Nessuna preghiera, nessun credo, rendono l'uomo più devoto quanto la solitudine d'un bosco che stormisce al vento, o la libera vicinanza al cielo sulle vette dei monti
Julius Kugy

lunedì 28 gennaio 2008

Alpi Carniche... ...vento patagonico

Domenica 27 gennaio, ore 7.26 : Sms
" atu butât sù la moca? Io o soi chi di four"

con questa premessa inizia la nostra gitarella in compagnia del Signor Loi, che dopo un'epica lotta con il cuscino è arrivato in anticipo sull'orario di partenza!! Bravo!!

Visto che gli amici Orsi han preferito la falesia a qualche canalino ghiacciato (alla fin fine è stato meglio così, visto il vento di phön che soffiava ieri!! patagonico!!) ci ritroviamo ad accompagnare il Loi nell'inaugurazione delle ciaspe giallo canarino: meta della gita la Malga Glazzàt (si! si! quella sfarfallata domenica..).

La giornata, come già detto, si presenta ventosa: già a Sella Cereschiatis il vento si fa sentire, e come se si fa sentire!

Imbocchiamo la strada verso la Glazzàt un pò delusi.. neve c'è nè poca e le cjaspe sembran servire ben poco.. fatto stà che arriviamo in malga senza usarle accolti da raffiche di vento che quasi ti sostengono a corpo morto, dobbiamo stare attenti che Nicolino non ci voli via!! Mangiucchiamo qualcosa nella stalla (che ci devi fà! l'unico locale aperto) e saliamo sul Monte Glazzàt per fare qualche foto: un bellissimo balcone sulle cime circostanti. Davanti a noi si para il gruppo del monte Cjavals con le sue sette cime, e in un vorticoso 360° si vedono Salinchiet, Zermula, Gruppo del Cavallo, 2 Pizzi, Jof Fuart, Montasio, Cimone, Canin, tutti sferzati dal vento, che li arricchisce con sbuffi di neve sulle cime. Torniamo alla malga e, zaini nuovamente in spalle e cjaspole finalmente ai piedi partiamo alla volta del Cuel des Jerbis e della casera Laduset, attraverso un bel bosco di abeti e, soprattutto, tanta bella neve vergine!! Una vera goduria!! Anche in mezzo al bosco il vento non ci lascia, ora soffia impertinente i suoi sbuffi in faccia, ora ci accompagna accarezzando le cime degli alberi (qualcuno guardava timoroso le fronde, temendo di vedersi arrivare un tronco addosso da un momento all'altro... vero Nadia?). arriviamo alla casera senza neanche accorgercene, poichè ormai è un rudere e non ne restano che quattro sassi come ci dicono degli escursionisti di passaggio. Ritorniamo per la pista forestale verso malga Glazzàt, interminabile e condita dai mugugni di un esausto Nicholas..

Ritornati nei pressi della malga ormai ci manca poco al parcheggio... 5 km allietati da un redivivo Nicolino che ci mette a disposizione tutto il suo repertorio di conoscenze aereonautiche, nucleari e... ...e provate voi a tenerlo un pò!!

domenica 20 gennaio 2008

... logica vuole...

... logica vuole che, se risalendo una vallata incontri un paesino X basso, poco o molto più avanti troverai il paesino X alto. Logico. Non sempre è così. E così Studena Alta è nella valle del Rio Studena, mentre Studena Bassa si trova nella valle del Rio Pontebba, che sale verso Cason di Lanza.

Cos'è una lezione di geografia?

No! E' solo il cappello all'avventura di oggi: ovvero come riuscire a sbagliare vallata nell'era dei navigatori satellitari!!

Modestamente, ci siamo riusciti, anche senza la presenza (importantissima in questo genere di avventure) del Signor Loi, rimasto attaccato al cuscino dopo una notte brava nel salotto di casa (ma di questo si parlerà a lungo nelle osterie di paese nelle fredde notti d'inverno).

Sta di fatto che, arrivati a Pontebba, prendiamo le indicazioni per Pramollo, Val Aupa e Cason di Lanza e tra una chiacchiera e l'altra prendiamo una Studena per l'altra e via! Su per la vallata, fin che il fondo ghiacciato non ci induce a parcheggiare (da queste parti abbiamo già fatto il bene di qualche carrozziere). Indy scende veloce dalla macchina e inizia a prender possesso (!!) del bosco circostante. In breve siam pronti e iniziamo a camminare in direzione malga Glazzàt. O almeno così pensavamo.

Andiamo avanti per la strada innevata chiacchierando, mentre Indy ci segue scodinzolando con alle zampe le sue scarpette vibram (eeh sì!! un vero cane alpinista), ormai dovremmo essere vicini al bivio per la Glazzàt, ed ecco che sulla destra si stacca una pista forestale. Siamo arrivati. Forse.. Non c'è ombra di un cartello, ne di un segnavia Cai. Diamo un occhio alla cartina, altre strade non ci sono.. andiamo un pò avanti ed ecco un ponticello.. c'è anche sulla cartina! Per di più c'è anche il cartello che indica il confine del comune di Pontebba... C'è anche sulla cartina! siamo giusti! Ma quello sopra a noi non è il Malvuerich? Il Malvuerich? Come? Non può essere.. Abbiamo sbagliato valle!! Vabbè la prendiamo con filosofia e proseguiamo alla volta di casera Riosecco, non avrà lo stesso panorama della Glazzàt, ma va bene lo stesso! Viste le condizioni del bollettino valanghe in quota oggi non si andava e quindi ogni meta è buona!

Certo che a pensarci vien da ridere.. sbagliar vallata!! Ah! Ah! Ah! Ce figade direbbe Roberto...


venerdì 18 gennaio 2008

Nivologia e Arva: una serata con le Guide InMont

Ieri sera presso la sede della Sezione di Codroipo del Cai abbiamo ospitato Guido Candolini, guida alpina del gruppo InMont, per una serata didattica su nivologia e arva.
Serata densa di argomenti, certamente non facile da affrontare in un paio d'ore, ma che il nostro ospite ha saputo guidare con piglio deciso e "leggero" tanto da farci passare una "piacevole serata tra amici" aperta alla discussione, e non una pallosa serata con il professore in cattedra: alla fine mi ha fatto un gran piacere ricevere i commenti positivi dei partecipanti, assieme ai loro ringraziamenti per aver organizzato la serata.
Serata che ha visto Guido sfatare (a volte distruggere senza pietà, eh! eh!) alcuni luoghi comuni e "false certezze" che fanno parte del bagaglio tecnico e culturale di moltissime persone che frequentano le montagne d'inverno (me compreso): certezze che , purtroppo, possono portare ad un poco piacevole evolversi della nostra giornata di gioco alpino con conseguenze anche fatali, come abbiamo potuto vedere in alcuni dei filmati proposti durante la serata.
Alla fine si è avuto modo di riflettere sul fatto che l'ambiente innevato non è da sottovalutare, in quanto i percorsi estivi "sicuri" non lo sono altrettanto d'inverno, e che, soprattutto, non ci sono posti sicuri al cento per cento ("Ah! ma io vado in un posto che so! che conosco" quante volte lo abbiamo detto anche noi?), ma che ci sono posti e passaggi che forse è più sicuro evitare.

giovedì 17 gennaio 2008

Attività Gruppo Rocciatori Orsi

Su questo link potrete inviare, tramite i COMMENTI, l'attività da voi svolta in montagna ed in falesia, che verrà raccolta e suddivisa in:

  1. Vie alpinistiche classiche
  2. Vie alpinistiche invernali
  3. Vie alpinistiche moderne
  4. Scialpinistiche
  5. Cascate
  6. Monotiri in falesia
  7. Boulder
  8. Nuove realizzazioni alpinistiche
  9. Nuove realizzazioni sportive
ricordatevi di indicare:
  • Data della realizzazione
  • Componenti della cordata (per le vie alpinistiche e le cascate)
  • Cima e gruppo montuoso / Falesia
  • Grado di difficoltà
  • Esposizione
  • Per le invernali e le scialpinistiche un breve cenno sulle condizioni ambientali: innevamento, tipo di salita (misto, su neve etc)
Grazie per la collaborazione e Buona Montagna

martedì 15 gennaio 2008

Del ghiaccio perduto e altre avventure

Nonostante il meteo fosse fin troppo chiaro nel prevedere un'infausta domenica, non ne potevamo più di bivaccare tra i muri di casa, preferendo di gran lunga l'umida realtà che ci aspettava al di fuori della porta.

E allora, seppur con un pò di remore ad abbandonare letto e piumone, domenica ci si alza: destinazione ignota. Questo aveva detto il Tano. Nadia e Nic partivano con amici alla volta di Sappada, per salire al "panoramico" Passo della Digola...

Arrivo in Piazza Giardini che c'è gia uno sparuto gruppo di montanari che discute, guardo il termometro: 7° sopra.

Non sappiamo che fare: andare a Sappada per vedere com'è la situazione ghiaccio all'Acquatona o andare a far una camminata? O cedere al richiamo di Silvan e andare indoor a Sesto? Alla fine Io, Bepi, Roberto e Fabrizio andiamo a Sappada, Gianni, Dario e Gigi puntano il Lussari, mentre Cristian, Giovanni e Big Roberto seguono Silvan.

Carichiamo ferramente, piccozze e corde e via verso.. boh! Speriamo bene.

Già arrivare a Sappada è un gran circo: imbranati che montano catene da neve in mezzo alla strada leggendo le istruzioni, corriere che vomitano gas di scarico e famelici sciatori desiderosi di neve.. ma che neve! Un sorbetto appiccicoso, ecco cos'è!

Andiamo lungo il Piave (zona Massacro delle caprette, per intenderci) e troviamo una bolgia di iceclimbers a spartirsi qualche tiro di ghiaccio non proprio in condizione, già dalla strada si intuisce che non c'è molto spessore, non val la pena neppure tentare. Giriamo l'auto (cosa non da poco, fondo un pò ghiacciato e soprattutto automobilisti che sembrano girar sui pattini) e puntiamo all'Orrido dell'Acquatona. Le candele sembran ben formate ma l'acqua corre copiosa e dal cielo grigio inizia a piovere... non è giornata... Intanto siam raggiunti da Nadia e compagnia, visto il tempo e le condizioni han rinunciato alla camminata pure loro.

Decidiamo di tornar verso casa e di passare a Chiaulis, se non piove almeno si può fare un po di dry-tooling, e vista la piega della giornata ci fermiamo dall'amico Renato per un giro di spriz: son le 11. E' l'ora giusta. Dopo una seconda tappa a Forni Avoltri (2° spriz) puntiamo decisi su Chiaulis. Qua non piove dal cielo, ma ben dal bosco soprastante la falesia: abbandoniamo mestamente anche quest'idea e raggiungiamo gli altri in trattoria... ormai, non rimane altro.

Dopo pranzo facciamo una puntatina sotto la cascata di Villa. per rinfrescarci le idee sulla domenica trascorsa a gironzolare in auto: la portata è incredibile! Se solo ghiacciasse...

Sono appena le due che sTiamo tornando a casa, quando a Bepi vien la curiosità di visitare la falesia di Braulins, visto che non c'è mai stato. Ci facciamo una scarpinatina fino alla Chiesetta Rossa e nei settori più alti dove troviamo due climbers che all'asciutto degli strapiombi... scavano! No, non le prese, scavano una specie di antro... boh! (pensavamo di esser strani noi ma...)

Finisce presto anche questa avventura e alla fine ci ritoviamo a Codroipo, sotto una sottile pioggerellina.

Tano la prende con filosofia: abbiam visto un paio di posti nuovi almeno.

La stagione delle cascate sembra al termine, se non altro con le ultime nevicate, una volta assestatosi il manto si potra andar a fare qualche invernale o qualche canalino. Auguriamocelo.

domenica 13 gennaio 2008

Wow!! una nuova firma sul Blog

Buonasera a tutti amici del web! Un'altra novità in Alpinauta: una nuova firma mi affiancherà (spero spesso) nello scrivere su queste pagine, Nadia, l'alpin-girl! Mi auguro di poter leggere a breve qualcosa di suo.
Nadia ti aspetto (sul blog... ovvio, ora ti ho a fianco!!)

giovedì 10 gennaio 2008

Voglia di fare

..di fare qualsiasi cosa, ma su tutto ho voglia di andare a fare un pò di ghiaccio.. dopo le scorribande in Maltatal della scorsa settimana, ad inseguire effimeri rigagnoli che non volevano regalarci la soddisfazione di una salita, spero che questo fine settimana ci riservi qualcosa di meglio!! Lo zaino è pronto!

venerdì 4 gennaio 2008

Onkel Julius

150 anni fa nasceva a Gorizia Julius Kugy, uomo e poeta. Alpinista sempre fedele al suo principio che l'alpinismo deve essere gioia.
Di seguito ho piacere di riportare alcuni suoi pensieri, che secondo me rendono bene cos'è e cosa deve essere l'andar per monti, in un era di corsi di escursionismo, accompagnatori patentati per qualsiasi cosa a scapito di quella felice pazzia che è l'alpinismo. Un era in cui prima devi pensare alle responsabilità in caso di incidente e poi puoi iniziare a pensare a fare une camminata in montagna.
Da "Dalla vita di un alpinista"
"Nella mia vita non ho riflettuto molto sulla natura dell'alpinismo. Nè posso dire che abbiano destato il mio interessamento i trattati sulla giustificazione dello sport alpino, sull'alpinismo con o senza guide. La riuscita, il modo come il povero mortale arriva ai monti, immortali, immensamente ricchi, eterni, m'è parsa sempre una cosa secondaria. Se mi chiedete come debba essere chi va in montagna, direi: veritiero, nobile, modesto.
La frase "sport alpino" m'ha sempre fatto un pò male. Mi sa troppo di superficiale. Non si cerchi nel monte un'impalcatura da rampicate, si cerchi la sua anima.
Per me andare in montagna è sempre stata una questione di sentimento. Ho sentito un richiamo e l'ho seguito. Non potevo farne a meno. Non dico altro.
Ancora mi sento chiamare dai monti. Sento il loro richiamo quando son desto e lo sento nei miei sogni desiosi. ma invece di andarci vi mando ora i miei ottimi giovani. Essi portano lassù la mia bandiera, con mirabile attacamento a me e con vivo entusiasmo.
Povero Julius (perdonami il tu, non e mancanza di rispetto, tutt'altro) chissa cosa proveresti oggi, a districarti tra Titoli e Titolati, invece che goderti il mondo dalle Cime. Per fortuna ci sono ancora persone che non si chiedono il perchè dell'andare, e portano ancora in giro amici meno esperti per farli crescere e non per mostrare.. cosa? il più delle volte esibiscono qualcosa dietro cui nascondersi.

martedì 1 gennaio 2008

Montasio, il giorno dopo

29 dicembre. il giorno dopo il tentativo al Montasio,recupero un pò le forze unendomi a Nadia, Ilaria e Denis per il giro delle Slenze (di Herr Loi non v'è traccia... la cotta del Montasio ha lasciato il segno. Più tardi, via sms, dirà "Sveglia ore 8.30, passeggiata con Spriz, verifica moto, potatura alberi, acquisti per la casa e sopportato Sabrina. Ti par poco?" A oggi non l'ho sentito, probabilmente Sabrina ha intercettato l'sms e....).

Si parte da Plans di Pontebba, per una comoda carrareccia (e con uno zaino leggerissimo) in direzione delle case Pramolina, alle "falde" del monte Fortin, da dove inizia il sentiero che sale alla forcella tra le due Slenze, in prossimità della Casera Slenza Alta, adibita a stalla. Si sale attraverso un bel bosco, ora di faggi, ora di abeti, con un sentiero che alterna rapidi e ripidi strappi a lunghi saliscendi quasi pianeggianti. Saliamo nell'ombra del bosco, aspettando a ogni svolta il sole che ci aspetta sull'altro versante; giunti alla forcella, saliamo al cimotto della Slenza Est, che offre uno splendido panorama sulla Alpi Giulie, sul Cavallo di Pontebba e sul gruppo del Zuc dal Bor.

Dopo aver pascolato sulla cima innevata, godendo di un bel sole di fine anno, scendiamo verso la casera Slenza Bassa, e imboccata la carrareccia che porta a Pietratagliata, la percorriamo fino ad incrociare un sentiero che dovrebbe portarci di nuovo a Plans. L'individuazione lascia a desiderare, un bollo rosso sul tornante, poi un bosco che di tracce pare non averne... continuiamo per la strada ancora un pò, con il Denis che intavola una colorita discussione sullo spirito di Donnaavventura delle nostre compagne di cammino, finchè su un tornante piu basso rispetto a quello indicato dalla guida troviamo il sentiero segnalato in maniera fin ridicola. In 10 metri ci sarano 15 bolli rossi.. mancan giusto i cartelli stradali luminosi... a parte questo il sentiero è piacevole in mezzo al bosco ...e a fianco dei tralicci dell'alta tensione.. un'atmosfera elettrizzante!

Giungiamo infine a Plans attraverso gli orti e i prati da sfalcio ghiacciati, mentre il sole inizia la sua discesa verso il tramonto