Ritornati dall' isola di granito, dopo un paio di giorni di pausa, facciamo ritorno ai calcari di casa. Il tempo incerto è una costante e quindi sotto il grigio cielo domenicale puntiamo verso il Canale di Gorto con destinazione il Col Gentile, con la speranza che gentilmente si conceda. Ma si sa che chi cammina sperando.. spesso sotto l'ombrello va camminando.
Lasciando le rime agghiaccianti nel buio fondo di un cassetto recuperiamo una diroccata Ilaria a Gemona e dirigiamo su Mione. Già nella conca di Tolmezzo si preannuncia quel che sarà la giornata: una grigia distesa di nuvole in cui eterei vagare.
Saliamo per la strada che da Mione porta fino a Sauris passando per le casere Forchia e Losa, cercando di arrivare fin dove la pendenza ce lo consente, in modo da guadagnare un pò di quota, risparmiandola alla schiena di Ila ed alle svogliate gambe di Nicholas.
Ad un tratto dalle brume che avvolgono il bosco escono due figure che ci scrutano sgranando gli occhi... cala il silenzio... dopo otto lunghi mesi ci appaiono onirici Ida e Diego! E' dalla gita al Raut che non ci vediamo, li salutiamo in corsa e andiamo avanti, fin poco prima dell'ultimo stavolo sul versante ovarese. Mentre ci prepariamo sentiamo le loro voci nel fitto del bosco. Iniziamo a salire per la strada, ora su fondo naturale, ora su cemento, e dopo un quarto d'ora i due ci raggiungono. Dopo i vari saluti, i vari dov'eravate, i vari come state e tempo dei vari "andiam su o restiamo qui?"
Immersi in un'atmosfera ovattata saliamo lungo la strada che ci porta a casera Forchia, da dove parte il sentiero per il Col Gentile.
Ma il panorama dov'è? L'ha rubato qualcuno??? Le tasse le paghiamo anche noi e vogliamo il panorama!! Macchè! Nessuno ci sente! Vabbè, saliamo lo stesso. Il sentiero sale con modesta pendenza, tanto che rientra nella tipologia di sentieri e montagne che piace a Nic: timide collinette e pacifici sentieri.
La nebbia va e viene a seconda del vento e ci regala a tratti qualche metro di visuale. Potremmo indistintamente essere sulle Highlands scozzesi o sui verdi pascoli dei Carpazi, piuttosto che nella grigia Carnia di metà agosto.
Poco sotto la cima ci accoglie il belare di un piccolo gregge di pecore con una moltitudine di agnellini: i "che belli" battono i "che buoni" 4 a 2.
Ormai la cima è vicina, anche se ancor si nega agli occhi: due rintocchi di campana che rompono il silenzio delle nebbie ci avvertono che non siamo i soli su queste lande fumose.
Arriviamo in cima poco dopo mezzogiorno, e un pallido sole stenta a farsi indovinare tra le nuvole. Constatiamo che la cima è molto apprezzata anche da pecore e altri animali di provenienza ignota che abbelliscono la cima con i loro prodotti.
Tutta natura! Che sarà mai!! Basta non sedercisi sopra!
Come i nostri compagni iniziamo a mangiucchiare qualcosa, aspettando che il panorama ci si riveli. Dopo un'oretta ci rendiamo conto che forse il creato per oggi vuol stare sotto le coperte e allora iniziamo la discesa, che, facendosi beffe di noi, ci regala ampi sprazzi di verdi vallate e azzurro cielo.
Arrivati in forcella il fondovalle è libero, ma nere nuvolaglie salgono minacciose dal Lumiei. Ripercorriamo i nostri passi verso Mione rassicurati dai "calcoli" e dalle "osservazioni" di Nicholas, che ci assicura che non stà arrivando un temporale. Infatti poco dopo una leggera ma fitta pioggia ci accompagna negli ultimi passi verso la macchina e un secco tuono si fa sentire sopra le nostre teste.
Ma ormai siamo giunti al traguardo e non ci fa più paura.
A noi.
A Diego e Ida forse si, visto che han l'auto un trecento metri più a valle!!!
3 commenti:
Poveri agnellini!!! fortuna che ci siamo noi girls a difendervi!!!
NON SO CHE PENSARE DEGLI AGNELLINI, BUONI E BELLI... MI UNISCO ALLE GIRLS!!!
PECCATO PER IL TEMPO, MA PIUTTOSTO CHE STARE A CASA
che bella l'ultima foto. è un passaggio naturale o scavato?
CIAO
ps
mi firmo roberta (mi) per copiare carlo de ts, cazzaniga è molto milanese, ma non mi è mai piaciuto
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