piacere trovare in cima una Croce a cui rivolgere un pensiero di ringraziamento, una Madonnina alla quale sfiorare accarezzando il viso, o una campana, da cui far risuonare alcuni lievi rintocchi.
Quando percorro le strade che portano in montagna, il mio sguardo è sempre all'insù, alla ricerca di nuove Croci da scoprire e raggiungere.
E così, tempo fa, passando per Clauzetto, avevo notato sulla montagna che sovrasta l'abitato, una grande Croce e mi ero ripromessa di andare a darci un'occhiatina.
Trovato il monte sulla cartina e fatte alcune ricerche su internet, scoprivo trattarsi del Pic di Pala nelle cui vicinanze sorge anche la casera Polpazza, trasformata in agriturismo.
Questa domenica, reduci dalla serata di festeggiamenti per il compleanno dei miei genitori e, per quanto riguarda Luca, dalle fatiche ghiacciate di sabato, optiamo per un risveglio naturale e una meta montana facile e vicina.
Visto anche il meteo favorevole, carichiamo in auto Indy e Nicholas e partiamo alla volta di Clauzetto.
Arriviamo in questo tranquillo e panoramico paesetto, non a caso si fregia del titolo di balcone del Friuli, e imbocchiamo la strada che porta a Pradis di Sopra. Tutta la zona è punteggiata da piccole borgate, sparse tra collinette e avvallamenti dai colori tipicamente invernali, attraversati da strette stradine che ci portano prima alle case di Zuaniers e poi a quelle di Ropa, dove parcheggiamo in un piccolo spiazzo all'imbocco della forestale per casera Polpazza.
Con un leggermente nauseato Nik (impara a non leggere libri sulle strade a tornanti!), un impaziente Indy e uno scalcitante Alpin-frut nella panza, cominciamo a risalire la forestale che nel primo tratto è asfaltata e priva di cartelli di divieto, segno che d'estate si può salire direttamente in auto fino all'agriturismo.
Il sole filtra tra gli alti fusti degli alberi e illumina il tappeto di foglie rosse che ricopre il pendio che, con lunghi e dolci tornanti risaliamo.
Ai lati della strada qualche blocco di neve residua ha assunto forme divertenti e uno, a forma di coniglietto della Lindt, cattura la mia attenzione.
Più in alto la strada, nonostante sia stata ripulita, si fa innevata e nei tratti più in ombra anche ghiacciata, richiedendo maggiore attenzione anti-ruzzolamento.
Usciamo dal tratto boscoso in un ampio spiazzo innevato: sulla neve diverse orme di animali.
Il sole scalda i nostri visi e fa sembrare che la primavera sia gia arrivata! Il panorama salendo si apre, ed ecco apparire tra la foschia il M.te Rossa e più lontani il Piancavallo e il Verzegnis e, sotto di noi, la miriade di piccoli paesini che caratterizzano la zona di Pradis di Sotto e di Sopra.
Ancora alcuni tornanti e, in vista della casera Polpazza, abbandoniamo la strada e imbocchiamo la deviazione segnalata da un cartello con scritta "alla croce".
Il sentierino innevato, costeggiando la recinzione della casera, inizia a scendere attraverso un fitto boschetto facendoci perdere un centinaio di metri. Orme sulla neve ci conducono a un tavolo con panche e a una scalinata che risale una piccola collinetta dove il bosco finisce e la vista si apre di colpo verso la pianura friulana.
Ci troviamo sospesi su un pulpito sopra l'abitato di Clauzetto, sovrastati da un'alta Croce con Cristo e poco discosta una piccola Cappelletta che ripara una statua della Madonna in una grotta.
Trascorriamo qui quasi due ore e poi decidiamo di andare a vedere anche la casera.
Risalito il sentierino con qualche affanno della sottoscritta, riprendiamo la strada che,passando per la casera Polpazza, serve anche alcune antenne e ripetitori posti sulle due cime del M.te Pala. All'apice della collinetta che la sovrasta è posto un binocolo (sfortunatamente al momento leggermente congelato) per osservare l'esteso panorama che si gode da quassù. Un cartello esplicativo della zona e con foto panoramica dei monti che circondano la zona e alcuni blocchi di cemento che fungono da panche sono posti li vicino. Più sotto la casera e la stalla, entrambe ristrutturate, ed un gazebo circolare con tavoli e panche, accolgono gli avventori affamati d'estate.
Una capatina la faremo pure noi a questo punto, visto il panorama e l'occasione di assaggiare i prodotti e il menù della casera!
Magari in compagnia dell'allegra combriccola di Sui Monti e Montagne Sottosopra!
Cosa c'è di meglio di trovarsi assieme a cari amici, con buon cibo e un bel panorama?
Alla prossima estate allora!
Più in alto la strada, nonostante sia stata ripulita, si fa innevata e nei tratti più in ombra anche ghiacciata, richiedendo maggiore attenzione anti-ruzzolamento.
Usciamo dal tratto boscoso in un ampio spiazzo innevato: sulla neve diverse orme di animali.
Il sole scalda i nostri visi e fa sembrare che la primavera sia gia arrivata! Il panorama salendo si apre, ed ecco apparire tra la foschia il M.te Rossa e più lontani il Piancavallo e il Verzegnis e, sotto di noi, la miriade di piccoli paesini che caratterizzano la zona di Pradis di Sotto e di Sopra.
Ancora alcuni tornanti e, in vista della casera Polpazza, abbandoniamo la strada e imbocchiamo la deviazione segnalata da un cartello con scritta "alla croce".
Il sentierino innevato, costeggiando la recinzione della casera, inizia a scendere attraverso un fitto boschetto facendoci perdere un centinaio di metri. Orme sulla neve ci conducono a un tavolo con panche e a una scalinata che risale una piccola collinetta dove il bosco finisce e la vista si apre di colpo verso la pianura friulana.
Ci troviamo sospesi su un pulpito sopra l'abitato di Clauzetto, sovrastati da un'alta Croce con Cristo e poco discosta una piccola Cappelletta che ripara una statua della Madonna in una grotta.
Ringraziato mentalmente entrambi per la bella giornata e la continua protezione di quello "spericulat" del mio moroso, volgo lo sguardo oltre la ringhiera che delimita il pulpito.
La fitta foschia c'impedisce l'estesa visuale che nelle giornate limpide spazia fino al mare.
Le campane di Clauzetto annunciano il mezzogiorno e seduti su una panca in cemento, sotto l'alta Croce, ci gongoliamo al caldo sole mangiucchiando panini e dolcetti.
La fitta foschia c'impedisce l'estesa visuale che nelle giornate limpide spazia fino al mare.
Le campane di Clauzetto annunciano il mezzogiorno e seduti su una panca in cemento, sotto l'alta Croce, ci gongoliamo al caldo sole mangiucchiando panini e dolcetti.
Si sta da Dio!!!
Trascorriamo qui quasi due ore e poi decidiamo di andare a vedere anche la casera.
Risalito il sentierino con qualche affanno della sottoscritta, riprendiamo la strada che,passando per la casera Polpazza, serve anche alcune antenne e ripetitori posti sulle due cime del M.te Pala. All'apice della collinetta che la sovrasta è posto un binocolo (sfortunatamente al momento leggermente congelato) per osservare l'esteso panorama che si gode da quassù. Un cartello esplicativo della zona e con foto panoramica dei monti che circondano la zona e alcuni blocchi di cemento che fungono da panche sono posti li vicino. Più sotto la casera e la stalla, entrambe ristrutturate, ed un gazebo circolare con tavoli e panche, accolgono gli avventori affamati d'estate.
Una capatina la faremo pure noi a questo punto, visto il panorama e l'occasione di assaggiare i prodotti e il menù della casera!
Magari in compagnia dell'allegra combriccola di Sui Monti e Montagne Sottosopra!
Cosa c'è di meglio di trovarsi assieme a cari amici, con buon cibo e un bel panorama?
Alla prossima estate allora!