"Bundì! Seiso rivâs? I stavi per la sù, tant mi cjapavìs pal troi!"
Sette e cinque minuti e nel fresco di Sella Carnizza un sorridente Don Gianni ci accoglie sul sentiero che porta al Veliki Rop.
Ormai, dai primi anni sessanta, è tradizione dei cacciatori resiani recarsi in pellegrinaggio ad una grotta poco sotto il Veliki Rop, dove dimora una statua della Vergine, a protezione di chi si avventura tre le cime della Val Resia, a confine con l'Alta Val del Torre.
Parcheggiamo l'auto prima degli stavoli Gnivizza e ci prepariamo rapidamente, calziamo gli scarponi e imbocchiamo il sentiero che si inoltra in una curata faggeta.
Oggi, ospiti assieme a noi dei cacciatori della valle, ci sono Ilaria e Silvia. Il sentiero sale dolcemente nel bosco e in breve raggiungiamo il Don che sale con calma, la messa è prevista per le dieci e mezza e "tant se no soi io messe no scomencje"
I tornanti del sentiero lambiscono i resti murari di una teleferica della Grande Guerra e si prosegue ne l bosco immersi tra felci e massi di bel calcare bianco.
Sette e cinque minuti e nel fresco di Sella Carnizza un sorridente Don Gianni ci accoglie sul sentiero che porta al Veliki Rop.
Ormai, dai primi anni sessanta, è tradizione dei cacciatori resiani recarsi in pellegrinaggio ad una grotta poco sotto il Veliki Rop, dove dimora una statua della Vergine, a protezione di chi si avventura tre le cime della Val Resia, a confine con l'Alta Val del Torre.
Parcheggiamo l'auto prima degli stavoli Gnivizza e ci prepariamo rapidamente, calziamo gli scarponi e imbocchiamo il sentiero che si inoltra in una curata faggeta.
Oggi, ospiti assieme a noi dei cacciatori della valle, ci sono Ilaria e Silvia. Il sentiero sale dolcemente nel bosco e in breve raggiungiamo il Don che sale con calma, la messa è prevista per le dieci e mezza e "tant se no soi io messe no scomencje"
I tornanti del sentiero lambiscono i resti murari di una teleferica della Grande Guerra e si prosegue ne l bosco immersi tra felci e massi di bel calcare bianco.
Attraversando splendide fioriture raggiungiamo ciò che resta del bivacco speleologico di quota 1425 dove il Don commenta "a l'ere plen di pedoi, la neif à la tirât jù e netât un pôc".
In breve risaliamo il costone roccioso e entriamo nell'anfiteatro carsico ai piedi della cima: un enorme e vasto labirinto dove il sentiero si aggira tortuoso tra monumentali massi erratici e le marmotte rivelano la loro presenza segnalandosi a vicenda il nostro passaggio.
Alle nostre spalle si apre la Val Resia: la foschia confonde l'altipiano del Pusti Gost e la cresta del Sart mentre ci regale limpida la lunga dorsale del Nische e del Guarda.
Ora il sentiero prende deciso a salire, è l'ultimo strappo che ci porta al cospetto della Madonna. Poco sotto Don Gianni ci invita a proseguire alla volta della cima. Venti minuti di sentiero... un pò così! Si sale ripidamente su terreno poco stabile fino alla forcelletta tra le due cime del Veliki Rop, il sentiero prosegue verso Cima Musi e noi lo abbandoniamo poco dopo per salire a sinistra su ripidi verdi e calcari, fino a guadagnare la cima.
In cima i cacciatori sono intenti a cercare selvaggina con i binocoli (solo con quelli per ora..), ma subito trovano parole di ammirazione per le tre donzelle appena giunte sulla cima, mentre un esausto Nicholas, si siede ai piedi dell'ometto di pietre che la domina.
Dopo una breve pausa iniziamo la discesa per tornare alla Madonnina.
Arriviamo alle dieci e trentaquattro, ma la celebrazione è gia a metà e ne sentiamo gli ultimi scampoli.
"I volevi spietàus, ma e an tacât a cjalà par sù.. movinsi ca tache a plovi e cussì.."
Niente paura Don, dovresti saper che a Goricizza la benedizione passa sette muri... Quà eravamo all'aperto!!!
Dopo un saluto alla Madonute iniziamo il rientro verso Gnivizza dove ci attende tutta l'allegra compagnia per una pastasciutta. Mentre scendiamo il cielo si fa sempre più grigio sopra di noi e inizio a credere al sesto senso dei locali, ma arriviamo comunque asciutti alle macchine e soddisfatti dell'escursione.
E come ci ripete Don Gianni: "In Resie no l'è dome il Ta Li Pa Pot!! Scrivilu sul Sentiero!"
Sigûr Don! Ma prime lu scrif su Alpinauta.
Ma prima ancora, sotto un cielo dove sole e nuvole si rincorrono, una pasta con gli amici cacciatori, capaci di mantenere e tramandare le tradizioni e i percorsi in Resia.
5 commenti:
non conoscevo questa cosa. Ma la Madonnina è sempre esposta?
bella la prima foto, bel controluce
eh eh eh forte il Don: non solo talipapot!! ha ragione eh eh, fan tanta pubblicità per quel giretto li e tralasciano il meglio
com'è la teoria imperiale che la benedizione passa sette muri cayo?
Non male, proprio non male ragazzi!
Bel giretto e..... con la benedizione in sacoccia si può mirare ad ambite mete!
Mandi a ducju
bel giretto, lo terrò in considerazione per Ottobre .... Sig. Alpinauta, ma la benedizione le ha fatto almeno un pò bene? ha messo un pò la testa a posto? Mandi
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