Il sapere popolare dice che marzo è pazzerello... a volte i proverbi vanno oltre le aspettative comuni e ti rifilano una giornata che per certi versi ha dell'incredibile.
Inizia già di prima mattina la strana giornata che ci porta sul Monte Ferrara, con il Signor Loi che arriva in anticipo, cogliendomi con la tazzona del caffelatte in mano, e nella fretta di non farlo aspettare mi fa dimenticare di infilare nello zaino la bottiglia dell'acqua (il caso ha voluto che invece del suo solito litro si portasse in spalla un ben trovato litro e mezzo.. eeh qualcuno lassù ci guarda..). Mentre il Loi dirige la Freccia Nera alla volta della Val Cimoliana il cielo sopra di noi è di un azzurro appena velato. Arrivati a Barcis ci accoglie una fitta nebbia, che risalendo la Val Cellina si dirada lasciando il posto a una leggera coltre di nuvole che si inspessisce man mano che risaliamo la Cimoliana alla volta del Pian Meluzzo.
Preparati gli zaini ci incamminiamo lungo il sentiero che risale la Val Sciol de Mont, rasentando le pendici delle Torri Postegae, fino a quando non si para di fronte a noi la mole imperiosa del Ferrara, sotto una coltre grigia a tratti bucata da un raggio di sole che si fa presto dimenticare. Cediamo il passo ad un gruppo di scialpinisti, più veloci di noi e delle nostre cjaspe, ma tuttavia anche loro affaticati dalla neve pesante che forma fastidiosi e faticosi zoccoli sotto gli attrezzi. Seguiamo comunque faticosamente la loro traccia fino alla Forcella della Lama in un silenzio quasi tombale, e attraverso il Pian della Casera Vescia, fino alla Forcella Savalons, dove li raggiungiamo.
Mangiamo qualcosina sferzati da un forte vento, prima di salire di nuovo attraverso le ultime propaggini di bosco, fino a guadagnare la cresta che porta in cima, sotto un cielo sempre più scuro. Davanti a noi si para la Cima dei Preti in tutta la sua bellezza selvaggia, prima di sparire avvolta dalle nubi che si avvicinano veloci. In breve inizia a cadere un debole nevischio che si fa sempre più intenso. Poco sotto la cresta la neve si fa dura e abbandoniamo le cjaspe per indossare i ramponi. Mentre percorriamo la cresta il vento va e viene e arriviamo sull'anticima del Ferrara in una'atmosfera lattiginosa dai contorni sfumati. Il nevischio si trasforma in un attimo in una vera e propria bufera, i contorni della cresta a meno di due metri da noi non si intuiscono più. Ma la fame è più forte del meteo e ci concediamo dieci minuti per mangiare: pane, speck e neve!
La cima principale non si vede più e iniziamo a scendere. La traccia di salita si và ricoprendo velocemente e gli occhiali si incrostano di ghiaccio. recuperiamo le cjaspe e scendiamo velocemente verso la Forcella Savalons praticamente a naso!
Arrivati alla forcella la neve scende copiosa accompagnata dal sole in un'atmosfera surreale e in due minuti ci ritroviamo sotto un cielo azzurro turchino e con i caldi raggi solari a scaldarci il viso.
All'improvviso sembra esplosa la primavera: una miriade di uccelli inizia a cinguettare da ogni parte, mentre dall'altro lato della valle gli fanno da contraltare i tonfi sordi delle slavine.
Riscendiamo con calma la Sciol de Mont, mentre davanti a noi si para maestoso il Campanile di Val Montanaia, orlato da una coltre bianca sul ballatoio.
La neve si fa sempre più pesante man mano che scendiamo, il sole scalda sempre di più il viso.
Stanchi ma non troppo per i 1100 metri di dislivello arriviamo al Pian Meluzzo, puntando la Freccia Nera in direzione di una birretta.
2 commenti:
ecco lo spirito del Chiarcos: mai molà - ola o rompi!
dovevi far l'alpino!
Cayo
io son stato sul cuc dal bor, o almeno ci ho provato. arrivato al bianchi e basta
Ciao furlani
Grazie della visita Luca. Sono già passato varie volte.....devo dire che "Alpinauta" non tradisce le aspettative.
saluti frivoloamilano
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