Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

martedì 18 novembre 2008

Tanto resta lì ad aspettare...

Venerdì mattina la vista verso nord est la rivelava in tutto il suo splendore: la dorsale Sart - Canin risplendeva di candido desiderio. Sarà la volta buona?
Sabato mattina. Arriviamo all'altezza di Moggio e il Sart ci appare nel suo maestoso candore, aumentando le preoccupazioni di qualcuno, e il desiderio di qualcun'altro.
A Stolvizza ripartiamo un pò i carichi, e dopo qualche scornatina prendiamo la via di Sella Buia.

Il tratto iniziale del sentiero è sempre bello: passare tra gli orti e le case regala un senso di di familiarità che quasi allegerisce la fatica dell'innalzarsi.

La strada ben presto si riduce a sentiero e con ampie volte ci porta senza fatica ai bellissimi Stavoli Tuursee. Ho girato in lungo e in largo per le nostre montagne, ma un posto come questo non l'ho ancora trovato. Se andassi al Milionario e Scotti mi chiedesse cosa far col milione sarei sicuro: compro gli Stavoli Tuursee!! Da qui la vista sul Sart, sul Canin, sulle Babe, sul Guarda resta nel cuore, con la luce del primo pomeriggio, calda e avvolgente.



Proseguiamo verso gli stavoli Lom, con la grossa mole del Sart che ci domina sulla destra, mentre in alto davanti a noi si intravede il tetto e la bandiera del ricovero Igor Crasso: sembra di toccarlo con mano e invece.. c'è nè ancora da camminare!

Nel silenzio del bosco salgo velocemente verso il bivio per la pace del Pusti Gost; dietro di me, nel bosco sento le voci di Nadia e Ilaria. Al bivio aspetto di averle in vista prima di proseguire.

Poichè è ancora presto e al tramonto manca ancora un pò, prendo una traccia che mi ha sempre incuriosito quando, in passato, sono salito al Crasso. Aggira il Picco Peloso e si addentra nel bosco che veglia sulla Raccolana per poi ricongiungersi al sentiero che vi discende. Niente scoperte clamorose, se non una miriade di impronte di camosci e stambecchi nella neve. Guadagno la cima del Picco Peloso e guardo verso la Val Resia, ma non scorgo le mie compagne di avventura sul sentiero. L'aria è tiepida e il rifugio ha l'aria sonnacchiosa del tardo pomeriggio: entro, e dopo aver posato lo zaino, porto fuori una panchina e mi siedo a carpire come una lucertola gli ultimi raggi di sole, aspettando l'arrivo delle ragazze.


Non passa molto che arrivano, giusto il tempo per sistemarsi ed aspettare la magia del tramonto.

L'aria è tersa e presto il sole morente incendia le nevi delle cime che ci sovrastano. Velocemente il carro di Apollo porta il sole verso cime lontane e il fuoco del cielo si fonde con il buio della notte.


Rientriamo nel bivacco mentre la stufa prende ad andare come Dio comanda! Nadia entra felice nel calduccio " Si sente che è accesa la stufa!" Pononoppo!! Ci son 9 gradi!!

Sono appena le cinque e mezza e fuori la notte ha preso il sopravvento, le stelle incominciano a trapuntare il cielo, e noi dentro al calduccio... non sappiam che fare! Certo che aver tanto tempo a disposizione è un bel problema! Ci mettiamo alla lettura del libro del rifugio, giunto ormai alla fine, dopo quattro anni di servizio. Parlando del più e del meno vengono le sette e.. ora di cena!

Dallo zaino di Ila-Sherpa escono un salame, il pane, una torta salata, una leggerissima frittata (uova, grana, ricotta, patate.. giusto per tirarsi su) e una bella torta, che accompagneremo con lo spumante che ho portato su io (ma la festa era sua, perchè me lo fa portare a me?? Hi! Hi! Hi!).

Senza troppe remore diamo il via alla degustazione d'alta quota e Nadia nota subito una pecca dell'organizzazione: neanche un tajut di nero! Ah! Sacrilegio!

La campana suona anche per la torta e lo spumante (forse a causa dell'altitudine??) volatilizza una volta messo nei bicchieri! Chissa mai che strano fenomeno fisico stà alla base di questo mistero!

Dopo un pò di riposo, per favorire la digestione, mettiamo sul fornelletto una generosa razione di punch che sembra molto gradito dalle Signore! Tant'è che in breve abbracciano la stufa con visi estatici degni di un baccanale!
Da lì alla branda il passo è breve e, qualche ora dopo, l'alba ci coglie ben riposati!


Un tè caldo e una brioche ci mettono sulle tracce dell'Alta Via Resiana. Iniziamo il lungo traverso che ci porta alle pendici del Sart. Nei pressi del libro di via calziamo i ramponi, poichè la neve si fa dura e, a tratti, forma degli scivoli verso valle nei colatoi. Avanziamo veloci verso il pendio meridionale del Sart, dove vediamo diversi camosci gironzolare.



Lo spessore del manto nevoso inizia a farsi più consistente, e l'avanzata si fà più lenta e faticosa. Gli ampi tornanti del sentiero si indovinano appena. In alcuni tratti la neve arriva al ginocchio e in altri.. un pò più in su!

A sud si stende la pianura friulana e lo sguardo spazia fino al mare, dove si indovinano persino le sagome delle navi nel golfo di Trieste.



La forchia di Terrarossa è in vista, ma non arriva mai, ad ogni svolta del sentiero si allontana ancora un pò.

Quando vi arriviamo è ormai mezzogiorno. Nadia mi dice che sul Sart ci verrà d'estate, ma era già da un pò che avevo capito che neanche oggi saremmo saliti in cima. Con queste condizioni ci vorrebbero quasi due ore per salire e scendere, più altre quattro per il rientro. Che ci devi fare.. Tanto non scappa!

Iniziamo a traversare verso il Marussich e Ilaria è un pò perplessa. La neve è ventata sulla forchia di Terrarossa, ma compatta e senza zone di accumulo sulle falde del Picco di Grubia. A metà strada sprofondo fino ai fianchi, e guardandomi indietro, alle spalle di Nadia vedo un'Ilaria piuttosto impaurita dalla situazione: dietrofront! Torniamo sui nostri passi!


In forcella mangiamo qualcosa e torniamo velocemente verso il Crasso: è l'una passata e di strada c'è nè un pò da fare!

La temperatura del pomeriggio inizia a salire e la neve inizia a farsi pesante. Scendiamo velocemente lungo il sentiero e quando ci affacciamo sulla dorsale del Picco di Mezzodì una gradita sorpresa: un bellissimo maschio di stambecco è a meno di due metri avanti a noi, immobile! Ci guarda e soffia, mentre altri cinque esemplari avanzano lungo il sentiero verso Sella Buia. Per un buon quarto d'ora andiamo avanti un metro alla volta, assecondando i nostri compagni di escursione, finchè non decidono di risalire verso l'Indrinizza, lasciandoci libero il passaggio.




Sono le tre quando arriviamo al Crasso. Prima di continuare la discesa mangiamo ancora qualcosa godendoci ancora il panorama che questa magnifica giornata ci offre.

Con una visione del genere, non c'è spazio per la delusione di non esser riusciti a fare il giro che avevamo in mente.

Scendiamo verso valle, accompagnati dalle ultime luci del giorno.
Agli stavoli Tursee godiamo ancora dei colori del tramonto. Mentre il Canin avvampa scendiamo verso il buio del bosco. Arriviamo a Stolvizza accolti dalle luci dei lampioni. Niente cima, la neve non ce l'ha concessa, ma due splendidi tramonti li portiamo a casa.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

colori fantastici cayo.
vi siete beccati un fine settimana coi fiocchi. le due Babe che avevi al seguito.. belle sulla stufa!

mi sa che dovresti cambiar zona per le invernali.. ah ah ah, prova sulle carniche!

Anonimo ha detto...

bravi!! le giulie son sempre belle..stupende!

Anonimo ha detto...

cavoli che tramonti, la skyline con nadia è fantastica.
Bella sfacchinata per la forchia però! Che belli gli stambecchi, dev'esser stato emozionante

Anonimo ha detto...

certo che passare un compleanno così non è da tutti.
bravi alpinauti, sempre in giro. con la neve lassù deve essere veramente bello. soprattutto perchè è per pochi

Anonimo ha detto...

cavoli ragazzi, ma che colori e che luci! nati con la camicia! o con la piccozza visto l'ambiente!

Anonimo ha detto...

abbiamo cercato con lo sguardo se vedevamo qualcuno ravanare nella neve ma non vi abbiamo visti. Eravamo sulla dorsale sud della Val Resia tra sella Carnizza e il Guarda.Il Sart con il Canin e le Babe sembrava poterli toccare con la mano. Gran bella giornata.

Complimenti lo stesso per il tentativo, tanto resta lì ad aspettare.

mandi
Luca e Marisa

Anonimo ha detto...

sempre superattiva l'alpincoppia!
cavoli ma è un girone fatto d'estate, farlo con la neve poi.
La cima o il programma che si fa ha poi un peso relativo, l'importante è divertirsi

Anonimo ha detto...

Bellissima "due giorni"....e poi avete incontrato il mitico "scobemcat"!

saluti, frivoloamilano

Trekker ha detto...

Bella descrizione di una "due giorni" in quota invidiabile per le condizioni meteo e per i colori di albe e tramonti. Continuate cosi'.

Anonimo ha detto...

Grazie fruts ... grazie per avermi sopportato e supportato ... le Giulie poi son sempre un mondo di magia

Anonimo ha detto...

Bel giro, complimenti !