Domenica 27 gennaio, ore 7.26 : Sms
" atu butât sù la moca? Io o soi chi di four"
" atu butât sù la moca? Io o soi chi di four"
con questa premessa inizia la nostra gitarella in compagnia del Signor Loi, che dopo un'epica lotta con il cuscino è arrivato in anticipo sull'orario di partenza!! Bravo!!
Visto che gli amici Orsi han preferito la falesia a qualche canalino ghiacciato (alla fin fine è stato meglio così, visto il vento di phön che soffiava ieri!! patagonico!!) ci ritroviamo ad accompagnare il Loi nell'inaugurazione delle ciaspe giallo canarino: meta della gita la Malga Glazzàt (si! si! quella sfarfallata domenica..).
La giornata, come già detto, si presenta ventosa: già a Sella Cereschiatis il vento si fa sentire, e come se si fa sentire!
Imbocchiamo la strada verso la Glazzàt un pò delusi.. neve c'è nè poca e le cjaspe sembran servire ben poco.. fatto stà che arriviamo in malga senza usarle accolti da raffiche di vento che quasi ti sostengono a corpo morto, dobbiamo stare attenti che Nicolino non ci voli via!! Mangiucchiamo qualcosa nella stalla (che ci devi fà! l'unico locale aperto) e saliamo sul Monte Glazzàt per fare qualche foto: un bellissimo balcone sulle cime circostanti. Davanti a noi si para il gruppo del monte Cjavals con le sue sette cime, e in un vorticoso 360° si vedono Salinchiet, Zermula, Gruppo del Cavallo, 2 Pizzi, Jof Fuart, Montasio, Cimone, Canin, tutti sferzati dal vento, che li arricchisce con sbuffi di neve sulle cime. Torniamo alla malga e, zaini nuovamente in spalle e cjaspole finalmente ai piedi partiamo alla volta del Cuel des Jerbis e della casera Laduset, attraverso un bel bosco di abeti e, soprattutto, tanta bella neve vergine!! Una vera goduria!! Anche in mezzo al bosco il vento non ci lascia, ora soffia impertinente i suoi sbuffi in faccia, ora ci accompagna accarezzando le cime degli alberi (qualcuno guardava timoroso le fronde, temendo di vedersi arrivare un tronco addosso da un momento all'altro... vero Nadia?). arriviamo alla casera senza neanche accorgercene, poichè ormai è un rudere e non ne restano che quattro sassi come ci dicono degli escursionisti di passaggio. Ritorniamo per la pista forestale verso malga Glazzàt, interminabile e condita dai mugugni di un esausto Nicholas..
Ritornati nei pressi della malga ormai ci manca poco al parcheggio... 5 km allietati da un redivivo Nicolino che ci mette a disposizione tutto il suo repertorio di conoscenze aereonautiche, nucleari e... ...e provate voi a tenerlo un pò!!